Stati Uniti d’Europa. Un “manifesto spassionato”

Venezuela e Bielorussia: i due forni possibili, per delle elezioni europee fondative nel ‘24

Stati Uniti d’Europa. Un “manifesto spassionato”

Anche un “non cattolico” o quanto meno che non vada in giro a fare il “Van Helsing” della situazione di Stephen Sommers può dirlo dopo quanto sta accadendo nelle cosiddette “Americhe” (che credo sarebbe opportuno alla luce dei “processi” terminati in Bolivia definire “l’America”) senza rischiare chissà cosa, o fare strani incontri alla Giulio Regeni o alla Caròla Rackete.

L’Europa, ha una strategia? Un indirizzo? Mi riferisco, ovviamente, alla “Comunità Europea”, con la pazienza di chi sa che anche nel XXI secolo al “liberalismo” segue (preferirei dire, s’aggiunge) sin da Owen il “socialismo” che genera, in maniera spontanea, la sana “anarchia” in ogni sua diramazione (così incompresa, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America da farceli detestare da un 150 anni), anche la democratica, via che prediligo personalmente, sulla via di Secondari, poi di De André e quindi di vie nuove (in tempi, diversi tanto dagli anni Venti quanto dai Settanta) ancora da esplorare che passano per la Natura, l’Armonìa geografica, la Spiritualità.

Le deficienze della Sinistra, ormai neo-marxista e di quello che sino a pochi mesi, un paio d’anni fa era lo stanco, affranto, “senza orrore di se stesso” Progresso, che dopo il Covid, per decisioni multilaterali, da “industriale” comincia gradualmente a diventare “naturale” (partendo dall’esperienza del FIL al posto del PIL in Buthan, quale punto di partenza) producono sempre la vittoria della Destra anti-democratica e della Reazione, che sanno trasformarsi in aberranti. Come direbbe il saggio Marc’Aurelio del “Gladiatore” al figliolo.

Così è stata, ovviamente, la Caduta sulla “Costituzione” a generare la crisi dell’Europa, dalla quale la salvezza è avvenuta per un soffio.

Le origini di questo fallimento sono da ricercarsi, questo è vero, come hanno indicato gli ultimi tre Pontefici (Massimi?) di Roma, nell’assenza di identità spirituale, religiosa, ideologica che sia. Ma la risposta, non è quella di Papa Francesco: oggi “vittorioso” in Bolivia, Cile e nel verosimilmente “neo-kennedyan-cattolico” USA. La risposta, può darla solo la Cultura.

Le linee delle radici europee sono difficili da scorgere, senza passare per l’egemonìa di Filippo il Macedone o l’etnia del Bonaparte. Ma, come tutti sanno: necessarie pena l’anti-scientificità. Questo non significa che non sussista una linea chiara, che non esista la Politica, oltre alla Storia (che per definizione, è sempre passata).

L’elezione di un Papa “Francesco” e Gesuita del XXI secolo, imporrebbe un Concilio Vaticano III. Non ne hanno la forza, come mostrano centinaia di “fiction” in giro per il Mondo, persino oramai la Disney. Prendiamone atto, allora. E facciamo da noi, coi “medesimi tempi”!

Perché non riunire, fra qualche anno ovviamente, “a cavallo” (con elevata altezza del garrese tempistica) i due, reali – e sottolineo, reali – rappresentanti? La Comunità Ebraica Europea, che ci ha dato Freud, Marx, Luxemburg e “Trotzky” ai quali tutti siamo debitori. E quindi le comunità “spirituali” (neopagane; induiste; buddiste). A prescindere dalla credenza o meno in forme quali anima, spirito, divinità e derivati, ma con conditio sine qua non che si accettino, con il giudizio critico ma oggettivo e parziale che le sono propri, i dettati della Comunità Scientifica Internazionale; oltre, es clàro que sì, il Diritto Internazionale, che prevede (anche): Salute; Femminismo; Benessere; Ricerca (della Demòs-crazìa).

I risultati sarebbero, come in Vaticano sanno sin troppo beni, sorprendenti. E non potrebbero mai passare per l’Evangelo in quanto “Verbo” (il che è serio, ma a Meloni, Salvini e Elisabetta II interessa ben poco, nel loro uso strumentale, che però apre la porta, nella sua disfatta in così pochi anni, così fragorosa come fossero il secondo “Adolf Hitler”! Al “pillonismo”, al “post-woitylismo” e al terrorismo post-talebano di stampo razzista, neonazista e suprematista bianco “d’Europa”, così ignorato nei suoi crimini negli ultimi 24 mesi, gravi quanto nei Quaranta, dall’Accademia di Svezia, che – effettivamente – non azzecca un Nobel per non darlo a una compatriota bianca, invalida e geniale, preoccupata che dalla Pace esca un Beethoven).

Vale a dire, per farla secca: alcuna radice “giudaico” e “cristiana” dell’Europa, il che garantirebbe in prospettiva (al netto della Società Liquida) di medio-lungo periodo, la (reale) sopravvivenza non so se d’Israele ma quanto meno degli ebrei di Terra Santa.

È solo in un secondo momento, che può passarsi alle valutazioni geografiche (Acqua; Mediterraneo; Urali; Steppe; Isole) che si provava a considerare con le ipotesi più varie, quali Tunisia, o Israele, o “Russiae”, di fronte alle quali il cattolico Professore s’è tirato indietro per campanilismo e provincialismo, bevendo il sangue del Polacco – del resto già amico del Quarto Reich tra 1979 e 1999.

Ma, prima: la Politica Estera.

Consigli, niente di più
Parlando “colloquialmente” e senza prosopopea, questo nuovo 1977, dopo il 1968 “2.0” che fu il 2011 che stiamo vivendo, questo 2020, è un anno tosto e pesante, della triste generazione Dark. Chissà se ciò è dovuto al calendario, di Giulio, di Giuliano o forse di Cleopatra VII? “E che Donna!”; direbbe Mario Monicelli.

Occorrono strategie differenziate, nell’interesse del Diritto che ha fondato prima Atene, poi Roma e quindi Strasburgo; mi riferisco al Venezuela, e alla Bielorussia. Le voci delle novità, possono essere nient’altro che “Serracchiani” se noi europei siamo franchi e onesti quanto si può esserlo senza fare una brutta fine – sconsigliati quindi i pavidissimi italioti -, sul fronte della Bielorussia. Sul Venezuela, il Popolo, è il Popolo. La Democrazia, è la Democrazia. Il multi-parlamentarismo, è il multi-parlamentarismo. Madùro, persino più del narcisista Chavez, simile al narcisista “dem” Morales, patologia di cui anche io soffro nel mio piccolo e conosco bene sin dalla prima adolescenza, Maduro è una brava persona, come Enrico Berlinguer. Sarebbe come non utilizzare la “giusta forza democratica e popolare” contro l’estrema destra che nega il Coronavirus. E questo, è illegale, anticostituzionale e contro il Diritto Internazionale al 101%.

Lorenzo Proia