AMERICA'S CUP non solo foil

Uno indica la Luna, anche Rossa, e si guarda il dito.

AMERICA'S CUP non solo foil

Un bel uno a uno nel primo giorno di regate della 36esima America's Cup.
In un solo giorno, il Team di Luna Rossa Prada Pirelli ha eguagliato il migliore risultato Italiano in America’s Cup da sempre, quello del Moro di Venezia, capitanato da Paul Cayard del 1992,  superando anche la sfida di Luna Rossa del 2000, capitanata da Francesco De Angelis, che terminò con un secco 5-0 a favore dei Kiwi. E adesso? Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, LR ha guadagnato un punto in una condizione meteo a lei teoricamente avversa, mentre ETNZ ha perso un punto che gli intacca molte certezze. Il rovescio della medaglia è che la velocità di ETNZ è stata leggermente superiore, con significativi spunti di velocità assoluta. Al di là poi dei dettagli tecnici, queste prime due regate ci hanno confermato che il detto che chi bene incomincia è a metà dell’opera. In America’s Cup si va molto oltre la metà dell’opera,  per chi vince la partenza. Si guadagna ben più di mezza regata stando davanti. Anche se ETNZ ha avuto sul finale un recupero notevole, resta poi sempre il dubbio di riuscire a sorpassare l’avversario, oltre che raggiungerlo. Come sempre poi LN ha scelte tecniche più conservative, mentre i neozelandesi ci mettono sempre un guizzo di genialità e di ricerca più estrema. Pensare che dal Rinascimento ad oggi siamo sempre stati considerati un popolo innovativo.
La novità della prossima regata  sarà invece l’inizio della pressione psicologica che, a barche pari o quasi, andrà ad investire gli after guard dei due team in lizza per questa agognata America’s Cup. Una pressione che da parte di LN può essere affrontata forti della “sirenità” che, di sorriso in sorriso, sta accompagnando questo team italiano. Tanto onore  per la professionalità e per la competenza con la quale  si sta affrontando l’Everest della vela da regata inshore.