Draghi il suo discorso principale copiato da Francesco Giavazzi
una delle prime grane che gettano ombra
Draghi grande economista esperto di banche, comincia a mostrare le prime lacune: pazienza per l'errore nel discorso per la richiesta della fiducia in cui si è "impappinato" sui numeri dei contagi, or asalta fuori un altro caso.
Ai piu' attenti non è sfuggito qualche passaggio, già ascoltato e letto in passato, ci riferiamo a quanto scritto da Francesco Giavazzi, editorialista del Corriere della Sera tra i piu' quotati.
Quali passaggi?
-cambiare le tasse una alla volta”. “La seconda lezione è che le riforme della tassazione dovrebbero essere affidate a esperti, persone che conoscono bene che cosa può accadere se si cambia un’imposta”.
-“La Danimarca, nel 2008, nominò una Commissione di esperti in materia fiscale. La Commissione incontrò i partiti politici e le parti sociali e dopo un anno presentò la sua relazione al Parlamento in una seduta trasmessa in diretta tv. Il progetto della Commissione prevedeva un taglio significativo della pressione fiscale pari a 2 punti di Pil. L’aliquota marginale massima dell’imposta sul reddito veniva ridotta di 5,5 punti percentuali, mentre la soglia di esenzione veniva alzata”.
E' stupefacente che un uomo così importante come Draghi, attento ai dettagli e all'immagine molto curata, si affidi ad altri per la stesura del suo discorso piu' importante? Tutta la sua preparazione di fronte agli italiani ma anche al resto del continente europeo, non gli sarebbe bastata per scrivere di suo pugno?
O la versione che gira, che se lo sarebbe fatto scrivere da un collaboratore per non ammettere il "copia e incolla" (che si può fare citando la fonte, come facciamo tutti noi), attesta la sua difficoltà ad ammettere di avere sbagliato addossandone le resposnabilità ad altri?
Nel caso che effettivamente non lo abbia scritto di suo pugno comunque vuol dire che si è scelto collaboratori non all'altezza?
Figuracce che per ora si trovano in tanti giornali e siti, ma di sicuro oltrepasseranno i confini italiani ben presto, con buona pace del "salvatore della Patria" che mira a mantenere l'incarico per poter poi fare il Presidente della Repubblica.
Si è troppo osannato su Draghi, che ha grandi capacità sul piano economico e quindi sarebbe stato ovvio metterlo a capo del ministero dell'Economia.
Un premio deve avere doti di mediazione e politiche prima di tutto, affidandosi e scegliendo i tecnici di supporto con accuratezza, ma se come nel suo caso deve stare attento col bilancino alle "quote" e persone che rappresentino i partiti e gli consentano il viatico necessario ad arrivare a fine legislatura, allora capite bene, che forse non è stata la scelta migliore.
Sarebbe stato opportuno in una vera democrazia ( non quella del Presidente) ascoltare e fare votare.
Ora ce lo teniamo e speriamo non cada in altre debolezze.