Ristoratori sul piede di guerra
Ristoranti aperti fino al coprifuoco: “Perché a pranzo sì e a cena no?”
Ristoranti aperti fino al coprifuoco: “Perché a pranzo sì e a cena no?”
In tutta Italia, flash mob del collettivo Tni-Tutela Nazionale Imprese con cena simulata.
Il portavoce Naccari fa appello ai ristoratori di #ioapro: “Il momento è drammatico, ma non agite di pancia. Manifestazioni sempre nelle regole”.
Domani i prefetti delle città che hanno aderito riceveranno i rappresentanti
Firenze, 13 gennaio 2020 - Da Nord a Sud i locali di tutta Italia “aprono ma solo in sicurezza”. Dietro lo slogan “Perché a pranzo sì e a cena no?”, venerdì dalle 20 alle 22, gli imprenditori riuniti del collettivo TNI – Tutela Nazionale Imprese, rappresentante 40mila aziende italiane del mondo Horeca (bar, ristoranti, alberghi), simuleranno un'apertura serale con luci e musica accesa, la sala allestita e titolari e dipendenti e clienti presenti a pranzo, che si siederanno allo stesso tavolo, rispettando il distanziamento senza somministrazione, per dimostrare che il virus non ha orario e che se si può pranzare, rispettando tutti i protocolli, si può anche cenare. “Perché un locale 'sicuro' alle 12 smette di esserlo alle 18? Se l'indice di contagio Rt è basso, se la regione è in zona gialla e le attività commerciali sono aperte, perché i ristoranti non possono lavorare a cena o nei fine settimana, non possono svolgere la loro attività in sicurezza, come accade per un negozio o un ufficio?”. A dirlo è Pasquale Naccari, portavoce del collettivo TNI – Tutela Nazionale Imprese e presidente di Ristoratori Toscana, che ha rivolto i quesiti ai Prefetti delle regioni in zona gialla. A loro, e per conoscenza ai ministri dell'Economia e delle Attività Produttive Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, la Federazione ha inviato una lettera chiedendo di fornire i dati che individuano i pubblici esercizi come luoghi di contagio e sulle cui basi sono state imposte dal Governo le chiusure. “Il Governo – riprende Naccari – deve continuare a sostenerci, come ha fatto a novembre e dicembre, mesi per i quali ci stanno arrivando i ristori che sono briciole, sia chiaro, ma ci stanno permettendo di sopravvivere anche se a fatica. Tolleranza zero nel caso, invece, venisse deciso di abolire la possibilità di vendita d'asporto”.
Domani, giovedì 14 gennaio, in tutte le città italiane che hanno aderito, i rappresentanti saranno ricevuti dai prefetti. Con l'hashtag #ioaprosoloinsicurezza, venerdì gli imprenditori accenderanno luci e musica e apriranno le porte dei propri locali simulando una cena alla quale partecipano titolari e dipendenti del locale che non sono in cassa integrazione. Tutto questo per una protesta forte, significativa, ma responsabile, nel pieno rispetto della salute pubblica. “Comprendiamo i motivi che stanno dietro ad altre iniziative - afferma Naccari – ma ci teniamo a fare un appello a tutti i ristoratori d'Italia. Dobbiamo stare uniti, ma aprire a oltranza non porta da nessuna parte. Noi siamo imprenditori seri e responsabili: rispettiamo le regole, anche stavolta, come abbiamo sempre fatto. Gesti estremi ci espongono solo a strumentalizzazioni. Chi entra in un ristorante deve avere la certezza di entrare in un luogo sicuro, dove non si violano le leggi”.
“Ci stanno uccidendo, i ristoratori sono in ginocchio, tanti nostri dipendenti sono in attesa della cassa integrazione e il decreto ristori è solo una mancetta. Siamo tutti vittime di scelte insensate: il virus non ha orari, arriva quando vuole arrivare. In Germania, Giappone e altri Paesi hanno messo a disposizione centinaia e centinaia di miliardi sotto forma di aiuti mentre il Governo italiano 'va alla guerra con cavalli a dondolo e pistole a schizzo'. Sono molto deluso da questa situazione”, sottolinea Gianfranco Vissani, presidente RistoItalia e membro onorario di Tutela Nazionale Imprese.
“Ci troviamo in zona arancione, ma vogliamo anche noi partecipare all’azione dimostrativa per ribadire che i nostri locali sono sicuri - aggiunge Andrea Penzo Aiello, presidente di Veneto Imprese Unite -. Venerdì sera tutti i ristoranti veneti, insieme a quelli di tutta Italia, accenderanno musica e luci, apparecchieranno i tavoli e faranno sedere i propri dipendenti. Questo per dire che sono molto più sicuri i nostri spazi rispetto alle case, dove si continuano a ospitare incontri e cene senza rispettare assolutamente le regole”.
L'iniziativa è promossa da Tni-Tutela Nazionale Imprese in collaborazione con Acs Associazione Commercianti per Salerno, A.I.O.S Palermo, Ristoratori Liguria, RistorItalia, Ristoratori Emilia Romagna, Ristoratori Lombardia, Ristoratori Toscana, Ristoratori Veneto, Ristoratori Lazio, Ristoratori Campania, Ristoratori Puglia, Ristoratori Trentino, Ristoratori Sicilia, Veneto Imprese Unite.
Per aderire all'iniziativa di TNI: http://bit.ly/ioapro