Catania, 89 arresti, sgomitato clan della droga

Catania, 89 arresti, sgomitato clan della droga

OTTANTANOVE ARRESTI A CATANIA

SGOMINATO IL CLAN DELLA DROGA

Tempi duri per i clan mafiosi di Catania. La Procura, infatti, ha scatenato una vera e propria “guerra” ai boss, specie a quelli che si interessano di droga, ed ieri, tramite i carabinieri, ha riportato un’ulteriore vittoria: sono state arrestate 89 persone dei complessivi 101 che dovranno rispondere di reati di varia natura, a partire dall’associazione di tipo mafioso per continuare con l’associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti (con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa) e, infine, per detenzione e porto illegali di armi da guerra. Di queste ultime ne è stato sequestrato un buon quantitativo, cos’ come di droga. Le denunce e gli arresti sono il riscontro delle dichiarazioni fornite agli inquirenti da due “pentiti”,  Dario Caruana e Silvio Corra. Quest’ultimo è stato un “eccellente” avendo svolto il ruolo di reggente del clan Nizza a cui facevano riferimento i gruppi di trafficanti e spacciatori; Corra ha sostituito, fino a quando ha deciso di collaborare con gli inquirenti, il vero boss della cosca Michele Schillaci, in cella dall’8 novembre del 2019. A Michele Schillaci tutti i clan che operavano nelle diverse piazze catanesi di spaccio dovevano dare conto del loro operato. A sua volta lo Schillaci operava sotto il diretto controllo della famiglia Santapaola-Ercolano di Cosa nostra, che imponeva ai capi piazza il rifornimento esclusivo e il prezzo della droga dal clan Nizza.

Durante le perquisizioni, in locali ad uso di Michele Schillaci, i carabinieri hanno sequestrato 60mila euro, soldi incassati dalla vendita della droga, e la “carta degli stipendi”, la “carta delle estorsioni” e la “carta delle piazze di spaccio”. Da tutto questo è stato facile, poi, risalire ai 101 inquisiti ed effettuare gli 89 arresti.

Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catania (che nell’operazione ha impiegato 400 militari anche di altri comandi provinciali, alcuni elicotteri e il nucleo cinofili) parte dei proventi dello spaccio di droga serviva al mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti, in particolare nella “carta” erano indicate le iniziali di 43 affiliati detenuti con accanto la somma spettante alla famiglia. Il tutto al clan veniva a “costare” ogni mese circa 42 mila euro.

Secondo i primi calcoli, l’incasso giornaliero del clan si aggirava intorno ai 120 euro.

Cifre e dettagli dell’oprazione sono stati resi noti dal procurato della Repubblica, Carmelo Zuccaro.

gam