Maroni insiste per Varese ma ha pure un avviso di garanzia
Maroni insiste e persiste con l'auto candidatura a sindaco di Varese.
Certo sarebbe clamorosa la sua vittoria ma alquanto difficile.
Vediamo cosa afferma:
"Sono stato rinviato a giudizio perché da Governatore avrei favorito l'assegnazione di una consulenza professionale da parte di ILSPA. È falso: l'incarico fu assegnato dalla società regionale in data 27 aprile 2018, quando io da oltre due mesi non ero più il Governatore. La società agì dunque in piena autonomia, conferendo un affidamento diretto "sotto soglia" in modo assolutamente regolare: per quel tipo di incarico la legge non prevede alcuna procedura di gara. Andare a processo per un fatto in cui non c'entro nulla mi fa sentire vittima di una vera ingiustizia, come purtroppo accade troppo spesso. Ma ho le spalle larghe, ne ho passate tante e supererò anche questa ennesima ingiustizia. E non intendo rassegnarmi: bisogna tornare a lottare per una giustizia giusta."
Fare la campagna elettorale con un avviso di garanzia ( magari finisce bene però..) non è bello ne per lui, ma neanche per la Lega e i suoi alleati.
Sempre che sia d'accordo Pellicini responsabile di Fratelli d'Italia, a cui qualche sgarbo la Lega lo ha fatto, conflitto che ha portato danni al centro destra in altri comuni per esempio a Somma.
Logica vorrebbe si trovasse per Varese un candidato forte e condiviso, altrimenti si sa come va a finire e tanti elettori del centro destra non andranno a votare.
L'uscita di Maroni non è tanto e soltanto un modo di fare vedere che Maroni c'è ancora ma potrebbe essere un modo di rimescolare le carte in casa Lega, indebolendo ulteriormente Salvini un pochino in calo, ma non è questo un buon motivo per delegittimarlo anche se qualche errore lo ha già fatto e non da poco
Il centro destra va avanti con le sue tre componenti e magari qualche lista del territorio.