SARS-CoV-2 nelle RSA: 7,4%
dati parziali e si parla del 41%
di GIUSEPPE CRISEO
ISS, 17 giugno 2020 - Si è conclusa, con la pubblicazione del Report finale, l’indagine condotta dall’Iss in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie (Rsa). Complessivamente hanno risposto al questionario 1356 strutture, pari al 41,3% di quelle contattate, che hanno riportato dati riferiti al periodo dal 1 febbraio al 30 aprile 2020.
Quanti sono i residenti nelle RSA?
Le 1356 strutture hanno riportato un totale di 97521 residenti alla data del 1° febbraio 2020
Decessi
Nel totale dei 9154 soggetti deceduti, 680 erano risultati positivi al tampone e 3092 avevano presentato sintomi simil-influenzali. In sintesi, il 7,4% del totale dei decessi ha interessato residenti con riscontro di infezione da SARS-CoV-2 e il 33,8% ha interessato residenti con manifestazioni simil-influenzali a cui però non è stato effettuato il tampone. Il picco dei decessi è stato riscontrato nel periodo 16-31 marzo.
I dati sono completi? Neanche per sogno, purtroppo: hanno risposto al questionario 1356 strutture, pari al 41,3% di quelle contattate.
Le carenze quali sono state?
La mancanza di Dispositivi di Protezione Individuale, mentre 263 (20,9%) hanno riportato una scarsità di informazioni ricevute circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione. Inoltre, 123 (9,8%) strutture segnalano una mancanza di farmaci, 425 (33,8%) l’assenza di personale sanitario e 157 (12,5%) difficoltà nel trasferire i residenti affetti da COVID-19 in strutture ospedaliere. Infine, 330 strutture (26,2%) dichiarano di avere difficoltà nell’isolamento dei residenti affetti da COVID-19 e 282 hanno indicato l’impossibilità nel far eseguire i tamponi.
La situazione registrata, a parte lo scandalo delle non risposte e di questo qualcuno a livello politico si dovrà muovere per capire come sia possibile che la maggior parte delle strutture non risponda all'Istituto Superiore di Sanità, dimostra quanto siano state grandi le defaillance.
i dati presenti nel report sono riferiti dai referenti delle RSA su base volontaria si dice nel report e pure questa e' un'altra anomalia: su un tema così importante non si può lasciare la libertà di rispondere o no, e infatti i dati sono parziali.
Come si possa fare analisi con dati parziali e si parla del 41% , non solo, e senza alcuna eventuale possibile pena o ammenda in caso di risposte mendaci, e' anche questo un aspetto da non sottovalutare e che potrebbe mettere in dubbio anche la parte dei dati conosciuti.
Un report importante svoltosi così:"29 domande che esplorano la situazione in corso a partire dal 1 febbraio 2020 e le procedure ed i comportamenti adottati per ridurre il rischio di contagio da COVID-19. Il giorno successivo all’invio della email, con il link per la compilazione online del questionario, i componenti del gruppo di lavoro dell’ISS hanno contattato telefonicamente i referenti di ogni struttura con la finalità di fornire un supporto nella compilazione del questionario. Gli elenchi delle strutture vengono verificati durante il contatto telefonico ed aggiornati sulle informazioni relative alle email e ai recapiti telefonici."
Ci sono pure strutture private tra quelle contattate?
92 risultavano private, ma sono state ugualmente incluse nell’indagine.
Ci sono state incongruenze sui dati per cui alcune strutture sono state ricontattate:
"non tutti i compilatori hanno seguito lo stesso criterio, ovvero alcuni hanno riportato fra le persone con sintomi simil-influenzali anche i casi positivi (conferma da tampone) ed altre no, considerandole due categorie mutuamente esclusive. Pertanto, si è ritenuto più appropriato fornire il dato separatamente per le persone positive e per le persone con sintomi, così come riportato dai referenti e non cumularlo."
Chi sono e quanti sono gli operatori per struttura?
Sono stati riportati 2,5 medici, 8,5 infermieri e 31,7 OSS (operatori socio-sanitari) per struttura, con mediane rispettivamente pari a 2, 7 e 24. Circa l’11% delle strutture ha dichiarato di non avere medici in attività nella struttura fra le figure professionali coinvolte nell’assistenza.
Quanti sono gli operatori per posti letto?
Si tratta del "rapporto medio di 2 posti letto per ogni operatore (range 0,5 –16,6). Considerando solo i medici e gli infermieri, si ottiene una media di 8 posti letto per figura professionale con un minimo di 0,6 e un massimo di 42."
Quali sono le cause di morte?
Quanti residenti sono deceduti nella struttura dal 1° febbraio ad oggi? Considerando qualunque causa di morte, in totale 9154 residenti sono deceduti dal 1° febbraio alla data della compilazione del questionario (26 marzo-5 maggio). La percentuale maggiore di decessi, sul totale dei decessi riportati, è stata registrata in Lombardia (41,4%), Piemonte (18,1%) e Veneto (12,4%)
Dati sui morti
Nel totale dei 9154 soggetti deceduti, 680 erano risultati positivi al tampone e 3092 avevano presentato sintomi simil-influenzali. In sintesi, il 7,4% del totale dei decessi ha interessato residenti con riscontro di infezione da SARS-CoV-2 e il 33,8% ha interessato residenti con manifestazioni similinfluenzali. Il tasso di mortalità fra i residenti (residenti al 1° febbraio e nuovi ingressi dal 1° marzo), considerando i decessi di persone risultate positive è del 0,7 per 100 residenti. Tale valore incrementa fino al 2,7% nella provincia autonoma di Trento. Il tasso di mortalità considerando i decessi di residenti con sintomi simil-influenzali, è del 3,1%, ma incrementa fino al 6,5% in Lombardia.
I dati si riferiscono a coloro a cui e' stato fatto il tampone, e questo e' dipeso dalle regioni.. spicca comunque il dato oggettivo ( seppure parziale visto che la maggioranza delle strutture non ha risposto), cioe' il 7,4% : quelli morti per Covid-2, al di là di tutto quanto e' stato trasmesso giornalmente.
I morti sono tutti importanti ci mancherebbe, ma la comunicazione ufficiale ha fatto confusione ( motivo???) assimilando tutti i morti al coronavirus e questo ha generato panico, sconforto e paura più del giusto.