Cesare Battisti minaccia lo stato

Mara Carfagna reagisce duramente

Cesare Battisti minaccia lo stato

"Cesare Battisti ha veramente superato il segno. Oltre allo sciopero della fame (di nuovo), ora arriva a minacciare perfino una mobilitazione di “compagni e amici qui e altrove”. A chi si riferisce? Che cosa vorrebbe suscitare?
Siamo stanchi dei suoi ricatti. È condannato per terrorismo, a lui è attribuita la responsabilità di quattro omicidi, è evaso dal carcere ed è stato a lungo latitante e protetto da Stati stranieri. Adesso sta solo pagando per quello che ha fatto, come è giusto che sia. E se i magistrati ritengono che il regime detentivo cui è sottoposto è quello più opportuno, non può fare altro che accettarlo.
Nelle nostre carceri sono ospitati più di 60mila detenuti: tra questi ci sono persone ancora in attesa di giudizio, condannati per piccoli reati che potrebbero ricevere pene alternative, perfino vittime di errori giudiziari. Lui sicuramente non appartiene a nessuna di queste categorie.
La smetta di fare la vittima. Le famiglie delle sue vere vittime non meritano questa umiliazione, dopo il dolore che hanno subito.", afferma Mara Carfagna di Forza Italia.

Ricordiamo chi è Cesare Battisti.

Cesare Battisti nacque a Cisterna di Latina, ma crebbe nella vicina Sermoneta[17]; la sua era una famiglia di estrazione contadina e operaia[18], con tradizioni comuniste; suoi fratelli sono Vincenzo, Domenico, Assunta, Rita e Giorgio (morto nel 1980).

Fu arrestato per la prima volta nel 1972, per una rapina compiuta a Frascati e nel 1974 venne nuovamente tratto in arresto per una rapina con sequestro di persona compiuta a Sabaudia ma non scontò la pena

Proseguì la sua carriera criminale/politica nel 1977 quando fu arrestato per aver aggredito un sottufficiale dell'Esercito[25] mentre svolgeva il servizio militare, e quindi rinchiuso nel carcere di Udine dove entrò in contatto con Arrigo Cavallina, ideologo del gruppo eversivo dei Proletari Armati per il Comunismo.

A Milano comincio' la sua attivita coi PAC, Proletari Armati per il Comunismo,rapine e omicidi di commercianti e appartenenti alle forze dell'ordine,

Detenuto nel carcere di Frosinone e condannato inizialmente, in primo grado (unico processo in cui non fu contumace) a 12 anni per possesso illegale di armi da fuoco e banda armata con aggravante di associazione sovversiva[34], nell'ambito del processo per l'omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani, ucciso il 16 febbraio 1979, processo poi esteso anche agli altri omicidi dei PAC,

In Italia Cesare Battisti è stato condannato a due ergastoli per le uccisioni di Campagna (agente Digos) e Torreggiani.

Scappò in Brasile,Francia, Messico godendo di tanti appoggi.

Si è definito un guerrigliero «che ha fatto la lotta armata negli anni '70», perseguitato dallo Stato italiano per motivi politici. Battisti si assume la responsabilità di aver militato in una banda armata sovversiva e di aver effettuato rapine e furti, ma non quella di aver ucciso; secondo la Repubblica e altri organi di stampa fa altresì i nomi quelli che ritiene essere i veri assassini.

Ancora oggi è un problema.