America's Cup - Luna Rossa eclissa Magic America

Non c'è storia alla Prada Cup di Auckland 2021 per Magic America

America's Cup - Luna Rossa eclissa Magic America

Un secco 4 a 0 archivia l’autolesionista Magic America che paga, con gli interessi, la scuffia di settimana scorsa. Il famoso New York Yacht Club, quello che ha detenuto la Coppa per 132 anni e ha lanciato la sfida dei “magici mica poi tanto americani” lascia un senso di improvvisazione. Chi non fosse d’accordo può sempre spiegare come sia stato possibile regatare con vele Quantum e non con le “imperiali” North Sails che, oggi, godono di superiore tecnologia. Ha voglia, Paolo Cori, sfuggendo ogni tanto di mano al buon Guazzini nelle dirette su Rai Due, a voler sottolineare l’eccessiva magrezza, quindi la mancanza di potenza delle vele, sarebbe come se in Formula 1, potendo avere una motorizzazione Mercedes, ti vai a scegliere oggi il motore Ferrari 2020.

Luna Rossa approda alla finale con tante certezze e qualche punto di domanda. Un “veliero solido” che si nuove sull’acqua con la precisione, come si suol dire, di un orologio svizzero di pregio ben oliato tra l’altro, engineering del sistema idraulico e flap che “girano” perfettamente. Lo scorrere del tempo, di regata in regata, esprime la capacità del “Tram dei Desideri Luna Rossa”, molti sono gli italiani che tifano e sognano con lei, di migliorare giorno dopo giorno le prestazioni di ogni area del progetto. Francesco De Angelis, che oggi commenta la Coppa in Tv, fu l’uomo, come skipper, che vent’anni fa aveva “alzato l’asticella” della qualità della vela Italiana di America’s Cup, andando in finale con Luna Rossa contro Team New Zealand, mentre oggi Luna Rossa sembra riuscire a ben funzionare con due timonieri alternativi, Francesco Bruni e James Spithill, uno abituato ad andare sui foil l’altro a vincere nelle match race. Nessuno può quindi sottovalutare Luna Rossa che, in acqua, sta inanellando una meravigliosa serie di partenze vinte. L “oggetto volante” mostra il grande lavoro svolto negli ultimi tre anni in acqua e a terra. Ma, nonostante tutti questi buoni auspici, la vittoria nella prossima sfida contro gli inglesi di INEOS è data al 50%. Perché questa indecisione sul favorito della prossima serie di regate? 

Come Challenger of Record, ossia il primo sfidante che stabilisce con il detentore della Coppa le regole, Luna Rossa ha si sviluppato una nuova classe, gli AC-75, talmente rivoluzionari da tagliare i ponti con tutto quanto si è visto e studiato in passato. Partendo per primi nello studio e nello sviluppo, ha avuto un grande guadagno nell’unico fattore che non si può comprare, il tempo, con un’ alternativa tra cui scegliere: un quid in più o di velocità media o di velocità massima, nel caso si fossero prese strade più estreme. Luna Rossa ha scelto di essere molto competitiva in tutti i range di vento, scelta questa che però la penalizza in ristrette finestre meteo, con spunti e guizzi di velocità che, fino ad ora, non abbiamo visto. 

Nelle scelta fatta entra in gioco il Defender, Team New Zealand, che ha approvato un calendario delle regate molto lungo, dove gli sfidanti selezionano il migliore tra loro, con la Prada Cup, in condizioni meteo di vento medio forte, mentre poi l’America’s Cup, contro i neozelandesi, si correrà in un periodo più caldo, dove il vento soffierà  più leggero.

Nella Prada Cup il Team di Luna Rossa può essere sfidato alla pari, con venti medio forti, dal Team inglese di INEOS che, come gli Italiani ha saputo crescere regata dopo regata. Sfida aperta con strategie al confronto. Da una parte la grande “capacità in partenza” al timone di Luna Rossa, opposta alla incredibile abilità nel navigare, a caccia del salto di vento buono o della raffica migliore, che caratterizza le numerose medaglie olimpiche a bordo della barca inglese. Due modi diversi per raggiungere lo scopo: vincere. Vincerà la barca pensata per regatare in match race, uno contro uno senza pausa o possibilità di nascondersi in una flotta, o prevarrà l’equipaggio nato per arrivare primo in boa senza la pressione dell’altro antagonista?

Basterà adesso aspettare un paio di settimane per avere la risposta su quale sia la migliore tra queste due diverse filosofie del navigare nelle regate dell’ America’s Cup. Foil più match race contro vela olimpica. Due timonieri contro uno. Meglio imparare a regatare, volando sull’acqua, con le derive munite di foil o stare faticosamente appesi fuori alle cinghie inseguendo la medaglia olimpica. La “vela ignorante”, quella fatta più dalle macchine che dagli uomini che manovrano sulle barche, ci sta forse dicendo che si chiude un’era e se ne apre un’altra. Sono le Olimpiadi alle quali sfugge la vela o forse è la vela che sta prendendo altre strade di sport e di spettacolo. L’America’s Cup e la Prada Cup che la precede rimarranno fini a loro stesse o sapranno fare da elemento trainante per lo sport velico, lo spettacolo, il grande pubblico e per altri team. Nel Rinascimento i toscani fecero grande la creatività italiana, toccherà forse ad un Patrizio di quella terra far rinascere la vela e l’interesse in essa.

Max Sirena e Patrizio Bertelli skipper e patron di Luna Rossa