Cancellato il Decreto Sicurezza, intervista a Ennio Pietrangeli
180 A 90 GIORNI LA PERMANENZA NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA E FACILITA I PERMESSI DI SOGGIORNO
Intervista ad Ennio Pietrangeli sui nuovi decreti sicurezza del Governo Conte II
-CANCELLATO IL DECRETO SICUREZZA E IMMIGRAZIONE -
IL NUOVO DECRETO ANNULLA LE MULTE ALLE ONG E INTRODUCE LA PROTEZIONE SPECIALE, RIDUCE DA 180 A 90 GIORNI LA PERMANENZA NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA E FACILITA I PERMESSI DI SOGGIORNO.
INOLTRE, I MINORI NON ACCOMPAGNATI NON POTRANNO ESSERE ESPULSI.
Il Consiglio dei ministri nella serata ha dato il via libera al nuovo decreto su sicurezza e immigrazione che di fatto riscrive i decreti approvati durante il Conte I e parte degli accordi Pd-M5s per governare da alleati nel Conte II.
«I decreti propaganda/Salvini non ci sono più – ha twittato il segretario del Pd Nicola Zingaretti quando ancora non era trapelata l’ufficialità del via libera al decreto -. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista».
Su questo tema abbiamo sentito il parere di Ennio Pietrangeli, esperto di terrorismo, criminalista e studioso di geopolitica:
" Ora senza voler fare considerazioni politiche di parte, è in primo luogo necessario evidenziare come nel corso del vertice sono stati confermati i contenuti della bozza di decreto relativamente ai temi di immigrazione, protezione internazionale e complementare, contenuti, che modificano e superano i decreti sicurezza voluti dal precedente Ministro dell'Interno, seppur non perfetti, perché troppo morbidi, se analizziamo i contesti urbani del Bel paese, ove soprattutto nelle città più grandi, insistono zone franche, nelle quali il degrado sociale è la parte meno grave, in quanto il fenomeno migratorio o meglio di deportazione, attenuati gli effetti benefici del core business, perché di questo trattasi, scarica sulla società il disagio del fenomeno amplificando I problemi della microcriminalità e criminalità organizzata, nostrana, considerando che questi gruppi investono in tale business ed in tali leve, per mantenere il controllo del territorio e del sistema."
"A partire dalle norme che superano le multe milionarie alle Ong e riformano il sistema dell’accoglienza dei migranti, hanno introdotto il “regime di protezione speciale”, un altro storico errore".
"Nel decreto c’è anche una parte dedicata ai minori stranieri non accompagnati, che vengono esclusi dalle procedure accelerate dei provvedimenti di allontanamento. Inoltre, viene reinserita la regola del silenzio-assenso nell’iter di rinnovo del permesso di soggiorno. Modificato anche il periodo di permanenza nei centri rimpatri che da 180 giorni passa a un massimo di 90 giorni, questi errori sono un pericolo nel prossimo futuro per la tenuta sociale del paese, con il rischio di far tornare ai periodi del terrorismo nostrano, perché se quello - rosso- lo si è tenuto buono con il core business, forse altre frange potrebbero tornare a risorgere, come alcuni segnali dimostrano. "
Tra le misure introdotte, viene aumentata la pena per chi ha partecipato a una rissa, con multe da 309 a 2000 euro e la reclusione – se qualcuno dovesse rimanere ferito o ucciso nella rissa – da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni (ora la pena è da tre mesi a cinque anni).
Per i soggetti protagonisti di disordini o di atti di violenza il questore può disporre il daspo da specifici locali o esercizi pubblici: se il divieto venisse violato si va incontro alla reclusione fino a due anni e a una multa fino a 20.000 euro.
Nel decreto viene anche inserito, su proposta del Guardasigilli Alfonso Bonafede, il reato per chi introduce in carcere un cellulare da dare a un detenuto. In questa ipotesi, si rischia una pena che va da 1 a 4 anni, sia per chi lo introduce sia per chi lor riceve.
Prima di questa nuova misura, nel precedente regime, il reato si configurava solo come illecito disciplinare sanzionato all’interno del carcere.
Inoltre, in generale, per chi agevola il detenuto al 41bis nelle comunicazioni con l’esterno – anche diverse dal discorso appena citato del cellulare introdotto in carcere – la pena è ancora più alta: invece che essere da 1 a 4 anni diventa 2 a 6 anni. Nei casi in cui il reato fosse commesso da pubblico ufficiale, da incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, la pena passa 2 a 6 anni a 3 – 7 anni.
Sulla scorta di queste altre misure, Pietrangeli chiarisce:
"Ben vengano misure severe per contrastare dei fenomeni, che hanno visto vittima due ragazzi ultimamente solo nel Lazio, oppure contro chi agevola i detenuti nelle carceri italiane, però è giusto ricordare l'imperizia di chi ha liberato pericolosi criminali durante il lockdown, ciò dimostra che è necessario sii correre ai ripari, ma evidenzia anche un assenza di cultura della sicurezza nazionale ed urbana, giacché, non dobbiamo dimenticare il pericolo del terrorismo islamico e non, fenomeno eclissatosi dall'attenzione istituzionale e mediatica, commettendo un errore, perché il fenomeno è sempre pronto ed in attesa di colpire. A ciò è utile rimarcare che l'aumento di questi fenomeni, sono natii dal degrado sociale in cui le istituzioni hanno gettato i cittadini italiani, basti pensare al fenomeno delle droghe nelle scuole, dove spacciatori senza scrupoli, quasi tutti di altre nazionalità, per inizializzare i giovani al consumo delle sostanze stupefacenti, offrono un tiro di cocaina a due euro; immaginate gli effetti su larga scala."
La nostra redazione ringrazia per la collaborazione - Ennio Pietrangeli - ricordiamo uno dei migliori esperti sulle tematiche di genere, auspicando che i Governi, prima o poi tornino a fare gli interessi dell'Italia.
Giuseppe CRISEO
Editore
IL QUOTIDIANO D'ITALIA