Il trasporto su gomma è la nuova frontiera di Soros e i democratici
Honduras, Soros, Messico, Autotrasporti
L'uomo che finanzia il traffico dei migranti dal Messico agli Stati Uniti e le carovane di migranti provenienti dall'Honduras, è sempre lui George Soros. Per facilitare il traffico di esseri umani dall'Honduras al confine con il Messico, ha ingaggiato una importante azienda di trasporti del Texas. La legge sui trasporti negli Stati Uniti è molto rigida, le società di trasporto sono obbligate a conservare i registri delle loro attività e le società con cui hanno contratti di lavoro. Sarebbe interessante capire se questa importante società di trasporti ingaggiata da società afferenti a George Soros, sorpresa a trasportare migranti al confine con il Messico, ha i registri in ordine. A sostenere questo traffico illegale anche i democratici che hanno tentato tutte le strade possibili per destabilizzare il presidente Trump. Trump anticipò la trappola che Soros e i Democratici gli hanno tirato, impedendo l'entrata illegale di questa carovana di esseri umani. Le guardie di frontiera sono state rafforzate dalle forze armate inviate da Trump, hanno posto agli arresti numerosi cittadini americani coinvolti nel trasporto illegale. Pochi conoscono le rigide leggi sul trasporto negli Stati Uniti. Il governo statunitense, in caso blocco del trasporto per sciopero che può minare la stabilità istituzionale, si avvale di leggi coercitive, vengono affidate all'Esercito le operazioni di trasporto merci fino a che i trasportatori non fanno un passo indietro. In caso di aziende di trasporto che praticano attività illegali, il governo può comminare multe elevate, o al peggio chiudere le attività delle società di trasporto. Il trasporto che rientra tra le strategie di Sicurezza Nazionale del Paese è il più regolato tra le attività lavorative. Basta una procedura sbagliata che le aziende di trasporto vanno in bancarotta, a rischiare maggiormente sono le piccole e medie imprese che rappresentano la percentuale maggiore. I colossi Knight & Swift, Werner, JB Hunt, Schneider, e persino aziende che rifiutano di consorziarsi, hanno possibilità di resistere in caso di crisi del trasporto come pure fare fronte a pesanti sanzioni. E sono quelle ripetutamente sottoposte a controlli fiscali. Nonostante le sanzioni e i periodi bui hanno la forza di resistere. Le banche sono ben disposte a finanziarle nei periodi di crisi, sanno bene che basta una boccata di ossigeno per tornare competitive. Maurizio Compagnone