Perugia. Tribunale bambino no alla madre sì al padre psicopatico

Allontanamento anomalo di un minore dalla madre, collocato presso il padre risultato affetto da disturbi del comportamento.

Perugia. Tribunale bambino no alla madre sì al padre psicopatico

Perugia. Tribunale bambino no alla madre sì al padre psicopatico

Perugia 31 Maggio, questa è la storia di una donna originaria di Roma, che ha avuto un bellissimo bambino, che le è stato portato via, affidato ai servizi sociali e collocato temporaneamente presso l’abitazione del padre, (sono già trascorsi 10 anni), denunciato per violenze, ed aggressione domestica, come può un Tribunale non tenerne conto?

Ebbene sì un padre definito alienante e psicopatico, dalla ctu, redatta solo nel 2017, mentre lo psicopatico agiva indisturbato dal 2011, avendo ottenuto ugualmente la collocazione del bambino presso la sua abitazione.

Un caso seguito dall'Avvocato Miraglia che ci mette a conoscenza di alcuni fattori inconcepibili che lo caratterizzano.

Va evidenziato che un soggetto psicopatico, come menzionato nelle relazioni stilate dagli esperti nominati dal giudice, è una pessima scommessa terapeutica, ed è risaputo che coloro che pagano le conseguenza della loro malattia, sono i suoi famigliari ed amici, mai lo stesso psicopatico, in quanto soggetti che attuano comportamenti devianti, atti a compiere azioni aggressive nei confronti degli altri, essendo soggetti spesso orientate alla criminalità.

Le persone che soffrono di questo disturbo mostrano un minore indice di recupero, anche in seguito alle terapie che spesso abbandonano, o addirittura eludono.

Una ricerca in proposito ci giunge dal Canada, in cui si è potuto osservare che gli psicopatici erano ancor più recidivi nelle manifestazioni anomale, di quelli che non si erano mai sottoposti ad alcuna terapia, facendo questa premessa COM’E’ POSSIBILE CHE UN POVERO BAMBINO DI SOLI 4 ANNI ALL’EPOCA, ORA 13ENNE VENGA COLLOCATO PRESSO IL PADRE DALLE ISTITUZIONI, E’ UN ATTO PROFONDAMENTE LESIVO DEL BAMBINO, COSTRETTO A SUBIRE LE VESSAZIONI A CUI OGNI PSICOPATICO SOTTOPONE LE PROPRIE MALCAPITATE  VITTIME.

Eppure è successo, il figlio viene strappato alla madre intimandole di consegnare il suo povero bambino, nelle mani di un padre psicopatico, per volontà del Tribunale dei Minori.

Una madre che ha sempre cercato di affrancarsi da questo individuo, che è scappata dalla casa in cui viveva con lo psicopatico, una donna che ha chiesto aiuto alle istituzioni, e che invece ha ricevuto in cambio, la privazione del figlio “preso in ostaggio”, e collocato presso un disturbato mentale.

Una madre che è stata picchiata selvaggiamente, senza potersi mai avvalere di un aiuto concreto, da parte dei servizi sociali, ai quali sembra interessare solo depredare le donne dei figli, visti i numerosi casi, che hanno sempre lo stesso disgustoso epilogo.

Sappiamo benissimo che lo psicopatico mette in atto la fase di “love bobbing” in cui irretisce la vittima, anche la più consapevole, per poi distruggerla fino a causarne spesso la morte, e loro che fanno, gli affidano un bambino ?

Un padre che durante la convivenza con la madre, non solo la massacrava, ma attuava il solito “modus operandi”, di denigrazione assoluta, comportamenti aggressivi, minacce di morte, ricatti economici e psicologici, davanti a questo bambino, che ne cominciò a pagare le conseguenze, ritardando lo sviluppo del linguaggio, che avvenne solo all’età di 3 anni, grazie agli sforzi di una madre, che si adoperò, nonostante la situazione, per mettere a disposizione del bambino delle sedute di logopedia.

Una madre che ha vissuto continuamente vessata e controllata a vista, ogni ora con telefonate, e perquisizioni nel marsupio che era solita usare, sempre ad opera dello psicopatico.

Una madre trasformata in una schiava, che ce l’ha messa tutta per preservare il suo bambino, e che nel frattempo cercava una via di scampo, per potersi affrancare dal deviato, visto che la sua famiglia viveva lontana da lei.

Ma un giorno questa donna riesce a fuggire dal suo aguzzino, ed insieme al bambino che aveva appena terminato l’asilo, riesce ad andare a vivere nella casa dei genitori, facendo una denuncia nei confronti dell’ex compagno, ormai diventato pericoloso.

Questa madre nel frattempo aveva più volte chiesto aiuto ai servizi sociali, mettendoli al corrente di quello che subiva, raccontando loro delle minacce di morte e delle aggressioni che subiva, gli stessi servizi sociali, le rispondevano : “Torni a casa, e non lo faccia arrabbiare”.

Poi nel 2010 lo psicopatico mette in atto la seconda fase del disfacimento della sua vittima, cominciando a minacciarla di morte, perché scopre che la signora si era rivolta ad un’associazione antiviolenza, così continua lo stillicidio.

Uno psicopatico che possiede 2 fucili, e che come imprinting ha avuto solo l’input della violenza e della denigrazione assoluta nella casa familiare, dove ora vive il minore da molti anni, contornato da una nonna paterna che non solo ha assecondato una situazione deleteria con il marito per 50 anni, ma continua anche ad assecondare il figlio, divenuta anch’essa sicuramente inadeguata, eppure il bambino è stato affidato a queste persone.

Sempre nel 2010 questa madre cerca di trovare un lavoro, nonostante le minacce dello psicopatico, continuando a rivolgersi ai servizi sociali, terrorizzata dalle continue minacce di morte, ma puntualmente viene lasciata completamente sola.

Nel 2011 la fuga con il bambino verso la casa dei genitori materni non è piaciuta allo psicopatico che prima la minacciava di andarsene e poi la denunciava perché se n’era andata!

Così poco dopo la denuncia, a Dicembre del 2011, il Tribunale dei Minori stabilisce che la madre doveva consegnare il suo povero bambino nelle mani dello psicopatico, un bambino di appena 4 anni, e due mesi.

Un decreto emesso dal Tribunale Minorile di Perugia, che preferisce collocare il bambino presso la casa del padre psicopatico, affidando il bambino ai servizi sociali, piuttosto che lasciarlo, con una madre sicuramente empatica, ma nel complesso sana, con la prerogativa mai rispettata, che il padre agevolasse gli incontri con la madre, cosa che loro sapevano benissimo, non sarebbe mai avvenuta, perché si tratta di un padre psicopatico ed alienante.

Nel frattempo questa madre pur di riavvicinarsi al suo bambino, essendo lontana dalla casa paterna, accetta di vivere temporaneamente, presso una struttura che aiuta le madri in difficoltà,  in cui i servizi sociali non hanno mai effettuato le opportune verifiche per stabilire se vi erano i presupposti e l'idoneità affinchè la struttura fosse adatta per gli incontri tra madre e figlio, in questo periodo la madre deve occuparsi di andare a prendere il bambino, e riportarlo nella casa paterna, dove ogni volta che si presenta viene massacrata, e denigrata in presenza del bambino, ciò nonostante dopo l’ennesima segnalazione da parte della signora, ai servizi sociali in merito alle aggressioni, gli stessi le rispondono : “SE NON VUOLE PRENDERE BOTTE, NON VADA PIU’ A PRENDERE SUO FIGLIO”.

Accadimenti di cui si possono fornire registrazioni e video a comprova, ma allora questa è la vera funzione di questi “pseudo servizi sociali”, perché è arrivato il momento di capire bene come agiscono, e da che parte stanno.

Finalmente nel 2015 i nuovi servizi sociali tentano di frapporsi negli scambi settimanali del bambino con un educatore affinché la madre possa portare il suo bambino a casa rispettando il calendario stabilito dai servizi stessi, ma, come di consueto nell’agire di uno psicopatico, si presenta agli incontri, senza permettere però al bambino di avvicinarsi nemmeno all’educatore, un bambino talmente terrorizzato dal padre, che diffida di chiunque.

Così non sono bastate 10 denunce, per mancata esecuzione del provvedimento del giudice, di cui non si sa nulla, stranamente.

In definitiva questa madre ad oggi non vede più il suo bambino da ben 6 anni, cioè dal 2015,  quando vennero stabiliti gli incontri protetti, ed il bambino era comunque collocato presso la casa del padre disturbato,  lo stesso psicopatico che si presentava agli incontri con il bambino, ma gli impediva di scendere dalla sua auto, adducendo la scusa che fosse il bambino che, improvvisamente non voleva più vedere la madre.

15 mesi d’incontri protetti dove le istituzioni pur essendo a conoscenza circa la pericolosità del soggetto psicopatico,  non si adoperavano in nessun modo per impedirgli di obbligare il bambino a non uscire dal suo veicolo, precludendo gli incontri tra madre e figlio.

In quegli incontri il bambino improvvisamente rifiuta di scendere dalla macchina del padre psicopatico, che però si guardava bene di stare attaccato al veicolo, per monitorare che il bambino, seguisse il copione alla quale le vittime dello psicopatico si devono attenere, così che questa mamma in piena estate, pur d’incontrare il figlio e poterci parlare entrava nel veicolo rovente e vedeva il suo bambino bagnato di sudore,  a testa bassa per non guardare nessuno, vistosamente nervoso e scostante.

Una madre che aveva trascorso i 9 mesi precedenti senza poter avere nessun contatto con il proprio figlio (perché si atteneva alle mostruose regole dei servizi sociali) dove sicuramente le tecniche manipolatorie messe in atto dallo psicopatico, lasciato ad agire indisturbato avevano procurato gli effetti devastanti in questo povero bambino.

Nel 2017 cessano gli incontri, quando la giudice nomina la Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) che dopo circa 6 mesi relaziona descrivendo la madre come : "ACCUDENTE” e di un “PADRE ALIENANTE E PSICOPATICO” per poi concludere consigliando un percorso di mediazione come ultima opportunità, per trovare accordi e di mettere il bambino in comunità se il percorso fosse fallito.

Così nonostante una relazione che descrive questo padre alienante e psicopatico, le istituzioni decidono di procedere con la mediazione, sapendo bene che sarebbe stata un ennesimo fallimento perché è di uno psicopatico che si sta parlando.

Dopodichè la giudice, non contenta del risultato della CTU, nomina un’altra psicologa e così improvvisamente un  bambino che vuole bene alla sua mamma, viene messo in condizioni di ripudiarla, dopo un incontro con una psicologa, che si premura d’incontrare il minore da sola senza alcuna registrazione o prova, dopo averlo tenuto dentro la sua stanza, per poi affermare che il bambino di 10 anni non vuole più vedere la sua mamma perché si vergogna di lei, un accadimento che descrive palesemente l’azione manipolatoria di un padre, nei confronti di un bambino che non ha mai avuto motivo di vergognarsi della madre, e poi perché?

Così il 9 Luglio 2018, viene emesso un decreto, del Tribunale Ordinario in cui viene sospeso l’esercizio della responsabilità genitoriale ad entrambi i genitori, viene nominato un tutore per il bambino, al quale sono attribuite tutte le responsabilità genitoriali appunto, e vengono sospesi tutti gli incontri tra madre e figlio, ed ogni forma di contatto visivo e fisico, confermando il collocamento del bambino presso il padre psicopatico.

Un altro fattore molto grave è la decisione dello stesso tribunale di sospendere l’assistenza domiciliare messa a disposizione del bambino, escludendo la madre completamente, per agevolare lo psicopatico e la sua famiglia, altrettanto patologica a quanto pare, visto che viene specificato che i servizi sociali coordinati con l’asl di pertinenza, debbano attuare il percorso genitoriale solo per il padre, la nonna, e la sorella primogenita dello psicopatico avuta dal precedente matrimonio, dove la moglie si è suicidata, non è difficile giungere alle conclusioni del caso.

Pertanto dal 15 Giugno 2015, a questa madre hanno tolto il dono più bello, nato da una relazione con un essere che di buono non ha assolutamente nulla.

Un bambino devastato, come da relazione ctu, che ora ha 13 anni, al quale hanno impedito di avere un rapporto sano e normale con la madre, per agevolare un padre psicopatico, al quale si stenterebbe ad affidare anche un cane.

Addirittura una Corte D’Appello che scrive che nonostante si tratti di un padre psicopatico, la madre deve smetterla di chiedere che il bambino venga affidato ad una casa famiglia, senza sapere che la casa di Nilla è una struttura dove il bambino, avrebbe potuto avere le cure necessarie, volte ad apportagli dei reali benefici, necessari per una sana evoluzione, senza rimanere ancora nelle mani di uno psicopatico manipolatore.

Per il Tribunale dei minori di Perugia, appare più idoneo un genitore psicopatico, ed una nonna paterna vittima a suo dire, di 50 anni di abusi piuttosto che una madre amorevole e sana.

Un Tribunale che impedisce pure alla nonna materna di vedere il nipote, rigettandone l’istanza, adducendo che il minore, sentito in udienza, abbia asserito che non ricorda nulla della nonna, ricorda però che lo sgridava e picchiava.

Questi sono dei comportamenti degni appunto di uno psicopatico, però riteniamo che la società già ampiamente patologica, non debba riempirsi di psicopatici a sua volta, per questo motivo ci schieriamo dalla parte di questa madre, e ci adopereremo affinché la verità venga sempre svelata, a difesa dei più deboli.

URGE UN CONTROLLO PRESSO IL TRIBUNALE ORDINARIO, E QUELLO DEI MINORI DI PERUGIA, per appurare tutte le anomalie che emergono in quella che a causa di questi individui è diventata una tragedia, che ha distrutto un bambino, ledendolo nel profondo in modo irrimediabile, e danneggiando anche la sua mamma.

Il popolo Italiano e tutte le persone di buona volontà, si uniranno per fare in modo che soprusi e illeciti come questi vengano scoperti, e ci schiereremo in ogni modo con questa madre, a tutela di un bambino, che a causa di alcune istituzione, è costretto a vivere con uno psicopatico.

Aiutate prima il padre se ci riuscirete vista la gravità della patologia da cui è affetto… ma liberate questo bambino da tale supplizio !