Torino esclusa dal piano Ferrovie, ma avrà Alta velocità con Malpensa
L’assenza di Torino dai programmi del governo sulle opere strategiche non è passata inosservata tuttavia ai parlamentari torinesi, adesso al lavoro per cercare di rimediare.
Il piano da un miliardo di euro delle Ferrovie e del ministero dei Trasporti, per potenziare dove già ci sono, come a Roma e Milano, oppure per creare dal nulla (o quasi) i collegamenti ferroviari diretti e veloci con gli aeroporti delle città italiane, non contempla lo scalo torinese di Caselle.
Invece, il piano per le interconnessioni treno-aereo punta molto sull’allacciamento tra Malpensa e l’Alta velocità Torino-Milano. Il progetto da 173 milioni di euro prevede infatti due raccordi, uno alla volta del capoluogo piemontese, l’altro verso quello lombardo. Ecco perché, a quel punto, un futuro raccordo ferroviario tra il centro città e il «Sandro Pertini» passerebbe in secondo piano nelle strategie nazionali.
Il tunnel risolverà il problema una volta per tutte. Lungo due chilometri e settecento metri, aprirà — secondo le ultime previsioni — tra due anni. Aggirando così l’ostacolo che si è venuto a creare nel 2007 quando il piano della ferrovia è stato abbassato di 14 metri rendendo impossibile ai treni per Caselle l’ingresso nel nodo torinese fino a Porta Susa e addirittura (come avveniva in occasione delle Olimpiadi invernali) fino al Lingotto.
Un’opera dal costo di 160 milioni di euro che era stata progettata per rimettere ordine nell’intero sistema ferroviario torinese, ma le Ferrovie, al momento sembrano non perseguire. L’infrastruttura è della Regione Piemonte mentre la linea Torino-Caselle-Ceres, la cosiddetta Sfm A, è gestita da Gtt anziché da Trenitalia.
«Il vecchio schema del Recovery plan permetteva di fare investimenti — chiarisce l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi — soltanto sull’Alta velocità o sulle linee ferroviarie in concessione diretta dello Stato». Ma dal primo gennaio del 2023, quando il tunnel di corso Grosseto sarà a tutti gli effetti operativo, avverrà il passaggio di consegne (già avvenuto per la linea Canavesana) e le Ferrovie dovranno farsi carico di portare i treni da e per l’aeroporto dentro il Passante.
L’assenza di Torino dai programmi del governo sulle opere strategiche non è passata inosservata tuttavia ai parlamentari torinesi, adesso al lavoro per cercare di rimediare. «Nel primo elenco lasciato in eredità dalla precedente ministra Paola Demicheli mancava addirittura l’Alta velocità Torino-Lione, su cui adesso chiediamo di procedere con la nomina di un commissario straordinario — fa notare la deputata della Lega, Elena Maccanti —. Il nuovo ministro, Enrico Giovannini, si è impegnato a rivedere il precedente decreto e ad approvarne uno nuovo entro il 30 aprile».
Un nuovo documento in cui la parlamentare leghista ha chiesto di inserire non soltanto la Torino-Lione, ma il completamento del nodo ferroviario torinese (dunque, anche le stazioni Dora e Zappata) compresa la connessione per l’aeroporto. «Un collegamento fondamentale — assicura l’assessore Gabusi — che entrerà in funzione nel 2023. A quel punto, una volta collegata la ferrovia con l’aeroporto, si porrà però un’altra questione: avere i voli a Caselle».