La Terza Guerra Mondiale spiegata ai newbie

La Terza Guerra Mondiale spiegata ai newbie

Con la secca rimozione da parte di ‘Google’ dei dati di ‘The Associated Press’ in caso di ricerca di Joe Biden o Donald Trump, termina (miseramente quanto le due precedenti) anche la “Terza Guerra Mondiale” (da noi va forte la citazione del Bergoglio), tra 9 e 11 novembre 2020, secondo il nostro Calendario. Dopo la tragedia della Prima, la farsa di questa; nessuno comprenderà ancora a lungo il melodramma della Seconda.

L’Italia (occorre seguire le dichiarazioni del Presidente Mattarella), entrata in guerra esattamente tre anni fa (come se con Berlusconi, Salvini e Meloni non se la “cantasse e se la sonasse” autarchicamente in Sovranismo, ma lasciamo stare…) ne esce vincitrice a tutti gli effetti, in Prima Linea, strizzando l’occhio ad una nota pellicola di Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno e scaricando ‘La Repubblica’, che la bollò come l’apologia del Male Assoluto.

Il “Sessantottino” (io ho voluto dividere questa “massa di intellettuali” in ‘Sessantottini puri’; ‘Dark’ e ‘Reds’, “violentando benignamente” la sociologia statunitense con rammarico del Crozza e dell’americano di Sardegna Floris) è così andato (finalmente) alla guerra. E più è pentito meno se ne è reso conto. Più che ‘Penelope’, in Italia ha vinto ‘Tina’.

Un caso personale
Forse siamo, dal mero punto di vista della “Rete” (l’uso benigno del neutro Internet, figlio dell’ancora attualissimo “Arpanet” made in C.I.A.) a una vittoria storica, che se solo la California di Faccialibro avesse uno “Zorro”, verrebbe valutata. Ma sono pochi i tratti (forse visibili solo alle donne e a chi segue l’universo femminile con grande interesse, sconsigliato l’ex Cavaliere) che la rendono davvero tale. Saremo pure, dal punto di vista della Rete “nei Quaranta” e – semmai – per come può vederla la carta stampata a un semplice “tentativo miseramente fallito rapidamente di ritorno agli anni Venti e Trenta” ma, dal punto di vista obiettivo, fattivo, verace: a un nuovo rinascimento (come al tempo di D’Annunzio) artistico-culturale che chissà come inciderà sull’economia, la tecnologia, e persino – per una volta – la Scienza vera e propria.

Saremo, forse eh, negli anni Quaranta, avrà ragione Guccini, ma io avevo già dato nei “Trenta” e persino nei “Venti”, perché ho una certa età e tendo a rimarcarlo. Tra la staffetta partigiana Tina Costa e quella Oriana Fallaci, o tra eredi di Partigiani quali Massimo D’Alema o (a suo tempo amica intima dei Berlinguer e dei Cossutta, grande politica romana; con una famiglia che guadagnava poco ma contava molto prima del turbocapitalismo privo di turbopolitica – si rimanda al testo del professor Novelli – prima del Progresso, nel 1994, quindi della Sinistra, nel 1998, e infine addirittura del Partito, nel 2014, chiaramente solo nel caso italico) mia madre Rossella Duranti… fu difficile comprendere dove fosse il Bene e dove fosse il Male; dove fosse il Giusto e dove fosse lo Sbagliato. In Politica.

Inizialmente le masse politiche si schierarono con un “voto tradizionale” come negli anni Ottanta, Settanta e Sessanta, ma poi emerse la confusione, la “contaminazione” (si veda magari simpaticamente il “brigante” del Gassman Alessandro!). Così come oggi le masse (non più tanto) politiche credono, temono o addirittura auspicano senza speranza chissà cosa quando siamo al Capolinea del Fascismo, che nell’arco di 2-3 anni vedrà morire alla velocità della Società Liquida i primi “Franco” e “Salazar”. Per – effettivamente – “non tornare mai più” (la citazione e del Bertolucci di mezzo).

Ma finisce davvero qui? O c’è dell’altro, nascosto tra le pieghe – principalmente – degli anni Venti, Trenta e Quaranta (e in parte anche Dieci e Cinquanta, e tragicamente i Sessanta sino alla Bolivia) da ricercare, in particolare dalla Storiografia, dalla Filosofia e – financo – dalla Teologia?

Da parte mia, il mio “onore” alla Romeo Ottaviani o all’ultimo duello che si compì (ben meno noto della carica di cavalleria italica) sul fronte sovietico da parte di una coppia di amici del Keghebé non è mai stato compreso. Eppure, malgrado alcuni “sputtanamenti” di Repubblica che pure avrebbe tanto appoggiato i rivoltosi del tempo (sic!) alla mia persona e tre processi, molto gravi, sin da minore (ne sono poi uscito con la fedina penale pulita e diverse violazioni sulla mia persona dei Diritti Umani ben risapute in Parlamento) e poi sino al 2013-14, non ho mai fatto male a una mosca.

Ancora oggi, persone che hanno assistito dal vivo all’omicidio Moro, residenti nel Litorale, o nipotini pentiti delle Bestie di Satana, mi cercano e non capisco cosa vogliano da me. La questione fu diversa (si rimanda a tutta una serie di articoli diffamanti sui maggiori giornali romani e nazionali attorno al 2 giugno del 2011 e – per la smentita – ai dossier pubblici di Magistratura e Forze dell’Ordine), eppure appunto per questa non sono stato pubblicato da alcun giornale “prestigioso” (ivi compresi ‘Repubblica’, ‘Manifesto’ e ‘Left’ a cui io tenevo e con cui ho sovente parlato) in questi 2-3 anni di mio impegno sul campo della “3WW”. Non è tanto che io non abbia mai neppure “ferito” qualcuno in vita mia, che non abbia mai alzato un’arma, che forse bisogna relativizzare i tempi (oggi non siamo al tempo di Montanelli in Etiopia; e quindi, nella S. Liquida, la violenza del 2002 non è la violenza del 2011 che non è la violenza del 2019… prossima allo “00” e già allo 0,virgola) e, soprattutto, che in questi ultimi 3, 4 e 5 anni non abbia ricevuto – da alcunchì – la benché minima querela, neanche di “mezzo pound”, per alcuno dei miei scritti di ogni forma e grado.

La questione è diversa. Il Porto di Ostia, era in mano alla Mafia. Questo è stato smascherato. E tutto è stato messo – dal punto di vista politico – in mano al Sindacato CGIL.

Lorenzo Proia
"nome di battaglia artitistico-culturale" Romeo 'Satana' Duranti

Bibliografia complementare
https://open.luiss.it/2019/08/01/la-nuova-guerra-non-si-combatte-in-trincea-ma-nei-cieli-digitali