Carabiniere investito, solidarietà di Fervicredo

Fervicredo solidale con il carabiniere

Carabiniere investito, solidarietà di Fervicredo

Carabiniere investito, solidarietà di Fervicredo: “Punire severamente i responsabili, la vita di un Servitore dello Stato deve essere tutelata in ogni modo. Vicini alla sua famiglia” 



“Oggi l’ennesimo terribile attentato alla vita di un Servitore dello Stato, rimasto gravemente ferito nell’espletamento del proprio dovere. E’ terribile recarsi a lavoro nell’interesse di tutti i cittadini, per garantire la sicurezza altrui, e non poter far ritorno a casa per via della violenza inaudita di criminali senza scrupoli. Siamo vicini al carabiniere che è stato travolto da ladri in fuga, e preghiamo che le sue condizioni possano migliorare rapidamente fino a completa guarigione”. 

Mirko Schio, Presidente dell’Associazione Fervicredo (Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere), esprime così la solidarietà propria e dell’intera onlus al carabiniere di 48 anni che, a Mordano, in provincia di Bologna, è stato investito da due malviventi i quali, invece di fermarsi all'alt della pattuglia, hanno accelerato e sono scappati. 

“La medesima convinta e piena solidarietà vogliamo esprimerla ai familiari del militare – aggiunge Schio – che ne condividono sacrifici e paure, sapendo che la forza del loro amore sarà ciò che lo trascinerà al sicuro, riportandolo presto a casa. Ma serve di più. Serve che lo Stato si faccia carico seriamente e convintamente dell’incolumità e del benessere dei propri operatori in divisa. La vita di un Servitore dello Stato deve essere tutelata in ogni modo possibile, anche e soprattutto garantendo che chi vi attenta sia punito severamente e concretamente. Ora aspettiamo che i responsabili della grave aggressione di oggi siano identificati, rintracciati e condannati, e che la loro pena sia certa e realmente scontata. E’ indispensabile che si reagisca con incisività nei confronti di chi pensa di poter vivere fuori da ogni regola accanendosi su chi porta la divisa, perché un operatore in divisa è un uomo ed al tempo stesso rappresenta lo Stato e le sue istituzioni, e gli si può chiedere di mettere a repentaglio tutto per il bene comune solo quando si è pronti a difenderlo fino in fondo”.