America's Cup 2021 - La solitudine del numero primo.

Alla scuola di tango argentino Luna Rossa scivola, sostenuta per un po’ dal suo avversario e partner . Che voti daranno i giudici. Terranno conto che le colpe dei genitori ricadono sui figli?

America's Cup 2021 - La solitudine del numero primo.

La partecipazione ad una sfida di America's Cup è possibile solo ad una ristretta élite di coraggiosi uomini, per i quali il DNA è stato battezzato, non con poche gocce versate da un'ampolla, ma con l'immersione nell’acqua di una piscina piena di EGO allo stato puro.
"Non c'è secondo!" Sarà questa una citazione ritrita, ma l'America’s Cup, diversamente anche dalle regate olimpiche, permette ad un solo team di "strappare Excalibur dalla roccia". Ben conscio di questa sfida, il nostro "Parsival nazionale" decide di intraprendere il viaggio alla conquista della sua ambita brocca, ma solo quando avrà conquistato la certezza di essere l'unico partecipante del proprio paese. Se questa strategia può valere per un’ isola di neanche cinque milioni di abitanti che possono anche permettersi di non  dividere il loro know how, non è detto che la stessa regola sia applicabile con successo in una penisola, abitata da più di sessanta milioni di poeti e marinai. Questo elemento strategico ci fa notare che se è vero che in un torneo degli sfidanti, tanti più partecipanti ci saranno, tanto più forte sarà il suo eletto vincitore, la stessa logica si potrebbe utilizzare grazie ad un team "satellite"( guarda caso in F1 esistono) che possa, nella competizione "privata", far migliorare l'attesa eroina, figlia del re. Quale sarebbe la formula magica di un Mago Merlino super partes? Che la matrice di controllo dei due team sia la stessa!
Il punto è questo. Un'ambiziosa campagna di America’s Cup, mediamente si sviluppa in un arco temporale di tre anni. Nel primo terzo del tempo, quello fondamentale al risultato finale, deve rispondere a due domande: A - Perché vinceremo noi? B – Quale è l'idea? Il secondo terzo di questa lasso temporale viene utilizzato per costruirsi l"arma". Sia ben chiaro che tutto ha un costo al chilo, un ponte, come un treno, come un aereo costa un tanto al chilo, barche in carbonio comprese. Gli ultimi 12 mesi saranno dedicati ad affilare la nostra Excalibur al meglio, prima dello scontro finale, quello dove "ne resterà uno solo". 
Chiunque può capire che un muro di una certa dimensione viene su più velocemente se lo stesso è fatto da una coppia di muratori e non da un solo manovale e neppure, per motivi diversi di dimensioni e spazio utile, da tre manovali. Questa scelta "imperiale", fatta in tempi non sospetti, pone il “lunatico” Parsival nella classica "solitudine dei numeri primi". Da qui è un attimo il perdersi nella foresta oscura dei dubbi. Accidenti! In questo momento un lettore iscritto al Luna Rossa Fans Club mi obietta:” Si, OK e quale sarebbe il problema? Noi non dobbiamo certo costruire un muro”. La risposta la possiamo dare ritornando nel mega extra galattico ufficio del "c'è chi può e chi no, io può". Perché facile è il decidere se andare in vacanza in Sardegna o in Sicilia.  Ma quando ti trovi davanti ad un tipo che ti propone la sua formula chimica di quella che diventerà l'aspirina e, al suo fianco ci sarà seduto, ops inginocchiato, un altro venditore che ti dirà la stessa cosa con una formula chimica diversa, che fai, potendone acquistare una sola per problemi di tempo. Quale acquisterai delle due formule, di cui una è quella giusta e l'altra un placebo? Accidenti. Stanno arrivando una serie di post provenienti dai social dei vari Luna Rossa Fan Club che mi fanno notare che si sono collegati per capire di vela e non di “Big Pharma”. L'elasticità regna sovrana. E così sia. Alla più classica delle “Sliding Doors” che ha dovuto affrontare il vertice pensante di Luna Rossa, foils a Y o foils a T, come avrà fatto questo comitato ristretto a prendere la decisione giusta? Questo è il problema. Come sia stato risolto, lo abbiamo visto tutti. L'ennesimo fan della Luna mi digita “e già, solo il chirurgo che non va in sala operatoria non sbaglia mai. Tu come avresti fatto ad indovinare la scelta giusta?” Ecco il ragionamento che non venne fatto nel mega ufficio extra galattico, quello del capo dei capi, quello dal quale ti puoi anche lanciare dalla finestra in uno scivolo che ti porta al piano di sotto. Le variabili in campo sono tre: il tempo, quello che, con la solita frase di chi vuole far sembrare di sapere le cose "non si può comprare", i soldi, che li puoi spendere con opulenza o con accortezza, le idee che, come i funghi, esistono ma non tutti li possono trovare. Quindi? Quindi iniziamo a raddoppiare il tempo a disposizione, generando un team satellite. Così, al posto di migliorare le performances nell'ultimo mese di regate, inizi ad avere a disposizione due anni di test comparativi e non uno solo. Visto che ETNZ riesce a partecipare alle regate con un budget solitamente dimezzato, rispetto a quello del magnate della “Signoria”, si dimezzino le risorse per un solo team, potendo così "giocare" su due tavoli contemporaneamente. In questo modo ogni idea "dubbia" potrà essere sviluppata al meglio in una sana competizione. Fatto questo possibile solo se nel secondo team non vi siano presenti i soliti “yesss man”, quelli del "tengo famiglia", del non perdo una mancetta sicura per sostenere un’ idea dubbia. Così è successo che il test fatto sul foil a T, usato erroneamente in orizzontale o poco più, perché nessuno ha pensato di muoverlo con le arms, ma sempre e solo con gli attuatori, ha prodotto numeri che dicevano: “la barca scarroccia”. Visto che nessuno del team di Luna Rossa sapeva in quel momento come vola generando una portanza inversa un disco volante, i santoni della progettazione del team Italiano hanno optato per un non mai visto prima, foil a Y rovescia. Se poi aggiungiamo che tra questi santoni del pensiero superiore, vi sono super idrodinamici della famosa scuola di Montevideo, perché oggi il tango si impara a Milano, ecco che la frittata è stata fatta. Fu con la decisione di quel giorno, settimana o mese, che Luna Rossa perse la finale. Poi, sicuramente, i due anni successivi sono stati pieni di gioia ed accortezze, tipo quella di posizionare gli adesivi degli sponsor sotto l'ultima mano di vernice. Tutti felici della loro miglioria che, valutata in velocità, non tocca nemmeno la quarta cifra decimale. Vabbè. Come sempre ci si concentra sul dito e non si guarda mai… la Luna.

La terza parte di questo racconto la potrete leggere spero nei prossimi giorni, perché il giornalista scrive quello che deve e non quello che sa e inoltre non va neanche in barca, sottolinea qualcuno.

GA&CM