Il lavoro in tempo di coronavirus
Di Luca Brusamolino
LUCA BRUSAMOLINO PER VARESE PRESS
BUONGIORNO L’ULTIMO DECRETO FIRMATO IERI SERA DAL GOVERNO PER FAR FRONTE ALLE CONSEGUENZE DEL CORONA VIRUS DEDICA UN PARAGRAFO AL TEMA DELLO SMART WORKING – LEI CHE È ESPERTO DI CHANGE MANAGEMENT E SMART WORKING E VIVE QUESTE TEMATICHE DA TEMPO IN AZIENDA. SA DIRMI A CHE PUNTO SIAMO IN ITALIA?
Dal punto di vista normativo siamo molto avanti, sta infatti per compiere 3 anni la normativa sul lavoro agile, che sancisce la possibilità per lo smartworker di prestare la propria attività senza vincoli di luogo e orario previo accordo individuale tra le parti. Il governo ha inoltre risposto in maniera tempestiva all’emergenza coronavirus consentendo con un decreto, l’attivazione dello smart working anche in assenza dell’accordo individuale prima per le aree considerate a maggior rischio e dal 2 Marzo estendendo questa possibilità a tutto il territorio nazionale. Dal punto di vista organizzativo invece i dati non sono così confortanti, se è vero che il lavoro agile è un fenomeno in continua crescita, il numero degli smartworker “censiti” dall’osservatorio del Politecnico di milano sono 570mila, un numero limitato se paragonato agli occupati italiani.
CHE DIFFERENZA C’È TRA TELELAVORO E SMARTWORKING?
La domanda è molto utile perché c’è tanta confusione su questo aspetto. I media spesso associano lo smart working al lavoro da casa che è invece un cambiamento molto più ampio che investe tutta l’organizzazione. In poche parole il telelavoro è un istituto giuridico che nasce a ridosso degli anni 2000 a seguito di una direttiva europea e prevede lo svolgimento della prestazione lavorativa a distanza rispetto alla sede centrale. Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire tutte le dotazioni necessarie (postazione di lavoro e tecnologia) e di garantire, anche attraverso ispezioni, la salute e sicurezza del lavoratore presso il suo domicilio. Lo smartworking è invece una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati; un vero e proprio nuovo modo di lavorare che fonda le sue basi su 3 pilastri : Tecnologia, Spazi di lavoro, e organizzazione.
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE AFFINCHE’ UN’AZIENDA POSSA ATTIVARE LO SMARTWORKING ? Tutte le aziende a livelli diversi possono attivare lo smartworking, naturalmente l’abilitatore numero 1 è la tecnologia. Le dotazioni di base sono un laptop, una connessione e dei software di collaboration che permettano di accedere digitalmente ai documenti e di gestire task, progetti e comunicazioni da remoto. Anche gli spazi di lavoro vengono ripensati sul modello activity based working cioè con ambienti diversificati nei quali le persone si possono muovere all’interno dell’ufficio a seconda dell’attività da svolgere. Inoltre, la possibilità di lavorare ovunque, amplia l’accezione di ambiente di lavoro che sempre più racchiude luoghi anche esterni all’azienda come i coworking che stanno riscuotendo sempre più successo.
RAPPORTO COSTI BENEFICI?Con lo smartworking si hanno benefici a somma positiva per tutti : Aziende, lavoratori e comunità/società. Nel caso specifico dell’epidemia del corona virus stiamo vedendo come lo smartworking abbia garantito la business continuity per tantissime aziende e allo stesso tempo limitato il rischio epidemiologico.Benefici per le aziende: Aumento produttività – Riduzione tasso assenteismo e turnover – Riduzione costi di gestione degli spazi fisici (facility, locazione, rimodulazione degli spazi) – Riduzione costi di gestione del personale (buoni pasto, straordinari, trasferte, pendolarismo)Benefici per i lavoratori:Maggiore autonomia nella gestione delle proprie attività lavorative (orari, luoghi) – Maggiore soddisfazione e miglioramento della qualità della vita in termini di work-life balance – Risparmio tempi e costi dovuti agli spostamenti – Minore stress legato al lavoroBenefici per l’ambiente e la comunità:Riduzione delle emissioni di CO2 di traffico e inquinamento – Rivitalizzazione quartieri periferici non più solo “dormitorio”
PENSA CHE QUESTA EMERGENZA POSSA ESSERE UNA SORTA DI GRANDE PROVA GENERALE E CHI LO HA ATTUATO NON TORNERA’ PIU’ INDIETRO?Il coronavirus già dell’esperienza cinese è stato definito il più grande esperimento al mondo di remote working. Ora le aziende non hanno più scuse nemmeno in Italia, un paese culturalmente avverso al cambiamento e in cui controllo, gerarchia e presenzialismo sono più diffusi che in altri paesi. Speriamo quindi che alla fine di questa brutta storia, i cui danni economici saranno sicuramente ingenti, le aziende abbiano imparato a lavorare in un modo nuovo, più flessibile, più efficiente, più SMART