Vogliamo giustizia Tribunale Minorile di Bologna indagato dal Welfare

Commissione del Welfare, al Tribunale Minorile di Bologna

Vogliamo giustizia Tribunale Minorile di Bologna indagato dal Welfare

Vogliamo giustizia Tribunale Minorile di Bologna indagato dal Welfare

28 Maggio, pensate a 12 anni di calvario per una madre, che si vede costretta a sporgere denuncia nei confronti di 9 assistenti sociali.

Continua il filone sui casi legati agli affidi illeciti, che hanno reso tristemente noto il nostro paese per l’inciviltà inaudita, nei confronti dei minori e delle famiglie, a cui a quanto pare vengono puntualmente strappati.

Il copione è sempre lo stesso, le storie di sofferenza sono molte, tutte diverse, estremamente dolorose, con un comune denominatore che si può tradurre in anni, dove gli effetti di questi madornali comportamenti da parte di alcune istituzioni, che dovrebbero tutelare le persone in difficoltà, ma che spesso ledono, e causano danni gravissimi ai bambini.

Come da descrizione dell’Avvocato Miraglia, che riassume questo caso, parla di questa madre 46enne emiliana, che nonostante gli abusi, e le violenze subite, dal suo ex compagno, si è vista sottrarre i figli, vittime a loro volta di una situazione di totale abbandono, dalle istituzioni, alla quale erano stati affidati, e conseguentemente (la figlia) sfogando la propria disperazione, ha cominciato ad utilizzare  sostanze stupefacenti, ragazza che prima che intervenissero i servizi sociali, non era di certo in queste condizioni.

Una madre che ha dovuto lottare per ricostruire i rapporti affettivi con i propri figli, che stranamente le sono stati preclusi, da quelle stesse persone che dovrebbero agire a salvaguardia degli stessi.

Ma il danno madornale ahimè potrebbe ormai essere stato fatto,  infatti la figlia della signora, nonostante abbia ricostruito con molta fatica il rapporto con la madre, grazie anche al provvidenziale intervento del Presidente del Comitato Angelo e Demoni, Francesco Cattaneo, ha cominciato ad approcciarsi alle sostanze stupefacenti, il tutto mentre era affidata in via esclusiva ai Servizi Sociali, che stranamente dichiarandosi ignare di tutto, a quanto pare, non hanno dato seguito alle segnalazioni della madre in merito, occupandosi delle comunicazioni della mamma della ragazza, con molta superficialità probabilmente.

La situazione di questa ragazza, può rappresentare un fallimento collettivo, una comprova che qualcosa deve cambiare, affinché cessino di esistere queste tragedie familiari.

Una ragazza che prima si comportava normalmente, ora risulta adottare comportamenti aggressivi anche a scuola, quando ci va.

Ed il fratello maggiore che pur avendo mantenuto i rapporti con la madre fino alla maggiore età, ora ha deciso di prendere un’altra strada, in seguito alla condanna definitiva nei confronti del padre, per le violenze, ed i maltrattamenti nei confronti della madre.

​Una regione quella dell’Emilia-Romagna, che è già stata al centro e lo è ancora, dello scandalo di Bibbiano, di cui nessuno si dimenticherà, vista la gravità delle accuse, e delle prove raccolte attestanti l’immane tragedia provocata ai genitori, ed ai loro poveri bambini, vittime di queste vicende.

Secondo la ricostruzione dei fatti emergono, dettagli sconcertanti, dove nonostante una donna lotti contro un compagno aguzzino, che la picchia selvaggiamente, sottoponendola a violenza, vessazioni, e minacce di sfregiarla con l’acido, viene convita dai servizi sociali di Bologna (città in cui vive la donna), e non se ne capiscono le motivazione, a ritirare la denuncia sporta contro il compagno, macchiatosi di tanta ferocia.

Una donna costretta a depositare un paio di settimane fa, una denuncia contro ben 9 assistenti sociali denunciate per falsità ideologica, che operano in due diversi quartieri bolognesi, riservandosi di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni materiali, e morali subiti.

L’Avvocato Miraglia aggiunge, “perché i servizi sociali non hanno dato seguito a ciò che avevano indicati i giudici, perché invece la madre con i figli sono stati costretti a vivere in alcune case famiglia, fatiscenti, e in cattive condizioni igieniche, dove giravano persino i topi, e dove veniva servito cibo scaduto, facendo ricadere sulla madre, colpe inesistenti, ogni qualvolta questa donna palesasse, le sue difficoltà, attribuendole etichette inesistenti come 'ostile e non collaborativa', con quale coraggio si cerca di fare passare una vittima per rea, quando i fatti concreti dimostrano, invece che questa madre, non solo ha voluto affrancarsi da una situazione dannosa e lesiva per la propria vita e quella dei suoi figli, rivolgendosi alle autorità, ma che ha accettato di trasferirsi presso le case famiglia, che le avevano assegnato, questa è un’evidenza che non può avvallare certe etichette attribuitegli, da certi servizi sociali.

Nessun progetto per questa madre, destinata con i suo figli a subire condizioni di vita disagiatissime, dentro le fatiscenti case famiglia, senza aver ricevuto né lei né i suoi figli, gli apporti di un vero progetto di sostegno, o di un aiuto psicologico.

Noi insieme all’Avvocato Miraglia, attendiamo di conoscere chi risarcirà questo grande danno, dovuto agli anni d’incuria che hanno portato la figlia della donna, a subire gli effetti collaterali di una situazione gestita in maniera riprovevole.

Noi italiani siamo disgustati nell’apprendere che i tanto decantati valori promossi dal Welfare, sul benessere delle persone e delle famiglie, possano essere calpestati dai Comuni dell’Emilia-Romagna, che mettono a disposizione case famiglia estremamente discutibili, e di certi servizi sociali che non si occupano del benessere delle persone in difficoltà.

Ciò nonostante desta ancora più scalpore è il tentativo dell’Amministrazione Comunale di Bologna, nel difendere l’iter perpetrato dai servizi sociali, attribuendone l’autorizzazione di tali comportamenti, alle autorità che presiedono il  Tribunale Minorile, anche quando, prima della successivamente ratificate dalla competente Autorità, i servizi hanno agito in via del tutto amministrativa, inoltre sempre il Comune, asserisce che non risulterebbe alcuna denuncia ritirata a carico, dell’ex compagno aguzzino di questa madre, che sta scontando una pena di detenzione.

Insomma una vicenda che sicuramente fa riflette sulla trasparenza e la valenza, di certi iter, che sembrano ripetersi in modus operandi in ogni vicenda legata agli affidi illeciti, ai clamori della cronaca.

Il Sindaco tramite il portavoce legale Virginio Merola, afferma che il periodo trascorso in casa famiglia è durato quattro mesi nell’anno 2012, ed afferma inoltre che non esiste nessuna denuncia ritirata dalla madre, nei confronti dell’ex coniuge energumeno, a questo punto ci auguriamo che i giudici facciano giustizia, e che la verità quella VERA trionfi sempre anche dopo 12 lunghi anni.