Talebani e narcotrafficanti, estremismo e oppio, pericolo per il mondo.

molti errori e punti oscuri nella politica internazionale, nel 2002 il generale Franks, il primo a coordinare l’invasione in Afghanistan delle truppe di terra Usa, dichiarò: «Non siamo una task force antidroga. Questa non è la nostra missione».

Talebani e narcotrafficanti, estremismo e oppio, pericolo per il   mondo.
talebani

I talebani, o talibani (in pashtu e in farsi طالبان, ṭālebān, plurale di ṭāleb, ossia "studenti/studente"), sono un'organizzazione politica e militare afghana, a ideologia fondamentalista islamica, presente in Afghanistan e nel confinante Pakistan.

"I talebani non hanno mai pensato veramente alla pace ma hanno approfittato del negoziato per ottenere il ritiro delle truppe straniere". E le minacce di nuovi raid avanzate da Scott Miller, comandante del contingente Usa in Afghanistan, non devono far sperare in una marcia indietro di Washington.(AGI).

La situazione degenera:Foad Aodi(Amsi); oggi 10 morti e 22 feriti a Kabul e sono più di 66 morti e 120 feriti di civili dall'inizio  dell'avanzata dei talebani verso Kabul.

La loro storia


Sono sorti e si sono "fatti le ossa" nella guerra contro i sovietici. Sono un movimento politico, militare ma hanno una forte base religiosa estremista alla base della loro azione, obiettivo un Emirato e per questo hanno l'appoggio e avuto in passato, il riconoscimento di  Emirati Arabi Uniti, Pakistan e Arabia Saudita.
E' bene distinguere il mondo islamico dal loro, sono estremisti.
La loro notorietà deriva dal loro tentativo di portare ordine in un paese dilaniato dalla guerra dopo la caduta della Repubblica Democrativa dell'Afghanistan, appoggiata dai sovietici.
Godettero degli appoggi della mafia pakistana, secondo Ahmed Rashid, oltre agli afgani di etnia Pastun, e si ricavarono un ruolo importante nel controllo del territorio tra Pakistan ed ex repubbliche sovietiche, controllando  il passaggio degli autotrasportatori, ricevendo in cambio demnaro e appoggio politico.

Come si finanziano

Cercano di tranquillizzare il mondo con la dichiarazione: " basta droga e terrorismo", c'e' da credere?

«Non ha vinto l’islamismo in queste ore, dopo vent’anni di guerra. Ha vinto l’eroina. Errore è chiamarli miliziani islamisti: i talebani sono narcotrafficanti. Oltre il 90% dell’eroina mondiale è prodotta in Afghanistan e negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l’hashish e la marijuana». Roberto Saviano, dalle pagine del Corriere della Sera.

Il business della droga da loro controllato e' stato documentato da piu' parti:

Alcuni comandanti hanno cercato di stabilire l'indipendenza finanziaria approfondendo il loro coinvolgimento nel traffico di eroina. Ad esempio, Nasim Akhundzada, la cui zona di controllo includeva la fertile valle di Helmand, ha imposto quote di produzione di oppio per i coltivatori di papavero e ha trasportato la droga su camion nel vicino Iran, dove avrebbe potuto ottenere prezzi all'ingrosso più elevati. 11 Gulbuddin Hekmatyar e Yunis Khalis, due comandanti fondamentalisti nell'Afghanistan orientale, gestivano laboratori di eroina nelle aree di confine e gestivano compagnie di trasporto e autobus come copertura per lo spostamento di stupefacenti e denaro contante. 12 I comandanti ribelli si scontravano regolarmente tra loro per il controllo del business della droga. (www.gretchenpeters.org).

Arriviamo ai committenti: L’eroina talebana rifornisce - prosegue il Corriere - camorra, ’ndrangheta e Cosa nostra, i cartelli russi, la mafia americana e tutte le organizzazioni di distribuzione negli Usa a eccezione dei messicani che cercano di rendersi autonomi dall’oppio afgano.

La produzione di oppio ha radici storiche: sotto il regime dello Scià, destinava più di 33.000 ettari alla coltivazione del papavero da oppio [7]; coltivazioni che vennero poi sradicate con l’avvento della rivoluzione islamica di Komeini proprio negli anni ottanta.(WIKIMAFIA), la povertà e scarsità di acqua spinse i contadini ad approcciarsi alla produzione dei papaveri per la produzione dell'oppio e sopratutto anche per la carenza di istituzioni forti e sane.

La via della droga con connessioni in Pakistan, lascia pochissimo ai produttori, una quota importante va a un emissario dei servizi segreti o comunque un "mediatore" che rivende il prodotto a uno dei "signori della droga" in contatto con l'Iran altro paese di transito, "rotta iraniana" tramite il gruppo etnico minoritario dei Baluci oppure  la" “Rotta pakistana”, per poi raggiungere il porto di Karachi, in cui la merce viene imbarcata sia direttamente verso l’Europa e gli Stati Uniti, sia verso l’Africa, da cui segue altre rotte, ma sempre per raggiungere l’America e l’Europa ma vi e' pure una terza, “Rotta centrasiatica e russa”.

La droga era così tanta e importante dal punto di vista economico che dopo il 1989, il regime dei Turbanti Neri arrivo' al punto da fa pagare una tassa, " un quinto del valore di ogni camion in transito".
Nel 1997 si raggiunse la produzione di 2.800 tonnellate e il controllo tale da gestirne il prezzo, la droga veniva raffinata lentamente per non abbassarne eccessivamente il valore, vista la grande produzione. (2001), nonostante l'operazione “Enduring Freedom” del 2001, promossa dagli USA per combattere il terrorismo ed il regime dei Talebani.

Sempre da wikimafia

Di fatto oggi in Afghanistan l'impunità regna sovrana, accompagnata da un altissimo livello di corruzione che riguarda tutte le sfere dell'attività pubblica”; in cui, a trarre vantaggio, sono i vari signori della guerra e della droga, “il cui potere è stato tutt'altro che ridotto in questi anni, ma si è al contrario rafforzato con la politica di coinvolgimento avviata fin dalla guerra ai taliban (…) e perseguita con sistematicità dal governo Karzai[22].

In conclusione la grande corruzione di alti funzionari statali, la dipendenza dei contadini dai papaveri e i grandi introiti dalla droga, rendono la zona difficilmente controllabile dal punto di vista politico, senza un intervento militare internazionale ma anche con un piano sociale per convertire la produzione di papaveri, un ragionamento che segue quanto aveva proposto Gratteri

che aveva intuito quanto fosse importante il consenso degli agricoltori che devono avere convenienza a coltivazioni alternative