Spedizioni a rischio coronavirus, che fare?

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Spedizioni a rischio coronavirus, che fare?

"Condizioni meteorologiche avverse, disastri naturali e altre condizioni al di fuori del nostro controllo possono occasionalmente causare interruzioni ai nostri servizi. Se è in corso un’interruzione del servizio, sarà visualizzata qui sotto. Un nastro dorato di avviso sarà inoltre visualizzato in cima a tutte le pagine ups.com. Se in basso non ci sono avvisi di servizio, la rete di trasporto UPS negli Stati Uniti sta funzionando normalmente."

Uno dei tanti messaggi, di uno spedizioniere molto serio, tra i migliori, figuriamoci gli altri.

In tempi di pandemia, occorre organizzarsi, come?

Si chiede ai dipendenti ( con accordo sindacale) si farsi il tampone ed adottare tutte le precauzioni del caso.

Se il Governo chiede di non uscire di casa, che facciamo muoriamo di fame?

Si chiedono le medicine a casa e sembra un problema, idem per la spesa e figuriamoci per il resto dei prodotti che dovrebbero servirci. Amazon chiede tantissimo ai dipendenti e paga pochissimo ma ci sembra uno dei pochi all'altezza e tutti i giorni consegna.

Non si può trovare una soluzione che non sia un problema per chi compra, che non ha certezza del recapito, per il commerciante che non vorrebbe cattiva pubblicità pur non avendo responsabilità diretta e per il consumatore che non si vede recapitata la merce e con clausole come quella sopra non ha possibilitò di fare ricorso?

Le leggi devono adeguarsi alla situazione pandemica che non figurerà domani, prevedendo assicurazioni obbligatorie e in caso di inadempienza, l'0bbligo per gli spedizionieri di avvelersi dei loro concorrenti che non potrebbero non accettare tale condizione ( visto che potrebbe capitare anche a loro), pur di non  bloccare il bloccare il commercio via internet, unico in crescita, agevolando i produttori locali e non le multinazionali. Come? La risposta alla politica europea, non solo quella nazionale.