Scandalo mascherine, operatori sanitari a rischio
Giuliano (Ugl Salute): "Avviare verifica su DPI"
Proteggere chi dal primo giorno lotta in prima linea doveva essere una delle assolute priorità nella lotta al Covid-19. “E invece l’allargarsi a macchia d’olio dello scandalo legato alle mascherine Fp 2 e Fp 3, con l’ordine di sequestro di 60 milioni di pezzi emesso il 30 marzo scorso dalla Procura di Gorizia, testimonia come gli operatori sanitari siano ancora oggi esposti a gravissimi rischi” dichiara il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano.
“Malaffare e sprechi da troppo tempo – prosegue il sindacalista - trovano terreno fertile nella sanità e questo caso dimostra come tantissimo ancora ci sia da fare. Sono 250 milioni le mascherine ritenute non conformi o non idonee, quindi con capacità filtrante insufficiente, consegnate in strutture sanitarie sparse sull’intero suolo nazionale. Lasciamo agli organi giudiziari e di polizia il compito di andare a fondo e trovare i colpevoli di questo ennesimo riprovevole schiaffo all’Italia intera e a quella parte di professionisti impegnato costantemente a combattere il virus”.
Giuliano conclude: “chiediamo che il Governo si faccia parte attiva perché venga immediatamente avviata una verifica a tappeto, da Nord a Sud, su tutti i dispositivi di protezione individuale in dotazione agli operatori sanitari che vengono utilizzati sui luoghi di lavoro per evitare il contagio. A oltre un anno di distanza dallo scoppio della pandemia la denuncia della UGL Salute è amaramente ancora la stessa: come si può pensare di vincere questa battaglia se chi è impegnato in prima linea si trova a combatterla con armi inadeguate o insufficienti?”.