Palermo, il sindacato Coisp: aeroporto hotspot per clandestini

Palermo, sindacato Coisp, hotspot, clandestini in prima fila nella denuncia

Palermo, il sindacato Coisp: aeroporto hotspot per clandestini

“La Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere sta trasformando l’aeroporto internazionale di Palermo in un vero e proprio hotspot per clandestini, in spregio all’incolumità dei cittadini che transitano nello scalo e alla salvaguardia della salute dei poliziotti che vi prestano servizio”.

Così Domenico Pianese, segretario generale del Sindacato di Polizia Coisp. “Nonostante la sua inadeguatezza per espletare le procedure di riconoscimento dei clandestini, l’aeroporto è da anni utilizzato come sito per i rimpatri verso la Tunisia.

E' forte e concreta la denuncia del sindacalista del sindacato di Polizia, Coisp, per la trasformazione dell'aeroporto che sicuramente risente della crisi da coronavirus, come gli altri aeroporti anche al Nord, il che non ne  giustifica il cattivo.

E' vero che esiste e non da ora l'emergenza migranti ma la politica non può bloccare tutto per una questione d'immagine, perchè comunque se non si trovano soluzioni e accordi a livello internazionale, non si risolverà nulla.

La descrizione del COISP è impietosa e comprensibile:

"Da settembre – prosegue – si è toccato il fondo, con casi di irregolari condotti in aeroporto per pernottarvi o decine di migranti da trasferire in altre parti d’Italia lasciati per un giorno interno all’interno dello scalo. In queste come in altre situazioni, gli agenti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera dell’aeroporto vengono regolarmente distolti dai propri compiti, tra cui quelli di antisabotaggio e antiterrorismo, per occuparsi dei migranti".

Il suo pensiero finale è esplicito:

"gli specifici servizi dell’importante settore della Polizia di Frontiera sono di fatto soppressi in favore di servizi di ordine pubblico riguardanti gli immigrati clandestini, e la situazione è destinata a peggiorare con l’annunciato incremento dei voli di rimpatrio. Tutto questo è inaccettabile”, conclude.