Mafia in Nove Atti-Quinto Atto-Donne di 'Ndrangheta

l'eroica scelta delle donne che collaborano con lo Stato

Mafia in Nove Atti-Quinto Atto-Donne di 'Ndrangheta
Gratteri e Bonaventura

Mafia in Nove Atti-Quinto Atto-Donne di 'Ndrangheta

Luigi e Paola, la coppia di cui si è parlato nell'incontro online. 

La moglie di Bonaventura, Paola, non puo' parlare perche' sotto protezione, la storia viene comunque rappresentata nel video.


Paola avrebbe parlato per le famiglie e i figli dei collaboratori di giustizia, è un'eroina, ha sposato un uomo e dopo qualche anno è riuscita a portarlo fuori dalla cosca.
Si sono sposati dopo essersi ritrovati per caso, lei ragioniera ma anche a capo di una pizzeria con una vita felice.
Dopo la nascita dei figli, qualcosa cambia e lei denuncia prima ancora del marito; il diritto a muoversi, alla salute, alla vita sociale diventa un lusso.


Le donne sono il vero zoccolo duro, genuina lealtà allo Stato, viene così rappresentata la figura della signora.
L'8 marzo la voce di una donna non c'è, ma ne parla Luigi ( il marito ): "mia moglie ha chiesto a gennaio di poter partecipare a questo evento" , spiacevole episodio.
Luigi parla di persone senza volte, che lo incoraggiano.
Un processo con 850 imputati, dimostra quanto le mafie sono radicate e pericole, " sentivo il cuore di mia moglie e dei miei figli battere".


Il collaboratore di giustizia è per sempre, siamo in prima linea aggiunge Bonaventura. Luigi parla della moglie: ha anche fatto denuncia, è testimone di legalità. Storia di vita vissuta, difficile ma anche eroica.

La presenza delle donne nella Ndrangheta non si vede nelle gerarchie, eppure gli ndranghetisti sono cresciuti allevati da madri che hanno insegnato e trasmesso il codice mafioso, è inspiegabile se visto dall'esterno.
Non sempre il ruolo principale viene espresso pubblicamente, un pò come in politica in cui si vedono alcune figure in pubbliche ed altre potenti tirano i fili e spingono: questo è quanto accade anche nella Ndrangheta con la trasmissione una certa "cultura" coi suoi codici perversi e le sue logiche di vendetta e ricerca del potere.

Ruolo che si vedeva chiaramente anche nella Camorra con Rosetta Cutolo.


Il potere che emerge dai nomi sempre gli stessi, che identificano certe famiglie ( con generalizzazioni che non sempre sono opportune ), frutto di unioni stabilite a tavolino e in cui le donne fanno da anello di congiunzione: intrecci di potere e soldi frutto dei matrimoni combinati, e la donna diventa vittima e carnefice, complice di questi giochi diabolici.

" la figura femminile ‘ndranghetista sia ampiamente riconosciuta nel suo ruolo attivo di partecipazione alle attività criminali, con assunzione di atteggiamento sostanzialmente privo di reticenza e timore. È percezione collettività che, al di là della più “classica” e forse rassicurante immagine della donna sottomessa al volere maschile e manipolata dalle sue scelte, che senz’altro ancora esiste, oggi la donna manifesta e impone sempre più la propria personalità, anche
nell’appartenenza mafiosa".

Non c'è molto da aggiungere, le donne crimninali hanno un peso non indifferente e quindi lo stesso spessore in positivo naturalmente, quelle che hanno fatto la scelta opposta di togliersi dalle cosche e collaborare con lo Stato, aspetto che è sfuggito ai più nella comunicazione di massa, ma che per questo, è ancora piu' importante sottolineare, come nel caso specifico di Paola la moglie di Luigi, esempio concreto di scelta difficile, dolorosa ed eroica ( visto il rischio concreto per lei e la famiglia vera non quella criminale).

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