Luna Rossa, via col vento, domani è un altro giorno, ma per gli inglesi no.
America’s Cup - Prada Cup, vince Luna Rossa e si afferma Max Sirena.
Specchio mio magico chi è il migliore dei migliori? E’ Max Sirena!
Il “capo” della sfida italiana, dopo aver colpito ed affondato, nemmeno troppo eufemisticamente gli USA di Magic America, ha saputo servire una BREXIT senza appello al team capitanato da Sir Ben Ainslie.
Così la prima edizione della PRADA CUP ha risolto un dilemma che da sempre faceva discutere nei vari yacht club, sparsi nei cinque continenti. Sono più forti i velisti specializzati nel Match Race o quelli che possono sfoggiare tante medaglie olimpiche?
Oggi, dopo il più grande assalto all’America’s Cup dei migliori olimpionici, il verdetto è stato dato: la specializzazione, che si acquisisce in anni di meticoloso lavoro sulla barca e nell’arte di questa specialità velica dell’uno contro uno, genera una differenza incolmabile tra due pianeti distanti ormai anni luce.
Adesso andrebbe chiarito che il 46 italiano è sulle moto, quello che è il 44 inglese sulle auto di Formula 1 e che la vela olimpica sta all’America’s Cup come i go kart, dove comunque si formano i futuri campioni, alla Formula 1.
Succede in tutti gli sport. Assoluti campioni delle rispettive discipline non è che possano poi andare ad invadere il campo avversario, con concrete speranze di poter primeggiare.
Così il vincitore della PRADA CUP è lui, Max Sirena, che, nelle sue vittoriose esperienze di America’s Cup con ORACLE e con Team New Zealand ha potuto carpire la metodologia di lavoro anglosassone e, soprattutto, riuscire ad innestare questa metodologia in un team italiano. A volte i team italiani erano, in passato, un po’ lo specchio della nazione, dove la meritocrazia era spesso messa da parte tanto, da far esclamare, ad un amico, noto velista ai tempi del Moro di Venezia ”Si passa metà del tempo a lavorare per il team e metà a difendere il proprio posto e le proprie idee”. Questa cosciente serenità, anzi “sirenità”, ha permesso sinora al Team di Luna Rossa di affrontare questa maratona velica al 100% delle sue potenzialità.
Si può vincere ed anche no. Ma Max, come Jürgen Klopp, con il suo Liverpool, ci ha dimostrato che se sei psicologicamente tranquillo, tutto gira molto meglio.
In ambito strategico tecnico una delle mosse più forti di Max è stata quella di non essere a bordo per poter giocare le sue mosse con la massima lucidità. Questo, contrariamente a Sir Ben Ainslie che, al timone della sua Britannia, è stato soggetto ad un notevole carico psicologico, dovendo badare a troppe cose, oltre che timonare. Velocità della barca a parte, con la sua impressionante serie, di partenze perse, ne è uscito distrutto. Anche la mossa dei due timonieri di ruolo, è stata vincente, non solo per l’aspetto puramente tecnico di cui, comunque, esiste sempre un rovescio della medaglia, ma per aver diviso il carico psicologico che grava sul leader unico di bordo.
Grande anche la “visione” tecnica del “portare il boma sottocoperta”, probabilmente staccandolo dall’albero come nei modellini radiocomandati da regata, per ottenere un automatico ingrassamento della randa, da lì una maggiore potenza, ogni volta che la stessa viene lascata.
Così come nell’ironico spot di Luna Rossa, gli Italiani sono arrivati in Coppa America! E festa sia. Grazie Max.