L’eternità è “l’attimo bello”.

di Antonino Salsone

L’eternità è “l’attimo bello”.

L’eternità è “l’attimo bello”.

“Alice: ?”
“Il coniglio bianco: ”.
Puó sembrare paradossale la risposta che il coniglio bianco offre alla domanda apparentemente infantile di Alice “Nel paese delle meraviglie”.
Ed è, invece, una delle grandi lezioni che impara la bambina ideata da Lewis Carrol, una volta precipitata nel pozzo seguendo l’elegante bestiola.
In sostanza è il tema dell’eternità, che già Goethe formulava in modo analogo “nell’attimo bello” che Faust sognava di fissare per sempre.
L’eternità non è, come temporalmente la si immagina, una durata lunghissima che non cessa mai. È invece un secondo, un istante perfetto che tutto riassume in sè, senza i limiti del flusso temporale.
È ció che possono pregustare coloro che vivono un amore perfetto e pieno: quel momento supremo è la parabola vera dell’eterno e dell’infinito.
Oppure è l’esperienza di una gioia unica e assoluta, come la nascita di un figlio, l’abbraccio alla mamma e al papà, la guarigione da una grave malattia, un successo lavorativo fondato sulla passione e sul sacrificio, il continuo e dolce rinnovarsi della memoria di chi ci ha lasciati.
In questo tempo assurdo e pestilenziale che siamo costretti a vivere, spesso piegati in noi stessi e dalle nostre solitarie paure, non dobbiamo avere timore del pozzo in cui siamo scivolati ed anzi dobbiamo sforzarci, utilizzando la lanterna della nostra coscienza e agendo con sapienza e forza d’animo, di scorgere “l’eternità” nella bellezza dei piccoli gesti quotidiani della vita, nelle nostre emozioni, nelle nostre passioni, nell’impegno verso il lavoro, nella solidarietà vera e autentica verso l’altro, nel lavoro costante per il benessere e il progresso dell’umanità, nella infinita profondità della nostra anima, che è uno scrigno che contiene gemme preziose e vitali.
Solo così facendo riusciremo a vivere l’istante perfetto, “l’attimo bello” che puó donarci la serenità, la forza e il coraggio di risalire dal pozzo della pestilenza e di tornare presto e sani alla gioia della vita piena.
Certo, per noi che viviamo ancora nel tempo e nello spazio, subentra il gocciolare del tempo, cioè il limite e l’evanescenza: ma avere vissuto quell’istante è un assaggio della stessa vita divina e l’uomo, per essere completo, deve essere anche spirito e vivere costantemente la tensione verso il trascendente.