La scuola è un posto sicuro, lettera di un docente
tratta da Orizzonte Scuola
Le stanze degli ospedali non ospitano ciascuna più di 4-6 pazienti, nei negozi gli ingressi sono contingentati, le distanze devono essere rispettate, le mascherine rigorosamente indossate, ma tutto questo non vale per la scuola, perché “la scuola è un posto sicuro”: con la curva dei contagi costantemente in aumento, il DPCM del 3 dicembre prevedeva al 7 Gennaio il rientro in presenza per il 75% degli alunni; il recente decreto Min. Salute dispone, più prudenzialmente, un rientro in presenza al 50% sino al 15 Gennaio, ma nessuno dei due provvedimenti disciplina in maniera chiara le modalità del dimezzamento dell’utenza scolastica, né risolve le oggettive situazioni architettoniche degli istituti, dove gli spazi delle aule e dei laboratori sono ancora troppo esigui rispetto alle esigenze di distanziamento dettate dall’emergenza in atto.
Cominincia così la lettera pubblicata da Orizzonte Scuola, di cui proponiamo la parte iniziale che ben sintetizza il disagio e il disorientamento di studenti e insegnanti che vorrebbero tornare a scuola, ma se va bene, solo la metà riuscirà a farlo.
Il perchè è presto detto, come al solito siamo in ritardo a causa di una politica pasticciona e incapace, con una ministra che propone i tavolini con le rotelle, invece di arrivare al dunque, anche se obiettivamente la scuola non è mai stata anche con altri governi, al primo posto degli investimenti governativi.
E a pochi giorni dal rientro ci sono dubbi da parte governativa che teme una nuova ondata, tanto che si parla di un possibile lockdown dopo il 15 gennaio e le aspettative di insegnanti e genitori.
Come ne verremo fuori? All'italiana, con soluzioni per modo di dire, tirando a campare.