Manifesto ecospiritualista per un diverso antropocene
A tanti anni dal 2011, quindi dall’inizio dell’Era dell’Acquario, urge una terza fase della mia Generazione, che forse il romanzo “binario” di Guzzanti rivela, con i suoi gatto Ulisse e altri famigli come animatori d’un gruppo di “salvamondo”. Una fase per così dire ecologista, aggiornata rispetto alle idee degli anni Settanta e Ottanta, che abbracci anche l’uomo solamente pensandolo prima Donna.
Sembrano grossomodo ignorate le due grandi novità alle quali abbiamo assistito in Italia nelle ultime settimane: da un lato, Sabina Guzzanti si è fatta romanziera di successo. Dall’altro, i Verdi, guidati da un Bonelli di Ostia Lido e da una giovane donna priva di santo patrono (tale Rossella) sono tornati in Parlamento.
Al che mi è venuto da pensare che più che le pretese di Left di un nuovo partito di sinistra a cent’anni dal massacro del 1921, sia meglio puntare a ciò che in molti hanno visto (obiettivamente troppo lontano per allora, ma adatto all’oggi) negli anni Settanta in “occidente”.
Anche per ciò che concerne la “questione spirituale” aperta nel 1979, delle risposte c’erano e ci sono. Di molte ne ho parlato su questo giornale.
Ho trovato di grande interesse la lettura di un centinaio di testi del mondo Wiccan, per esempio, che nel 70% o forse 80% dei propri aderenti – che non fanno proselitismo e non sono anticristiani, e non inquinano spiritualmente con le loro pratiche – non crede propriamente a delle divinità, ma a due polarità obiettive (“donna” e “maschio”) dalle quali tutte le visioni spirituali poi non sono che altre emanazioni, viste generalmente squisitamente in forma archetipica e non “vivente e spirituale” (non necessariamente, ma è scelta personale – tra l’altro non mia e poco italiana), ma è una visione realmente laica della vita, che abbraccia e apprezza (con decenni, ormai un secolo d’anticipo sulle aperture di Francesco alla Psicoanalisi, le prime della Chiesa romana, avvenute un anno fa) la Psicologia, il Counselling, la Neurolinguistica e le fa diciamo pure senza tabù Religione, senza vergognarsi di questo termine che “imperniava” la Russia sovietica senza che lo si ammettesse nel lessico (cosa ormai scoperta dalla scienza umanistica e teologica).
Un assunto forte, quello Wiccan, più in Occidente che in Oriente (checché se ne dica…) che “Dio” sia prima di tutto “Donna”; un assunto incredibilmente forse un tempo moderno, ma oggi attuale, se non urgente.
È improcrastinabile, a mio avviso, valorizzare a livello ideologico-religioso, e scientifico, l’universo figlio della Luna, dare primazìa al “femminino”, il cui nome maggiormente conosciuto in letteratura è quello di Diana, la cui grande cultura, a suo tempo scoperchiata da Frazer, appartiene diciamo al mio vescovado (i Castelli Romani, e il Litorale Romano) mentre la virile sorella è, nella sua forma maggiormente nota, Dioniso, il dio anti e pre Indoeuropeo, l’“Avversario” del Nazionalsocialismo scoperchiato dal compianto Giorgio Galli, noto in India come in Europa e recentemente riscoperto con forza dai nostri saggisti come “Liberatore”, a tanti anni dagli studi di Alain Daniélou (i quali spiegano che in Europa esso è conosciuto più prettamente, specie nel mondo che un tempo era celtico, come Horne).
A tanti anni dal 2011, quindi dall’inizio dell’Era dell’Acquario, urge una terza fase della mia Generazione, che forse il romanzo “binario” di Guzzanti rivela, con i suoi gatto Ulisse e altri famigli come animatori d’un gruppo di “salvamondo”. Una fase per così dire ecologista, aggiornata rispetto alle idee degli anni Settanta e Ottanta, che abbracci anche l’uomo solamente pensandolo prima Donna (come è sempre e sempre è stato e sempre sarà, checché ne dicano certi culti che ci hanno fatto disprezzare l’idea del Sacro) prima che il Pianeta ci rigetti e che ad “emergenza” e a “sorpresa” non continui, come sta proseguendo, ad infinituum sino all’Estinzione a breve termine. Le elezioni di domani in Cile, Perù ed Ecuador sarebbero potute essere una giusta prova d’incanalamento di queste energie: eppure sono praticamente tutte state bloccate in modo fraudolento, nelle loro spinte più genuine, in vari modi. Ripartirei quindi dall’intervista di oggi a Vallejo de ‘Il Manifesto’ e dalle corrette precisazioni di David Lazzari su ‘Il Fatto Quotidiano’. Quanto alle elezioni, c’è solo una donna in Perù, tra i candidati, a considerare realmente la questione indigena che sarebbe basilare come ho già spiegato.
Lorenzo Proia