Caso Dal Cin: il ricorso al T.A.R. Lazio respinto.

Io, Vittima del Dovere, condannato a morte due volte.

Caso Dal Cin: il ricorso al T.A.R. Lazio respinto.

Caso Dal Cin: il ricorso al T.A.R. Lazio respinto.
Pubblicata in data 16/06/2020 la sentenza nr. 6607/2020 ed esito: Respinge. Numero Registro Generale: 9826/2012.

Io, Vittima del Dovere, condannato a morte due volte.

Prima ti condannano a morte, poi ti perseguitano, perché denunci la verità e ti rendono ostaggio della burocrazia e della giustizia amministrativa (2.792 giorni). Fanno errori tanto incomprensibili, quanto inaccettabili, con cui guadagnano altro tempo. Poi affermano che sei invalido al 5%, ma non puoi gridare al miracolo ed ecco che non contenti ti condannano a morte due volte in nome del Popolo Italiano, tant'è chiaro, inequivocabile ed incontrovertibile che un malato di asbestosi (patologia quasi sempre mortale, dose dipendente), può essere trasferito a norma di legge e quindi collocato in una delle 111 caserme risultate intrise di amianto.
Questo accade in Italia, Paese democratico e civile ed è il trattamento riservato ad una "Vittima del Dovere" che in piena coscienza e lucidità aspetta che venga compiuto il suo destino.
Ciononostante, ti combattono fino a sfinirti l'anima e aspettano che muori.

E' una brutta cosa quella che mi hanno fatto. Brutta per i miei figli, per la mia famiglia e per tutti quelli che come me hanno donato la vita per la la legalità, la libertà, la democrazia, la giustizia.

In questo Paese si può essere condannati a morte attraverso le fibre di amianto che perciano i polmoni e nessuno paga penalmente, perchè i responsabili vengono assolti, o il fatto non sussiste, oppure, peggio ancora, come nel mio caso, per intervenuta prescrizione (direi accompagnata prescrizione).

Ma la cosa ancor più grave è che in un Paese democratico e civile è possibile condannare due volte a morte un innocente, già in attesa di esecuzione, attraverso quelle fibre assassine che non ti lasciano neanche da morto, perchè l'amianto è l'indistruttibile e l'incorruttibile, a differenza di tutti quelli che in piena e totale consapevolezza, hanno deciso la mia sorte.

Non è un caso se mi hanno combattuto come fossi il peggior nemico in assoluto, neanche fossi la vergogna di questo Paese.

In un momento storico, come quello che stiamo vivendo, dove è ancor più necessario evidenziare il valore della vita e della persona umana, quali pilastri fondamentali della nostra esistenza, che si ergono sulla Fede cattolica e su quei valori e principi che la Nostra Costituzione custodisce preziosamente, affinchè vi sia applicazione, ci ritroviamo a vivere in una società costantemente minacciata dall'ingiustizia terrena.

Non oso pensare cosa abbiano provato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino quando hanno capito di essere stati lasciati soli, in attesa che il destino si compia.

Ma il loro sacrificio non è stato vano, come vano non sarà il mio e quello di tanti uomini giusti che non si lasceranno mai sopraffare dal sistema.

Scriverò al Presidente della Repubblica, Capo supremo delle Forze Armate, di cui il Glorioso Corpo della Guardia di Finanza è parte integrante, appellandomi affinchè sia ancora una volta garante dei diritti costituzionali, tra cui quello alla salute, e quindi alla vita, e assicuri una giustizia che non sempre è giustizia, e nessuno dico nessuno, sia mai più condannato a morte in un Paese che ripudia la pena di morte, come in realtà è avvenuto nel mio caso, con una duplice condanna a morte pronunciata in nome del Popolo Italiano.

A tanto corrisponde collocare consapevolmente un malato di asbestosi in un sito dove documentabilmente è presente amianto.

Ma non è tutto, visto che ho deciso di rivolgermi al Santo Padre, affinchè si unisca alla nostra preghiera per i Martiri dell'amianto e per le loro famiglie, e Dio li accolga a godere il Paradiso, dopo questo ingiusto e penoso inferno terreno, che si sarebbe potuto benissimo evitare se al profitto e al progresso fosse stato anteposto il bene sacro della vita

Ad Ezio Bonanni, avvocato Cassazionista e patrocinate presso le Magistrature Superiori, che non mi hai mai abbandonato, chiedo pubblicamente di valutare ogni possibile azione nelle varie sedi di giustizia, perchè non posso accettare che questo doloroso precedente consenta a chicchessia, in preda al delirio di onnipotenza, di poter decidere della vita degli altri, fino a determinarne le sorti.

Caso Dal Cin, il militare della Guardia di Finanza in congedo, malato di asbestosi per via della prolungata esposizione lavorativa all’amianto: l’avvocato Ezio Bonanni ricorre al TAR.
Leggi le memorie difensive su ONA Notiziario - Il Giornale sull'Amianto ⬇️
https://onanotiziarioamianto.it/caso-dal-cin-lavvocato-ez…/…

Respiriamo per vivere, non per morire.
Antonio Dal Cin
Vittima del Dovere