100 anni, più di 40 dedicati alla Polizia di Stato come tecnico radiologo
tecnico radiologo
Gli occhi vivaci e lo sguardo ironico suscitano un sentimento di meraviglia in chi lo incontra per la prima volta: Giuseppe Vercelli porta con eleganza i suoi 100 anni, più di 40 dedicati alla Polizia di Stato come tecnico radiologo. Per festeggiare questo traguardo è stato ricevuto dal capo della Polizia; accompagnato dai due figli (nella foto accanto, con la figlia e il capo della Polizia e, in basso, con l’ultimo apparecchio di radiologia) e da alcuni nipoti, non nasconde l’emozione per essere stato accolto nell’ufficio di Franco Gabrielli che ha donato a Giuseppe una medaglia d’oro con il fregio dell’aquila realizzata in occasione dei 150 anni della fondazione del Corpo. Al termine della cerimonia ci siamo avvicinati al nostro venerando “collega” per farci raccontare come e quando abbia scelto di entrare a far parte del Servizio medico della polizia: «Fin da piccolo ho desiderato fare il poliziotto – racconta – ricordo che avevo una pistola giocattolo che mi portavo ovunque e mi faceva sentire “questurino”. Poi partii per la Guerra e fui fatto prigioniero in Africa dagli inglesi, che mi impiegarono per dare una mano in un ospedale militare dove imparai a utilizzare un apparecchio di radiologia di marca britannica. In seguito, quando la Guerra finì, entrai nel Corpo delle guardie di pubblica sicurezza. All’inizio mi mandarono in Toscana e successivamente alla caserma di Castro Pretorio, a Roma, per partecipare a un corso di sei mesi. Qui – prosegue – trovai il medesimo apparecchio di radiologia che avevo imparato a usare nella prigionia, una coincidenza che con il tempo mi permise di appassionarmi sempre di più al mio lavoro e di creare il settore di radiologia che allora ancora non esisteva». Giuseppe andrà in pensione nel 1982, tre anni prima dell’entrata delle donne nei ruoli della Polizia di Stato, «una grande risorsa perché sono brave» commenta entusiasta. Parlando poi dell’Istituzione prosegue «sono passati tanti anni da quando sono andato in pensione e credo che il ruolo della polizia nella società sia ancora fondamentale, perché la criminalità è sempre presente, e facendo un bilancio posso dire che, anche se tornassi indietro, rifarei le stesse scelte». Cento anni sono tanti e incuriosisce sapere come Giuseppe trascorra le sue giornate: «leggo, guardo la tv e ripenso agli anni dell’adolescenza, quando sognavo di entrare in polizia» e mentre lo dice un lampo di gioia gli illumina il volto. Un volto che riflette la nostra storia e il nostro passato, ma anche il nostro futuro.
Antonella Fabiani
Polizia di Stato