Violetta vuole tornare a casa noi l’abbiamo udita e voi ?

Sit-in an Collegno, per la liberazione di Violetta

Violetta vuole tornare a casa noi l’abbiamo udita e voi ?

Violetta vuole tornare a casa noi l’abbiamo udita e voi ?

16 Luglio, Violetta è il nome di fantasia di una bambina di 11 anni, nata in provincia di Torino, prigioniera di una casa famiglia, dall’inizio del 2020, esattamente da 1 anno e 5 mesi.

Tutti l’abbiamo udita dire che vuole tornare a casa, e che dentro la struttura non c’è la fa più, ma le istituzioni continuano ad essere sorde, calpestando il reale volere della minore, causandole un forte disagio.

Violetta sta sviluppando delle patologie, che possono essere chiaramente riconducibili al disagio che sta vivendo, che prima non si erano mai verificate.

Ciò nonostante le istituzioni continuano ad adoperarsi affinché questa bambina rimanga nella struttura, senza darle la possibilità di condurre la vita che desidera veramente, accanto ai suoi genitori.

Ci possono essere incomprensioni all’interno della famiglia, ma esistono dei percorsi che i Servizi sociali dovrebbero attuare, ed è per questo motivo che non ci spieghiamo il perché questi percorsi non vengano mai avviati, che forse, questo è l’ennesimo caso che ha imperversato la cronaca, in cui emergono degli interessi economici, nel trattenere i bambini presso le strutture, invece di seguire il codice deontologico stabilito dalla Legge ?

Che interesse ruota intorno a questa faccenda ?

Sappiamo che Violetta prendeva parte a delle attività extrascolastiche, elementi importantissimi per la crescita di un bambino, e che sono state interrotte, e poi riprese solo dopo una costante insistenza da parte del padre, come ad esempio il corso di chitarra.

Inoltre la bambina non può più frequentare le lezioni di danza, contesto nella quale era già ben inserita, nell’interesse di chi, e perché ?

Un padre che si rivolse ai Servizi Sociali, per aiutare la sua bambina, a cui invece vengono affibbiate delle etichette, che inneggiano alla Pas, un genitore al quale si attribuiscono addirittura, comportamenti volti all’alienazione della bambina, dalla figura materna, fattore che viene puntualmente smentito dai fatti, e che non rispecchia minimamente la reale intenzione di questo padre.

A Violetta vengono impediti anche gli incontri con la sorella, e suo padre disperato può vedere la sua bambina solo una volta al mese, in presenza degli operatori, le stesse persone che hanno impedito contatti telefonici con il padre a Natale, a Pasqua, a questo punto vogliamo sapere nell'interesse di chi e perchè ?

La Professoressa Vincenza Palmieri, Ambasciatrice dei Diritti Umani nel Mondo, e Fondatrice dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare (INPEF), autrice dei libri ”Didattica molto speciale. Storia e metodi”, “Papà... portami via da qui! Dedicato ad Anna Giulia, 7 anni, cittadina italiana”, “Mai più un bambino. Famiglia istituti case famiglia diritti dei bambini”, recente pubblicazione “La filiera psichiatrica in Italia. Da Basaglia a Bibbiano e fino al tempo del Coronavirus”, consulente tecnico scientifico di Parte, del padre di Violetta, si esprime in tal senso dandoci un’egregia descrizione del dramma che caratterizza questo caso : “togliere gli eventi di condivisione familiare, il valore del tempo nella fase evolutiva di un bambino, significa RESET, per piegare la bambina alla volontà altrui”.

“Violetta è l’emblema di questo RESET, una grave violazione, in quanto furono proprio gli Operatori  sociali ad utilizzare questo termine, “faremo un po’ di reset”,senza accorgersene quasi o cogliere l’orrido di tale affermazione”.

“Una riprogrammazione mentale attuata per mezzo della deprivazione, una tortura indicibile”.

“Il padre di Violetta è stato pure accusato di non tutelare la privacy della figlia, come se il reale problema di questa bimba fosse la privacy, ma pur con il rispetto di essa, ebbene il problema di Violetta non è di sicuro la privacy”.

“La disperazione di un genitore, utilizzata come ulteriore strumento in mano agli aguzzini”.

E' per questo motivo che DOMENICA 25 LUGLIO DALLE ORE 09:30 FINO ALLE 11:30 DOBBIAMO ACCORRERE NUMEROSI AL SIT-IN PACIFICO E LEGALE, A DIFESA DI VIOLETTA E DEI SUOI DIRITTI PER DIMOSTRARE CHE VIOLETTA ED IL SUO PAPA' NON SONO SOLI, E CHE NON PERMETTEREMO QUESTI SOPRUSI !

DOMENICA 25 LUGLIO A VILLA ROSA IN VIA TORINO n. 1 COLLEGNO DALLE ORE 09:30 ALLE ORE 11:30, E PER TUTTE LE DOMENICHE SUCCESSIVE !