Verona. Madre prigioniera da 5 anni in comunità, denuncia il Comune.

Madre difende figlia abusata sessualmente, costretta a vivere in una casa famiglia da 5 anni, senza poter avere contatti con nessun parente.

Verona. Madre prigioniera da 5 anni  in comunità, denuncia il Comune.

Verona. Madre prigioniera da 5 anni  in comunità, denuncia il Comune.

Verona 25 Maggio, questo è quello che accade ad una donna, che dopo aver denunciato, e colto in flagrante il marito orco che abusava sessualmente della figlia, si ritrova ad essere prigioniera di una casa famiglia con i suoi 3 bambini, da 5 lunghi anni, e che si è vista strappare la figlia vittima di abusi, che lei ha cercato di difendere, rivolgendosi alle autorità.

Questo è quello che accade realmente nel nostro paese, invischiato nel malaffare e nel traffico di affidi illeciti, dove una donna e i suoi figli non solo non sono tutelati, ma che bensì vengono sbattuti dentro una casa famiglia fatiscente, costretti a vivere in una stanza con un mobilio di solo 4 letti, dove vestiti, libri e giocattoli formano una catasta insormontabile, degna di un accampamento.

E poi hanno il coraggio di chiamarli pure Servizi Sociali.

Alla donna ed ai suoi figli, non solo viene proibito di vivere in maniera civile e dignitosa, ma non gli è permesso nemmeno di vedere i propri familiari, una donna presa in ostaggio, segregata, senza un motivo plausibile.

Attenzione non stiamo parlando di un'assassina, o di una persona che si è macchiata di qualche crimine, si tratta di una madre che credeva nella giustizia, alla quale si è rivolta, e che invece ne ha avuto in cambio, distruzione, inciviltà, e sopruso.

5 anni trascorsi senza nessuna progettualità per questa madre, senza un percorso (come lo chiamano loro), dei Servizi Sociali, volto a ripristinare una normalità, turbata da eventi che non dipendono di certo da questa madre, che ha dimostrato ampiamente di essere 'integerrima, e che ha avuto la forza di denunciare, l'abuso sessuale del marito sulla sua bambina, avuta da una precedente relazione.

Questa è la sola competenza, e soprattutto i "percorsi" che i Servizi Sociali, sono stati in grado di offrire.

In questi 5 anni nessuno degli stipendiati, coinvolti nella faccenda, è stato in grado di restituire a questa donna la propria vita, la propria identità, bensì si sono adoperati per togliergliela, lasciandola a scontare una pena per qualcosa che non ha commesso.

Ecco come funziona il marciume italiano, 660 mila euro, di SOLDI PUBBLICI, per costringere una donna a vivere in queste condizioni, togliendole la figlia, come se a commettere l'abuso fosse stata lei, e non l'orco che ha prontamente denunciato.

Lo stupratore che agì nel 2015, è stato condannato a 6 anni di reclusione, dopo la denuncia di questa madre che non ha esitato a fare il suo dovere.

Una madre che da 5 lunghi anni, deve vivere insieme ai suoi figli, peggio di un carcerato (a quelli almeno le visite dei parenti sono concesse), e che non ha più notizie dell'altra figlia, che ha cercato di preservare in tutti i modi.

Che razza di percorsi, benefici, sono questi ?

A cosa servono questi Servizi ? lo vogliamo spiegare una volta per tutte al popolo italiano a cosa servono veramente ?

I soldi dei contribuenti sprecati in questo modo, senza che siano impiegati nella maniera adeguata, utilizzati per segregare una persona, con i suoi bambini, senza darle la possibilità di riscattarsi da una vita d'inferno.

Una famiglia gettata nella cayenna assistenziale, che invece chiede aiuto per riavere la propria vita, una madre INNOCENTE, che vive da colpevole, in quanto reclusa e senza possibilità di potersi riabilitare alla vita, uno scempio umano, che siamo abituati a leggere solo quando si tratta di  criminalità organizzata.

I Servizi sociali veronesi in questi 55 mesi non hanno programmato per questa donna e per i suoi bambini alcun tipo di progetto di rientro.

Vivono quindi a spese dei contribuenti.

"Fatti dei conti a spanne» dichiara l’avvocato Miraglia, che difende la donna «dal 8 novembre 2016 a oggi sono passati 4 anni e 7 mesi: calcolando al ribasso di 400 euro al giorno per 55 mesi, questa famiglia finora è costata al Comune quasi 660 mila euro.

Soldi che il Municipio avrebbe potuto risparmiare, aiutando la donna ad essere economicamente indipendente".

Inoltre aggiunge l'Avvocato Miraglia :"A quanto pare ciò che ha stabilito il Tribunale di Verona nel 2017 e nel 2018, che aveva ordinato ai Servizi sociali di predisporre ed iniziare un progetto educativo, e di supporto per i minori, nonché un percorso finalizzato al recupero delle capacità genitoriali per la loro madre, non è stato minimamente preso in considerazione".

"In spregio alle disposizioni del Tribunale» prosegue l’Avvocato Miraglia «i Servizi sociali, adottando dei provvedimenti abnormi e illegittimi e prevaricando i propri poteri e i propri fini sociali, ha letteralmente confinato questa donna e i suoi bambini in una struttura fatiscente, senza adoperarsi per assisterli, ammassandoli in quattro dentro un’unica stanza con vestiti, giocattoli e libri tutti accatastati per mancanza di spazio.

"La nostra permanenza presso la comunità è senza dubbio un’esperienza del tutto sterile e stressante per il procrastinarsi forzoso della lontananza dalla abitazione di Verona di questa famiglia e dai suoi affetti (inclusa la figlia primogenita, i nonni egli zii)".

"E anzi, spendendo un’enorme quantità di denaro: invitiamo quindi la Corte dei conti a verificare se questo fatto non costituisca un danno erariale".