Scuola: insegnanti non ascoltati

il disagio mai ascoltato

Scuola: insegnanti non ascoltati

"Nel periodo di lockdown tutti i mezzi di comunicazione ci hanno martellato con continui allarmi sul rischio per gli ultra cinquantacinquenni rappresentato dal Covid19, invitandoci a non uscire di casa, neanche per andare al supermercato (vedi Documento Tecnico Inail_21072558 “In tale ottica potrebbe essere introdotta la “sorveglianza sanitaria eccezionale” che verrebbe effettuata sui lavoratori con età >55anni…..). Ora che quegli ultracinquantacinquenni devono garantire la riapertura della scuola il rischio sembra non esistere più ed, anzi, se qualche insegnante prova a manifestare dei timori gli viene suggerito di licenziarsi."

In alto parte della lettera di Caterina Lombardi inviata a Orizzonte Scuola, specialisti nel settore scuola.

Si legge senza molta difficoltà, il disagio e il disappunto di coloro che dovrebbero essere centrali nella discussione sulla scuola: gli insegnanti.

Si è parlato e si parla di alunni, famiglie, bus scolastici, computer ecc. , dimenticando il perno da cui parte tutto, gli insegnanti che tra l'altro non sono (in gran parte) giovanissimi, ed hanno avuto grandi problemi ad assentarsi fisicamente dagi alunni.

Un conto è avere l'alunno di fronte, altra cosa è parlarci via internet con una serie di problemi annessi e connessi di cui si è parlato ma sembrano rimossi, a giudicare dalle linee guida che riportano gli accorgimenti medici trovati per evitare assembramenti nelle aule, ma si è sicuri di poter rientrare?

Dove non ci saranno le condizioni a causa della carenza di aule, oppure a causa dei contagi, si finirà per tornare al computer e torneranno disagi, spese e quanto già visto in precedenza: scuse per non essere presenti online ( da parte di qualche studente che non vuole essere interrogato), difficoltà per la linea internet di cui si parla ma i tempi sono lunghi ( UE permettendo visto che si tratta di un'unica azienda).

Gli aspetti psicologi, lo stress e le conseguenze del nuovo impegno si riversa su insegnanti, alunni, ma anche su chi sta vicino agli insegnanti  e che oltre ai propri problemi ( cassa integrazione e/o crisi economica), deve sorbirsi il compagno/a oppure consorte.

Chi paga e chi assiste gli insegnanti nelle loro difficoltà, chi paga internet, chi assicura alternative se la rete non funziona, non è che tutti hanno conoscenze tecnologiche importanti e finora non richieste?

TANTE LE DOMANDE, LE RISPOSTE SONO ATTESE DALLA CLASSE POLITICA.