Scuola,Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef, nome inadeguate
Il problema è solo il mantenimento del metro?
“Abbiamo le mani legate” così Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef, il Sindacato dei medici pediatri, preoccupato per la situazione che professionisti e genitori rischiano di dover affrontare con le prime riaperture scolastiche. “Le norme sono inadeguate e saranno sempre più causa di frustrazione per noi professionisti, di profondo disagio per genitori a rischio di perdita di numerose giornate di lavoro”.
La politica nostrana è concentrata da giorni sui disagi derivanti dalle difficoltà nelle scuole, con tutti gli annessi e connessi aspetti negativi per insegnanti, personale non docente, famiglie, enti locali e privati.
Tutti affannati a trovare soluzioni per "mantenere le distanze" fisiche per non mettere in crisi la sanità italiana.
Il problema è solo il mantenimento del metro? La didattica coi suoi aspetti culturali e sociali viene dopo.
E tra i tanti aspetti negativi arrivano anche le considerazioni dei pediatri, mentre la ministra Azzolina in un video recente dei disagi dei "jeans strappati per gli arredi vecchissimi".
Sarà anche vero che non ci sono mai stati grandi investimenti sulle scuole tanto che decine di migliaia hanno problemi di vetustà e aggiornamenti nelle sedi (fisiche), ma ora è lei la ministra e deve essere lei a provvedere.
Veniamo al punto, l'allarme dei pediatri non è poca cosa: i bambini hanno diritti ed esigenze diverse dai ragazzi e dagli adulti.
Vediamo altre posizioni.
Paolo Biasci, presidente della Fimp - Federazione Italiana Medici Pediatri -ha dichiarato ad AGI;
"La posizione di Fimp è in completo accordo con il documento ufficiale emesso dall'Iss e dai ministeri della Salute e dell'Istruzione" spiega Biasci. "Il pediatra di famiglia ha la piena responsabilità verso i propri assistiti - osserva - in caso di sintomatologia che può far ipotizzare un caso sospetto, il medico deve richiedere il tampone. Una volta ottenuto si può attestare il rientro se il tampone è negativo. Mentre di fronte a una positività si può rientrare in classe almeno due settimane dopo che saranno spariti i sintomi".
Biasci preannuncia un periodo particolarmente difficile: "Sono mesi che sottolineiamo che finora abbiamo lavorato con le scuole chiuse, ma tra pochi giorni sarà diverso. La maggior parte dei tamponi verrà fatta ai bambini e ai ragazzi. Mi auguro che le aziende sanitarie e le Regioni ci abbiano ascoltato e si siano organizzati" nel numero di tamponi e nella velocità di elaborazione del risultato.
"Se il tampone non c'è o se ci vuole una settimana per avere il risultato il bambino resta a casa finché non arriva l'esito, quindi è importante avere una risposta veloce. E questo sia se il tampone lo chiede il pediatra sia se lo chiede il pronto soccorso, dove lo si ottiene in 4 ore contro i 5-6 giorni non in regime ospedaliero".
Rilievi che certificano dubbi, timori e preoccupazioni non da poco.