Papà è protezione e stabilita'!

Nella religione cristiana, nella mitologia greca, nei poemi omerici e non solo, è presente la figura paterna, che il calendario gregoriano celebra il 19 Marzo nella figura di San Giuseppe.

Papà è protezione e stabilita'!
Fotografia, Tim Mossholder

19 Marzo 2021

Oggi 19 Marzo è la festa del Papà !

Nel calendario gregoriano oggi si festeggia San Giuseppe, che nel Nuovo Testamento è lo sposo di Maria e padre di Gesù e rappresenta quindi la Sacra Famiglia.

Papa Pio IX  lo dichiara patrono della Chiesa Cattolica l’8 Dicembre 1870.

La figura paterna è rappresentata anche dai patriarchi del Vecchio Testamento, dalla Trinità che è la dottrina fondamentale del Cristianesimo e dal Papa, padre della Chiesa stessa, oltre a essere presente nella mitologia greca, nei poemi omerici e non solo.

Il desiderio di Dio di avere una famiglia fedele poprta alla nascita della Nazione di Israele, i cui antenati sono i patriarchi delle 12 tribù citate nell’Antico Testamento e che discendono da Giacobbe, figlio di Isacco e nipote di Abramo, che da' nome alla nazione stessa essendo stato ribattezzato Israele.

Abramo, Patriarca nell’Ebraismo, nell’Islam e nel Cristianesimo, proviene dalla città di Ur dei Caldei, insieme ai suoi discendenti e si stabilsce nella terra di Canaan che diviene  Israele.

Questa Nazione nasce dal fatto che Dio trova presso il suo popolo il desiderio di seguirLo e adorarLo secondo i suoi principi e comandamenti, a differenza deI territori e del mondo di allora, che sono in ribellione con Lui.

Noè è il più importante patriarca dopo Abramo.

Dio invia il Diluvio Universale perché la terra è piena di violenza sugli uomini, e avverte Noè di preparare un’arca dove mettere in salvo se stesso e la sua famiglia, per garantire all’umanità la propria esistenza sulla terra.

Mosè invece è il patriarca che compare nel secondo racconto biblico dell’Esodo ed è guida del popolo ebraico.

Su indicazione divina Mosè divide le acque del mare, permettendo al popolo di Israele che scappa dall’Egitto in cui è stato schiavo per 400 anni, di attraversarlo e di sommergere l’esercito egiziano che li insegue, per poi tornare in Israele.

Mosè riceve sul Monte Sinai le Tavole della Legge, che sono fondamentali nell’Ebraismo, nel Cristianesimo, nell’Islam e non solo.

Per gli Ebrei Mosè è il più grande profeta esistito, per i Cristiani è chi riceve la legge divina, per gli islamici è uno dei maggiori predecessori di Maometto.

La Trinità invece è la dottrina fondamentale e più importante delle chiese cristiane.

Le tre "persone" sono intese come distinte ma della stessa sostanza di Dio:

  • Dio Padre creatore del cielo e della terra, Padre trascendente e celeste del mondo
  • Figlio: generato dal Padre prima di tutti i secoli, fatto uomo come Gesù Cristo nel seno della Vergine Maria, il Redentore del mondo
  • lo Spirito Santo che il Padre e il Figlio mandano ai discepoli di Gesù per far loro comprendere e testimoniare le verità rivelate

Il Papa (detto più formalmente romano pontefice o sommo pontefice) è la più alta autorità religiosa riconosciuta nella Chiesa cattolica, è quindi il Padre della Chiesa.

 

Anche nella mitologia greca è presente la figura paterna.

La Teogonia scritta nel 700 a.C da Esiodo racconta che Caos crea Gaia, la terra e che da Gaia deriva Urano, il Cielo sede degli Dei Olimpici.

Un esempio mitologico di padre buono è Anfitrione, che consapevole del tradimento della moglie Alcmena con Zeus, accetta di fare da padre ad Ercole e al suo gemello Ificle.

Anfitrione si occupa dell’educazione di Ercole e muore in fianco a lui in battaglia.

Un altro esempio di legame paterno affettuoso con il proprio figlio è quello di Dedalo e Icaro, presente nel mito del Minotauro. 

Il Minotauro è una creatura metà uomo e metà toro, nata dall'unione fra Parsifae, moglie del re di Creta, e un toro bianco, che Poseidone invia al re Minosse, affinché questi lo sacrifichi agli dei.

Il re di Creta Minosse fa costruire un intricato labirinto per rinchiudervi il Minotauro e ogni anno gli da' in pasto 7 fanciulli e 7 fanciulle, che la città di Atene deve pagare come tributo per essere stata sottomessa da Creta.

Il giovane Teseo, figlio del re di Atene, vuole andare a Creta per sconfiggere il Minotauro e di lui si innamora la figlia di Minosse, Arianna.

Arianna chiede a Dedalo, il costruttore del Labirinto stesso, come aiutare Teseo ad uccidere il Minotauro e uscirne.

Dedalo suggerisce ad Arianna di utilizzare il filo che permette a Teseo di trionfare nell’impresa per uscire dal Labirinto.

Anche Dedalo e il figlio Icaro vengono qui rinchiusi da Minosse, il re di Creta teme infatti che il suo costruttore possa svelarne i segreti.

Dedalo per evadere costruisce delle ali che applica a sé e al corpo del figlio Icaro con della cera e gli raccomanda di non volare troppo in basso per l’umidità del mare, né troppo in alto per il calore del sole.

Icaro però vola troppo in alto, la cera si scioglie e lui cade in acqua.

Questo è lo stereotipo del rapporto padre - figlio in cui il padre trasmette al figlio esperienza, conoscenza e insegnamenti.

Nei Poemi Omerici relativi alla Civiltà Micenea del 1.400 -1.200 A.C, la paternità è un valore fondante, con una valenza pedagogica, poetica e sentimentale.

Nel poema bellico dell’Iliade, Ettore è un eroe ma anche un affascinante esempio di paternità, che viene ricordato per il suo valore e per il suo commovente congedo dalla moglie Andromaca e dal figlio Astianatte.

Ettore alza in aria il figlio e dice “Zeus e voi altri dei, rendete forte questo mio figlio e che un giorno vedendolo tornare dal campo di battaglia, qualcuno dica : è molto piu’ forte del padre!”.

 

L’Odissea invece è un poema maschile, paterno e di avventura e simboleggia soprattutto la famiglia.

La Dea Atena, che veglia sulle vicende narrate, nasce dalla testa di Zeus e non ha madre, oltre ad essere simbolo della razionalità e del controllo, che solitamente sono maschili.

In questo poema si narra il lungo e difficile peregrinare di Ulisse, che vuole tornare a Itaca dall’adorata moglie Penelope, dopo dieci anni passati a Troia a causa della guerra, è anche grazie all’aiuto di Atena se Ulisse riesce a farvi ritorno.

Non volendo sposarsi con altri uomini e aspettando solo il ritorno del suo adorato marito, Penelope usa uno stratagemma, l’ultimazione di un lenzuolo funebre per il suocero Laerte, che tesse ogni giorno e disfa ogni notte, per far sì che non arrivi mai il momento di sposarsi con qualcun altro.

Infatti i proci, 108 giovani nobili di Itaca e delle zone vicine, si contendono la sua mano mentre il marito è assente.

Dopo varie peripezie finalmente Ulisse torna a casa e ritrova la sua adorata Penelope.

Al di là del proprio credo, del mito e dei poemi, un padre deve proteggere e dare stabilità alla famiglia, solo così è un vero papà!

Francesca Cavellini