Oscar Lancini contro l'accordo che porterà 80.000 tonnellate all’anno di riso vietnamita
di Giuseppe Criseo
Non è la prima volta che Lancini si fa paladino del "Made in Italy" o "Made In" ( come si usa dire oggi), al fine di tutelare i prodotti italici ed in particolare il riso.
Nel suo comunicato che riportiamo di seguito in forma integrale per la completezza di informazione su un argomento di stretta attualità, la delocalizzazione verso paesi in cui i diritti umani e dei lavoratori non esistono e nemmeno ci si cura più di tanto dei disastri di economie chiuse e senza cura per gli effetti delle loro politiche in campo ambientale.
Sono questi i passaggi chiave di un allarme che speriamo venga accolto anche da altri parlamentari e forze politiche.
UE/VIETNAM, Lancini: “Un accordo commerciale
a discapito dei diritti umani, sociali, ambientali e del lavoro!”
Bruxelles, 13 feb - “Con il via libera che il Parlamento Europeo ha dato in questa sessione plenaria al trattato di libero scambio UE-Vietnam, di fatto rinunciamo a costruire un nuovo tipo di accordi basato sulla difesa di quei valori che l’Europa enuncia sempre.
La Repubblica Socialista del Vietnam è oggi uno Stato politicamente repressivo in cui il partito comunista ha il monopolio del potere e non ci sono media indipendenti. Nessun dissenso è tollerato, le critiche al governo sono punite con lunghe pene detentive, non vi sono sindacati liberi, i culti religiosi sono controllati dallo Stato. A fronte di tutto ciò, noi proponevamo che l’assenso agli accordi fosse vincolato ad una road-map credibile e dettagliata sull’avanzamento dei diritti umani, della libertà di espressione e di associazione. Infatti gli impegni enunciati dalle autorità vietnamite sono formulati senza precise scadenze o penalità ed è stata un’imperdonabile ingenuità accontentarsi in molti casi di dichiarazioni di intenti troppo generiche. Per questo motivo sono amareggiato nel vedere che Forza Italia, Movimento Cinque Stelle ed una parte del PD abbiano avallato tutto questo. Non serve a molto magnificare l’eliminazione dei dazi, se poi la tutela della proprietà intellettuale non è difesa a dovere: si tratta di un serio pericolo per marchi, brevetti e prodotti delle nostre aziende. Per come è strutturato l’accordo, vi è il concreto rischio che si vadano ancora una volta ad incentivare delocalizzazioni di imprese europee e politiche salariali al ribasso, senza peraltro far crescere gli standard sociali, lavorativi ed ambientali del Vietnam. Davvero le aziende italiane vorranno investire dove i lavoratori non hanno diritto di espressione o di associazione?
A livello ambientale è evidente il contrasto con i sacrifici che l’UE impone ai suoi Paesi Membri: in Vietnam il carbone è la principale risorsa per la produzione di energia elettrica si prevede un contributo del carbone al mix energetico di oltre il 40% e il completamento di circa 100 centrali a carbone entro il 2030. Infine si consideri che non esistono progetti, né un serio impegno finanziario per la depurazione delle acque industriali e di quelle del fiume Mekong, una minaccia per i mari e per la salubrità di quel riso vietnamita a cui si vorrebbe concedere l’accesso a dazio zero in Europa per un quantitativo di 80.000 tonnellate all’anno con rischio di triangolazioni da paesi limitrofi come la Cambogia. Indice purtroppo della scarsa sensibilità mostrata dalla Commissione verso un settore importante e sensibile come quello risicolo”.
Lo dichiara in una nota l’europarlamentare della Lega Danilo Oscar Lancini, membro della Commissione Commercio Internazionale (INTA) del Parlamento Europeo.