Milano. 12enne ospite di una comunità, versa in grave stato d'incuria

Sarebbe lasciato costantemente solo, a navigare per ore su siti pornografici

Milano. 12enne ospite di una comunità, versa in grave stato d'incuria

Milano. 12enne ospite di una comunità, versa in grave stato d'incuria

Milano 28 Maggio, la serenità di un ragazzino milanese di 12 anni è messa seriamente in pericolo dalla comunità in cui i Servizi sociali lo hanno obbligato a dimorare, dopo l’allontanamento dalla madre: aperta in piena pandemia da Covid-19, la struttura sarebbe priva di personale adeguato e pertanto non in grado di garantire adeguato sostegno all’adolescente, che versa infatti in un grave stato di incuria e isolamento.

"Eppure per l’assessore alle Politiche sociali del Comune milanese, in cui risiede questo ragazzino, sarebbe tutto in ordine» dichiara l’Avvocato Miraglia, al quale la madre dell’adolescente si è rivolta, preoccupata dallo stato in cui lo ha recentemente trovato".

"Dalle “verifiche” effettuate dall’assessore la comunità sarebbe in possesso dei requisiti necessari normativamente richiesti: quello che però l’assessore omette di spiegare è che si tratta di semplici autocertificazioni, che pertanto qualcuno dovrebbe prendersi la briga di verificare, e che le autorizzazioni ad operare sarebbero arrivate alla struttura (aperta appena un anno fa, in piena pandemia) soltanto dopo che il ragazzino vi era già stato collocato".

All’interno di questa comunità pare che ci sia soltanto un altro ospite, oltre al dodicenne, mentre mancano totalmente gli operatori.

Non esiste un progetto educativo né sorveglianza verso questo minore, che viene lasciato per ore e ore, nel corso della giornata, attaccato al telefono cellulare a navigare in internet, specialmente su siti pornografici.

Versa poi in uno stato di trascuratezza ed incuria personale ed è sempre più triste e isolato. In sostanza irriconoscibile.

«Compito della comunità e del Servizio sociale dovrebbe essere quello di vigilare sui comportamenti dei minori, soprattutto dell’età di questo ragazzino, che ha appena 12 anni» prosegue l’avvocato Miraglia. «La permanenza in comunità dovrebbe eventualmente un ruolo di supporto e di sostegno professionale, ma qui non si ravvisa nella di tutto questo. 

Per l’assessore ai Servizi sociali sarebbe tutto in regola, ma qualcuno si è preso la briga di verificare? Se c’è ancora chi dubita che non vi sia un sistema legato agli affidamenti, eccone la prova.

Comunità e case famiglia nascono come i funghi, ingolosite dal facile guadagno economico che gli affidi portano con sé. Ma poi chi davvero controlla come stiano i minori che vi vengono alloggiati?».

La madre del dodicenne ha sporto querela alla Procura presso il Tribunale di Milano, denunciando la comunità, gli assistenti sociali e anche l’assessore per truffa, falso ideologico in atto pubblico, abbandono di minore ed esercizio abusivo della professione.

Di tutta la vicenda sono poi stati investiti anche i carabinieri dei Nas.