MiG libico precipitato sulla Sila, il mistero irrisolto, bloccato Borsellino
"Se è necessario io in quella base ci entro con l'esercito". Pochi giorni dopo l'inchiesta fu trasferita a Roma e quindi Borsellino non riuscì più a proseguire le sue indagini".
La versione ufficiale sia del governo libico sia di quello italiano abbiano ipotizzato un malore del pilota che, innestato il pilota automatico, sarebbe precipitato una volta finito il carburante, ma nel tempo si sono sviluppate ipotesi alternative sulle cause.
Ricordiamo che sulla vicenda c'è stato pure un film: Il muro di gomma è un film italiano del 1991 diretto da Marco Risi.
Il titolo del film deriva dalla frase utilizzata dall'avvocato Giordani per riferirsi alla barriera di omertà sull'incidente, che la dichiarazione del maresciallo Caroli aveva per la prima volta penetrato: «dopo anni e anni per la prima volta uno squarcio si apre in questo muro di omertà, in questo muro di gomma». (wikipedia).
Uno dei dubbi venne espresso da Giovanni Spadolini, ministro della difesa dal 1983 al 1987, che ebbe a dire che chi avesse risolto il giallo del MiG avrebbe potuto capire la strage di Ustica.
I dubbi nascono da parecchi punti oscuri: la data, le condizioni del pilota, i fori nell'aereo, e tanto altro.
I documenti sulla vicenda sono spesso classificati come riservati, strano per la caduta di un aereo senza carbante!
nel documento riservato si premette che si è trattato di un aereo delle Forze Aeree Libiche, avvenuta il 18 luglio 1980 ed è stata nominata una Commissione di inchiesta con la partecipazione di rappresentanti libici.
La prima riunione avvenne sul posto dell'incidente, il 24 luglio 1980, ma anche nei giorni seguenti: 25,26,28,29,30,31 luglio e 1,20,21,22 agosto 1980.
L'incidente viene così descritto: "il giorno 18 luglio un velivolo tipo MIG-"3/MSn.6950 delle Forze Aeree libiche impattava il suolo presso Castelsilano, località Timpa delle Megere, coordinate 39°16'30" Nord-16°48'00 est, l'impatto avveniva alle ore 11-11,30 locali, causando la morte del del pilota, la distruzione del velivolo...
Seguono le dichiarazioni dei libici: volo decollato alle 09.54 locale da Bengasi, pilotato dal capitano EZZEN KHALIL, in servizio presso la stessa base.
Nel documento, informazioni libiche: la missione era denominata "NEMER", si trattava di un'esercitazione di routine ed era configurato come "clean" senza armamento e taniche di carburante esterni; dato interessante: " la pianificazione fatta dal pilota è stata aderente alla programmazione. Peraltro la scelta dei consumi e velocità erano già prepianificate per il tipo di missione".
Un'anomalia ( ndr) emerge: "durante la virata verso il punto B il pilota inspiegabilmente perdeva 6500 metri di quota e cominciava a non rispondere. Porblema a 40 km. dalla costa libica, e il capo formazione ARAB comunicava al gregario NEMER che il leader aveva poblemi con la radio: altro particolare il non muoveva la testa e non reagiva alle manovre ( non risulta nella dichiarazione libica)
Cosa avviene? Il comandante non risponde e si predisponeva l'ausilio degli intercettori ARAB ( previsti nelle esercitazioni del genere).
Gli intercettori non riuscivano ad arrivare al velivolo uno era atterrato, e l'altro era senza carburante rientrò.
I libici non riuscirono a raggiungere il loro aereo e gli italiani arrivarono sul lugo dell'incidente alle ore 20 del 18 luglio.
Possibili eventi che avrebbero potuto far perdere il controllo, per es.il meteo? "visibilità ottima (15 km.) e venti deboli (4-5 nodi).
Altri possibili problemi di natura tecnica dell'aereo? Non risultano, anzi i libici parlano di una revisione nel mese
precedente e 110 ore di funzionamento e nessun inconveniente riportato sul libretto del velivolo.
Notare: alla Commissione d'inchiesta per motivi di sicurezza (!!!) non sono state consegnate le registrazioni delle comunicazioni intercorse; il relitto è stato piantonato dalle autorità libiche ( eppure si trattava di territorio italiano).
Tante stranezze, impatto a bassa velocità nonostante il pilota avesse perso il controllo dell'aereo!
Dettagli non da poco: " non si è riscontrata presenza a bordo di armamento, nè sistemi fotografici e di ricognizone o disturbi elettronici.
Poche le gocce di carburante.
Pilota trovato ancora imbragato, quindi era stato male prima, era stato colpito? Incendio in volo, non risulta.
L'incendio a terra potrebbe essere stato determinato dal poco carburante, olio idraulico e alcool raffreddamento forse solo dall'impatto, vista la presenza di sterpaglie.
Altre possibili anomalie? Il pilota era addestrato (927 ore) e stava bene, non soffriva di malattie.
Emerge però un aspetto inquietante dalla lettura del "verbale di esumazione di cadavere ed autopsia", manca un organo fondamentale: l'encefalo, essenziali per indagini di laboratorio.
E poi perchè il cadavere è in stato di "avanzata decomposizione", è stato sostituito da chi e perchè, per nascondere cosa?
Il decesso viene attribuito all'impatto e non a condizioni psicofisiche, e allora perchè non consegare le registrazioni?
E perchè il velivolo è entrato senza autorizzazione nello spazio aereo italiano senza conttattare gli enti di controllo?
L'Aeronautica Militare italiana ha sempre smentito una qualche correlazione tra il Mig caduto in Calabria e il caso Ustica: c'è differenza di 3 settimane tra un caso e l'altro, però questi giorni sarebbero compatibili con lo stato di decomposizione del cadavere ritrovato nella Sila.
Quel velivolo libico interessava a molti: alla Cia, ai nostri Servizi (il Sismi e il Sios) e a quelli di tutto l’Occidente; pure ai Carabinieri di Crotone che a fine giugno, lo cercano sulla Sila anche se, per anni, negheranno di essersene interessati. (stragi80.it)
L'Aeronautica Militare ha sempre sostenuto che il Mig libico si schiantò sulla Sila il 18 luglio e non il 27 giugno.
Francesco Cossiga, Presidente del Consiglio dei Ministri all'epoca dell'incidente aereo, nel 2007 ne attribuì la responsabilità a un missile francese «a risonanza e non a impatto», destinato al velivolo libico su cui, a sua detta, si sarebbe trovato Gheddafi[10]. Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della Cassazione, della sentenza di condanna civile al risarcimento ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di Trasporti e Difesa dal tribunale di Palermo.
E arriviamo a una misteriosa telefonata:
“Soltanto che il giorno dopo, il maresciallo responsabile del servizio ci disse praticamente di farci gli affari nostri e di non avere più seguito in quella vicenda. [...] la verità è questa: ci fu ordinato di starci zitti”. (Rai Cultura)
La testimonianza fa riaprire l'inchiesta e il procuratore di Marsala di allora, Paolo Borsellino, cercò senza successo, di identificare il misterioso interlocutore di Telefono Giallo (trasmissione di Augias).
Stessa tesi ripresa da Famglia Cristiana
"Trovai Borsellino furibondo. Mi raccontò di aver richiesto il registro delle presenze nella base di quel 27 giugno 1980 quando avvenne la tragedia. Prima gli dissero che non si trovava più, poi gliene fecero avere uno palesemente falso. Allora esplose: "Se è necessario io in quella base ci entro con l'esercito". Pochi giorni dopo l'inchiesta fu trasferita a Roma e quindi Borsellino non riuscì più a proseguire le sue indagini".
La chiarezza non ci sarà mai, coinvolti servi segreti di vari stati e noi sempre succubi, onoriamo gli eroi come (Paolo Borsellino per esempio), lasciando cadere il silenzio dei segreti di stato?
Basta con l'ipocrisia.