Lotta alla 'Ndrangheta a livello internazionale
conferenza colvice capo della Polizia Vittorio Rizzi, ed Interpol, rappresentata dal segretario generale Jurgen Stock, è stato preparato un decalogo di domande da inoltrare ai Paesi aderenti al progetto I – CAN
La lotta alla ‘Ndrangheta non riguarda solo l’Italia ma coinvolge anche altre nazioni per la sua capacità di inserirsi nei tessuti economici oltre confine.
Il contrasto internazionale all’associazione criminale passa attraverso il progetto I - CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) che permette lo scambio di informazioni tra i Paesi aderenti.
Nella riunione operativa che si è svolta ieri in video conferenza, tra la Direzione centrale della Polizia criminale, guidata dal vice capo della Polizia Vittorio Rizzi, ed Interpol, rappresentata dal segretario generale Jurgen Stock, è stato preparato un decalogo di domande da inoltrare ai Paesi aderenti al progetto I – CAN.
I 10 quesiti trasmessi ad Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Svizzera, Uruguay, USA, permetteranno di monitorare la presenza della ‘ndrangheta nel loro tessuto economico soprattutto nella logistica, nell’import-export, nella filiera agro-alimentatore e nelle attività aeroportuali.
Le domande, concordate con i procuratori delle Direzioni distrettuali antimafia maggiormente impegnate sulla ‘ndrangheta a Catanzaro e Reggio Calabria, Nicola Gratteri e Giovanni Bombardieri, consentiranno di incrociare le informazioni con la mole di risultanze investigative italiane.
L’obiettivo è quello di tracciare la presenza della ‘ndrangheta a livello transnazionale per contrastarne la minaccia e gli ulteriori rischi di infiltrazione nell’economia post COVID.