Le colpe dei padri non ricadano sui figli

Le colpe dei padri non ricadano sui figli

di Giuseppe Criseo

Un argomento spinoso che vogliamo affrontare è la questione dei pentiti, ma anche di coloro che sono in carcere e hanno figli.

Qual è la differenza tra i due casi?

La Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti riconosce formalmente il diritto di questi minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il proprio genitore detenuto e, al contempo, ribadisce il diritto alla genitorialità dei detenuti.

Diversa la situazione dei famigliari e quindi anche dei minori, figli di pentiti oppure di coloro che hanno denunciato delitti per uscire da giri pericolosi e assicurare un futuro ai loro cari e si trovano in difficoltà.

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Filomena Albano e la presidente dell’Associazione Bambinisenzasbarre Lia Sacerdote, hanno infatti rinnovato il 20 novembre la Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti. Il Protocollo d’intesa siglato è al suo terzo rinnovo, a conferma dell’interesse che le parti riconoscono alle condizioni che vivono i figli minori di genitori detenuti

Non si parla invece dei diritti dei minori che seguono le sorti dei pentiti oppure dei denuncianti, stando in condizioni precarie e pericolose.

Se il genitore ha denunciato dei mafiosi deve stare molto attento, e se va bene viene tutelato dallo stato, come?

 Art. 9. 
  1. Nei confronti delle persone esposte a grave e  attuale  pericolo
per effetto della loro collaborazione o delle dichiarazioni rese  nel
corso delle indagini preliminari o  del  giudizio,  relativamente  ai
delitti previsti dall'articolo 380 del codice  di  procedura  penale,
possono essere adottate misure di protezione  idonee  ad  assicurarne
l'incolumita', provvedendo, ove necessario, all'assistenza secondo le
disposizioni del presente capo. 
  2. Le citate misure possono essere adottate anche nei confronti dei
prossimi congiunti e di coloro che convivono con le persone di cui al
comma 1. 

Nel 2016 c'erano questi numeri:

  • Sono oltre 6mila le persone sotto protezione;
  • Collaboratori protetti: 1,277 (di cui 63 donne);
  • Familiari dei collaboratori: 4915;
  • Testimoni protetti 78 (di cui 26 donne);
  • Familiari dei testimoni: 255;

Un gruppo consistente di persone che si aspetta aiuto, protezione e un futuro certo, alla luce di quanto ha dichiarato Luigi Bonaventura Collaboratore di giustizia da oltre 12 anni .

"Pentito è un modo elegante per chiamarci infami e questa cosa ricade soprattutto sui nostri familiari che restano schiacciati fra l'incudine e il martello"