Il Titanic, il celebre transatlantico affondato oltre un secolo fa
la sua storia nel libro di Claudio Bossi
Il Titanic, il celebre transatlantico affondato oltre un secolo fa, è fonte inesauribile di storie. Lo sa bene Claudio Bossi, storico e scrittore, che da oltre trent’anni ne ha fatto il suo cavallo di battaglia e che oggi si propone con il suo ultimo lavoro: “Margaretha-Frölicher Stehli / Germignaga e il Titanic”, in pubblicazione da Macchione Editore, disponibile nelle librerie a partire dal prossimo 17 febbraio.
Bossi, di Oggiona con Santo Stefano, una delle voci più autorevoli in materia di Titanic nel panorama internazionale, questa volta ha dato visibilità a una delle famiglie più conosciute nell’industria tessile mondiale della seta: gli Stehli.
La storia di Margaretha Stehli, del marito Maximilian e della figlia Hedwig, tutti e tre imbarcati sulla prestigiosa nave della compagnia inglese White Star Line, s’intreccia, oltre a quei quattro giorni trascorsi a bordo, anche con il vissuto di Germignaga.
E’ a Germignaga, in questo piacevole borgo adagiato sulle rive del Lago Maggiore, che Bossi ci narra di una vivace attività imprenditoriale che vide gli Stehli, rinomati industriali svizzeri, protagonisti indiscussi di quella realtà economica, di fine e inizio secolo scorso, che fecero crescere e prosperare il piccolo paese.
E poi il Titanic. Qui, per citare uno stralcio tratto dalla prefazione a firma di Carlo Alfieri, “Bossi è veramente insuperabile: ci fa penetrare nelle loro menti e ci fa rivivere quelli che probabilmente furono i loro pensieri, i loro terrori, le loro speranze”.
Bossi, noto al grande pubblico anche per gli interventi televisivi in trasmissioni di divulgazione storica, è autore prolifico di articoli. La sua produzione saggistica poi conta numerose opere: Titanic – Storia, leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari (Giunti/De Vecchi Editore, 2012), con cui si è visto assegnare il Premio Nazionale Cronache del Mistero 2015; Gli enigmi del Titanic (Enigma Edizioni, 2016); Io e il Titanic (Macchione Editore 2018); Il picasass sopravvissuto al Titanic (Macchione Editore, 2019); La numerologia del Titanic (con Ada Piccaluga; Editions LuxCo, 2020).
Claudio Bossi chi era Margaretha Stehli e come si può inquadrare il suo periodo?
Margaretha Emerentia Stehli, la protagonista del mio nuovo libro, era nata a Zurigo nel 1864. Era quello un periodo di profondi innovamenti nella società, era in corso un’evoluzione senza precedenti. Gli europei la chiamavano Belle Époque, gli americani l’età dell’oro, ma la sostanza non cambiava.
Germignaga e il suo piccolo borgo.
Nulla simboleggiava meglio della vita piacevole di questo piccolo paese a pochi chilometri dal confine svizzero e porta di accesso al Lago Maggiore, meta oramai consolidata del turismo internazionale. Lungo le vie aperte per collegare l’abitato antico fu tutto un sorgere di grandi alberghi.
Non mancavano poi le presenze di nobili, aristocratici e artisti alla ricerca di quiete, tutti affascinati dall’immensa e maestosa distesa d’acqua e dalla lussureggiante natura circostante. Lasciarono tracce del loro passaggio Elisabetta di Sassonia, madre di Margherita di Savoia futura regina d’Italia, i grandi direttori d’orchestra Ruggero Leoncavallo e Arturo Toscanini, gli scrittori Edmondo De Amicis e Bernard Shaw.
Erano quelli gli anni in cui l’economia svizzera era in forma smagliante.
In pieno boom, grazie all’incredibile produttività delle industrie; il settore tessile ne era il pilastro e impegnava quasi la metà della manodopera del paese. Ciò fu possibile anche grazie a un nuovo spirito imprenditoriale di un nuovo tipo di fabbricanti, tra cui gli Stehli.
Vengono le lacrime agli occhi a raccontare la storia e a guardare questo immenso casermone, dall’architettura tipica delle fabbriche tessili dell’inizio del Novecento, lungo quasi duecento metri che si trova sulla provinciale che entra in Germignaga fra il Tresa e la collina che sovrasta il paese.
Sopra la facciata principale è ancora evidente la scritta “Setifici Stehli”, imponente come allora, ma inerme come un gigante assopito e ancora testimone della storia del paese.
Gli stabilimenti di Germignaga furono acquistati nel 1885 da Emil Stehli, il padre di Margaretha: questo fu possibile grazie alla lungimiranza di ex impiegato, che si chiamava Maximiliam Frölicher, che, dopo un periodo di apprendistato, aveva bruciato le tappe sino a diventare uomo di fiducia degli Stehli e fu colui che gettò le basi per le fabbriche americane della società, grazie a un lungo periodo trascorso in America. Di ritorno a casa il Frölicher, a conoscenza che nella zona dell’alto Verbano c’era già un distretto tessile ben sviluppato e dove esistevano allevamenti di gelsi, filande, filatoi, tessiture e manodopera a basso costo già esperta nel lavoro della seta, ebbe un’idea molto semplice.
Per consentire agli Stehli di ampliare costantemente la loro produzione e per aggirare i dazi sull’importazione di filati e di tessuti imposti dal Regno d’Italia, Frölicher aveva suggerito di investire e produrre direttamente a Germignaga. Qui vi si producevano tessuti grezzi di seta naturale sino al secondo dopoguerra. Però i loro interessi volgevano anche al mercato americano.
Maximiliam Josef Frölicher divenne socio della società anche in virtù del matrimonio con Margaretha Stehli. E in quella primavera del 1912, Maximiliam e Margaretha, accompagnati dalla figlia Marguerite, si dovevano recare appunto negli Stati Uniti, dove Maximiliam doveva concludere degli affari. Partenza fissata per il mercoledì 10 aprile dal porto francese di Cherbourg: la nave che attendeva i nostri protagonisti era il Titanic!
Il viaggio da Zurigo al porto francese, l’avventura di quei quattro giorni di navigazione, la fatidica notte tra il 14 e il 15 aprile e il felice epilogo della loro vicenda sono altri capitoli che si possono leggere nel libro.