Droghe illegali e la ragioneria del ministro dell’Interno

il consueto allarme per una gioventù che infischiandosene della Lamorgese come dei suoi predecessori, è sempre di più dedita al consumo di sostante illegali e per la quale si continuano a finanziare iniziative (“Scuole Sicure”) che confortano solo gli esecutori delle stesse.

Droghe illegali e la ragioneria del ministro dell’Interno
Luciana Lamorgese


Non vorremmo essere al posto del ministro dell’Interno, Luciana Morgese, che ieri alla Camera ha fatto il punto della situazione droghe illegali (1). Consapevoli che anche in tanti non vorrebbero in nessun modo uno che la pensa come noi sulle droghe illegali in quel posto, ci preme puntualizzare che tra i compiti del ministro (organismo esecutivo) ce ne sono tanti che non sono stati presi in considerazione. E’ la politica di questo governo e di questa legislatura che, all’ordine del giorno, non ha la questione droghe illegali in modo diverso da come è previsto dai trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese. Per farlo occorrerebbe coraggio e lungimiranza politica, magari partendo anche dal fatto che nel nostro Paese la cannabis terapeutica è legale e che il consumo di sostanze illegali è depenalizzato. Ma così non è.


Il risultato è l’esposizione dei numeri, l’auspicio di maggiore rigore nei confronti dello spaccio (cercando anche il conforto dell’altro potere dello Stato, la magistratura); il consueto allarme per una gioventù che infischiandosene della Lamorgese come dei suoi predecessori, è sempre di più dedita al consumo di sostante illegali e per la quale si continuano a finanziare iniziative (“Scuole Sicure”) che confortano solo gli esecutori delle stesse; il solito allarme sugli incidenti stradali (pur se sono l’1%, un quarto di quelli provocati dall’alcool, e tra quest’ultimo e droghe illegali il 4% di tutti gli incidenti -2); tossicodipendenti come conteggio di numeri e di sanzioni: iniziative statiche per galleggiare in una malattia che, nei Paesi in cui viene approcciata con politiche di riduzione del danno, si ottengono invece risultati sanitari e quantitativi. Nulla sulla criminalità organizzata, anche se quella non era la sede per dati specifici, ma avrebbe
potuto esserla per collegare la quotidianità alla presenza massiccia del narcotraffico, per transito e per consumi.
Insomma, abbiamo un ministro ragioniere (3). E’ quello che serve di fronte ai problemi sanitari, economici, sociali e umani creati dal mercato illegali delle droghe? Certo, i numeri ci servono, ma poi?

fonte: https://www.aduc.it/comunicato/droghe+illegali+ragioneria+ministro+dell+interno_32988.php