Cinquestelle, invece di cambiare gli altri, sono cambiati loro
Fiducia così mal riposta
Di Lorena Polidori
LE STRAVAGANZE DI UNA PARTE DELLA POLITICA ITALIANA CHE VOLEVA CAMBIARE IL SISTEMA ITALIA ED E’ FINITO PER ESSERE VITTIMA DI SE STESSO
Nella fase più drammatica di questo paese stretto tra la pandemia e la rabbia degli italiani che sperano in un Governo autorevole e in una politica che riprenda a fare il proprio mestiere, in grado di offrire un futuro con più certezze e meno precarietà, c’è ancora chi ha voglia di fare giochi incomprensibili, e, ci si riferisce ai 5Stelle.
Che non siano mai stati illuminati sulla strada per Roma da cultura di governo, e coerenza è inutile ribadirlo, ma che a prescindere dal siamo bravi ad allearci con tutti da destra a sinistra, pur di rimanere a Palazzo, si arrivi addirittura ad essere gli unici a farsi attendere per giorni come una primadonna dal Prof. Draghi, figura di straordinario prestigio, diventa la barzelletta dell’epoca del terzo millennio della politica italiana.
E’ altresì evidente di come la fotografia delle due aule parlamentari dimostri che nel 2018 molti italiani diedero fiducia al movimento, permettendogli di occupare gran parte dei seggi in Parlamento (191 deputati e 92 senatori), tant’è che se oggi assistiamo a questi goffi episodi, il motivo è da ricercarsi proprio in quella fiducia cosi mal riposta nel momento in cui proprio quegli stessi italiani erano nell’urna in solitaria.
E a voler ribadire con forza il concetto che in Italia registriamo un pesante crollo del PIL, la peggiore crisi occupazionale e, la peggiore crisi industriale dopo quella del 2009, sembra non fermare chi ne trova ancora una volta solo motivo per fare strategia spicciola, cercando di intestarsi un progetto che è solo del Presidente Mattarella e far perdere tempo prezioso al paese, bisognoso di imminenti interventi governativi che lo risollevino.
Tutto ciò non è per niente un segnale di buonsenso e, maturità politica.
Evidentemente ai 5stelle, non è bastato il richiamo che arriva dalla massima carica dello Stato, il Presidente della Repubblica, che, dopo mesi di spettacolo improduttivo da parte dei governanti, ha pensato bene di declassare l’intera classe politica a “portaborse” e affidare le sorti del paese nelle mani di un’alta personalità che gode di stima e fiducia mondiale.
E ancora oggi, quando quasi tutti i partiti politici, si sono rimessi con disciplina alla volontà del Presidente Mattarella, come persino ha fatto lo stesso Salvini (da sempre antieuropeista), gli unici che hanno fermato gli urgenti lavori per la formazione del Governo sono sempre loro i 5stelle.
Ancora una volta si è persa l’occasione per non dimostrare che nei palazzi il bene dei cittadini italiani arriva prima dei seggi, della percentuale di consenso e della paura di una spaccatura nel movimento che creerebbe danni irreversibili.
Pensare che un uomo che in passato ha salvato l’Italia più volte, è obbligato a dialogare con comici e tanti altri avventurieri di quella che dovrebbe essere l’ arte del governo è davvero singolare, ma d’altra parte siamo il paese di Pirandello e Macchiavelli.
E oggi tutta l’Italia è costretta a subire l’esito di una piattaforma di cui se ne ignora ancora il meccanismo per accontentare le stravaganze di pochi che dal 2018 ad oggi sono diventati pochissimi.