La Lega Giovani della Lombardia scrive una lettera a Conte

Sei i firmatari della provincia di Varese

La Lega Giovani della Lombardia scrive una lettera a Conte
La Lega Giovani chiede di intervenire al governo italiano contro i colossi dell’e-commerce e lo fa con una lettera a firma dei suoi giovani amministratori - tutti under 35 - indirizzata al presidente del consiglio Giuseppe Conte ed al ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. 
Tra i centocinquanta sottoscrittori, anche sei giovani amministratori della provincia di Varese. Si tratta dei consiglieri comunali Martina Barcaro, Cristine Grosso, Matteo Guarneri, Riccardo Guzzetti, Nicolò Postizzi e Federico Terreni.
«Il nostro compito come amministratori è prima di tutto porre un freno alle situazioni di disagio nelle realtà che siamo chiamati a rappresentare - commenta Riccardo Guzzetti, consigliere comunale a Saronno e coordinatore della Lega Giovani del Varesotto – e siamo consapevoli che, come singoli, non abbiamo la forza per contrapporci a multinazionali come Amazon o Alibaba. Ma una questione di rilevanza transnazionale come questa interessa direttamente la nostra quotidianità amministrativa: i centri dei nostri borghi e delle nostre città continuano a svuotarsi, i negozi storici chiudono i battenti un po’ ovunque e la situazione sta diventando ancor più drammatica a seguito dell’emergenza sanitaria in atto. Perciò – conclude Guzzetti – tocca ancora a noi, che abbiamo testimonianza diretta della problematica in essere, chiedere che la questione venga sollevata nelle opportune sedi, sperando che chi di dovere capisca una volta per tutte quanto questo trend stia impoverendo il nostro ceto medio».
Di seguito il testo integrale della lettera
«Egregio Presidente Conte, Egregio Ministro Patuanelli,
come Giovani Amministratori under 35 eletti negli Enti Locali della Lombardia, ogni giorno viviamo i nostri territori cercando di comprendere le diverse esigenze, i problemi e le difficoltà dei cittadini.
Il periodo di eccezionale emergenza che sta vivendo la nostra Lombardia, Regione più colpita sia sotto il versante sanitario che economico, è causa di grande preoccupazione e ci impone di agire per conto delle realtà che siamo chiamati a rappresentare.
Le misure restrittive, decise per contrastare il diffondersi del coronavirus, hanno messo in ginocchio molte attività produttive e c’è la concreta possibilità che centinaia di migliaia di posti di lavoro spariscano per sempre. Con l’approssimarsi del periodo natalizio inoltre la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente, considerando come le vendite di Natale costituiscano in certi casi il 40% del fatturato annuo di una miriade di esercizi commerciali locali.
Ma mentre i nostri commercianti soffrono, rischiando di non riaprire mai più le loro saracinesche, c’è chi invece da questa tremenda situazione sta traendo immenso profitto. Parliamo dei colossi dell’e-commerce, come Amazon.
La situazione del tutto eccezionale ha di fatto posto alcuni giganti del web, in posizioni monopolistiche, una situazione di esasperata concorrenza sleale che, se non verrà posto un freno, annienterà intere porzioni del nostro prezioso tessuto produttivo.
Per questa ragione riteniamo che il Governo debba attivarsi, anche nelle sedi europee, per cercare di limitare il regime di monopolio in cui questi colossi operano e agire sulla tassazione, del tutto inadeguata rispetto ai fatturati di certe realtà dell’e-commerce. 
In quanto giovani siamo consapevoli dell’importanza e dei vantaggi del commercio online, ma questo deve essere posto nelle condizioni di non distruggere le realtà più piccole, che danno valore aggiunto al territorio. 
Per quanto concerne ciò che è di nostra competenza, stiamo concretizzando nei Comuni azioni di sensibilizzazione all’acquisto di prodotti locali, contributi a fondo perduto, sgravi fiscali. Ma sappiamo che questo non è sufficiente se non esiste la volontà politica di agire a livello nazionale ed europeo. 
La richiesta che avanziamo quindi è che il Governo agisca nella direzione di porre un freno e adeguate limitazioni allo strapotere dei colossi dell’e-commerce online, magari prendendo esempio anche dalle recenti iniziative francesi, nell’interesse dell’economia del territorio e per evitare la chiusura di molti esercizi commerciali, con la conseguente perdita di ricchezza e posti di lavoro.