Vicenza, Padova e Treviso, truffa aggravata
Truffa per prendere le disoccupazioni
Vicenza, Padova e Treviso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche
Complessa e articolata azione delle Fiamme Gialle di Vicenza
L’attività investigativa ha riguardato soggetti residenti sia nelle province del Veneto (Vicenza, Padova e Treviso) che nella provincia di Salerno, il personale veniva assunto per godere di indebite erogazioni pubbliche.
Il meccanismo era stato studiato con cura per poi procedere al successivo licenziamento degli stessi lavoratori, in modo tale da creare “artificiosamente” i presupposti per beneficiare delle indennità di disoccupazione e/o maternità.
L’intervento della Guardia di Finanza con le indagini anche fuori dal Veneto, si è concluso con il deferimento alla locale Autorità Giudiziaria di 41 soggetti, la maggior parte per l’ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, oltre alla proposta di sequestro per un importo complessivo pari a € 277.066,93.
L’attività di servizio ha preso le mosse da un’analisi sviluppata in cooperazione con i funzionari dei locali uffici dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dell’I.N.P.S. avente ad oggetto apparenti irregolarità nelle assunzioni da parte di una ditta individuale operante nel settore dei lavori edili.
Si instauravano rapporti di lavoro per poi, una volta raggiunti i requisiti di legge, i soggetti denunciati avrebbero potuto richiedere la disoccupazione
Le attività d’indagine condotte dai finanzieri di Vicenza si sono basate, dapprima, sull’effettuazione di sopralluoghi ed accertamenti nei confronti della citata ditta individuale, rilevando, in particolare, che la stessa, pur operando nel settore dell’edilizia, oltre ad avere sede presso un palazzo residenziale privo di qualunque riferimento alla citata impresa, risultava essere, altresì, essenzialmente inattiva a decorrere dall’anno 2013. Successivamente, sono stati eseguiti mirati approfondimenti di natura economico-finanziaria, sostanziatisi nell’acquisizione ed analisi della documentazione contabile e bancaria della ditta individuale oggetto d’indagine, nonché nell’effettuazione di interrogazioni e rielaborazioni massive dei dati rilevati mediante le Banche Dati ed agli strumenti di informatica operativa a disposizione del Corpo.
Tali ulteriori attività hanno permesso di acclarare che il numero di lavoratori assunti e l’inquadramento riservato agli stessi risultava assolutamente incoerente rispetto alla natura dell’impresa, nonché alla luce dell’assoluta inconsistenza dell’operatività economico finanziaria della medesima (43 dipendenti assunti con la qualifica di “addetto alla contabilità generale” ed “impiegato d’archivio” a fronte della totale assenza di documentazione contabile per le annualità successive al 2013). L’insieme degli elementi indiziari sopra descritti sono stati ulteriormente supportati dagli esiti delle indagini finanziarie condotte sui conti corrente intestati sia all’azienda che ai tre soggetti individuati quali ideatori e promotori dello schema fraudolento in esame.
All’esito di tale attività, sono stati raccolti i dati necessari dalle sedi I.N.P.S. che, nel tempo, avevano provveduto alla liquidazione degli emolumenti, dislocate sia in Veneto che in Campania (Vicenza, Cittadella (PD), Montebelluna (TV) e Sala Consilina (SA)). Nel complesso, la Guardia di Finanza di Vicenza ha vagliato la posizione di oltre 130 soggetti, di cui 41 connotati da profili di irregolarità che, allo stato attuale, ha condotto al deferimento degli stessi all’Autorità Giudiziaria per diverse ipotesi di reato, tra cui quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Inoltre, con riferimento a quest’ipotesi delittuosa, è stata formulata una proposta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per un importo complessivo pari alla somma delle erogazioni indebitamente percepite, ammontati ad € 277.066,93.
L’Autorità Giudiziaria inquirente, sposando la tesi investigativa prospettata dagli operanti, ha promosso l’azione penale a carico di tutti i denunciati, emanando un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per un importo corrispondente alla somma delle indebite erogazioni percepite dai dipendenti residenti in territorio berico e trasmettendo gli atti relativi ai soggetti residenti al di fuori della provincia di Vicenza alle rispettive Procure della Repubblica per il seguito di competenza.
“All’esito dell’operazione portata a termine dalle Fiamme Gialle, inoltre, gran parte dei soggetti indagati è risultata avere avviato autonomamente apposite procedure di restituzione dell’indebito percepito presso l’I.N.P.S., consentendo all’Erario una più efficiente azione di recupero delle somme indebitamente erogate.
Le attività finalizzate al contrasto dei fenomeni dell’illecita percezione di erogazioni pubbliche mirano a restituire a chi ne ha effettivamente bisogno ciò che è stato loro illegittimamente sottratto e si innestano nelle più ampie linee d’azione del Corpo, orientate alla Tutela della Spesa Pubblica.”
In tali contesti, la Guardia di Finanza si colloca quale saldo baluardo a difesa dell’integrità dei bilanci pubblici e del corretto impiego delle risorse destinate al sostegno delle fasce più deboli della collettività, intervenendo incisivamente nei contesti caratterizzati da particolare complessità sotto il profilo giuridico-normativo che tecnico-operativo.