Tra Roma e Livorno si gioca il futuro di un nuovo Partito

Tra Roma e Livorno si gioca il futuro di un nuovo Partito

Generalmente i quotidiani italiani registrano con una tutt’altro che velata nota di fastidio, con una stizza spocchiosa e irriverente che si palesa nelle parole, la nascita del “solito, ultimo, ennesimo” ‘partitino di Sinistra’. Vorrei elencare quali e quanti sono i Partiti, solo tra quelli che si candidano alle elezioni politiche - per le quali, giova ricordarlo, occorre comunque presentare un certo numero cospicuo di firme raccolte tra i cittadini, al fine di entrare in lizza e poter essere votati – che “ancora” si rifanno al Comunismo: Potere al Popolo!, Partito Comunista, Partito Comunista Italiano, Partito Comunista dei Lavoratori e Partito della Rifondazione Comunista, quest’ultimo il più antico e l’unico direttamente erede del glorioso e originale PCI, l’altra gamba di quella tradizione sarebbe il “classico” Partito Democratico ( PD) oggi egemonizzato dai Socialisti, che purtuttavia si comportano in maniera liberista su un’infinita di questioni, in particolare Estere. A questi si aggiungono una infinita (tra i 30 e i 40) gruppi politici che non si candidano alle elezioni, solo tra quelli che si proclamano Comunisti, e tutti di aspirazione nazionale. Questo senza contare – in parte è improprio, ma non del tutto – il vasto mondo anarchico, radicato nelle città e nei quartieri, a partire dall’universo storico, secolare, della piccola e anticlericale Carrara e dal “nuovo” (si fa per dire) “mondo faberiano” che fa capo a Genova. E senza contare nemmeno le poche, ma riconosciute da tutto l’universo “rosso”, creature ibride, sviluppatesi in diversi quartieri di Roma (in particolare San Lorenzo, Testaccio e Acilia-Ostia Lido). Tutte creature nazionali. E, infine, le correnti federaliste dalla Sardegna.

A Roma, alle elezioni suppletive per la carica in Parlamento prima ricoperta dal “conte” Paolo Gentiloni che ora è volato in Europa e deve essere sostituito, Potere al Popolo! (PAP!), organizzazione che ha chiarito un anno e mezzo fa essere dichiaratamente Comunista, candida la Ginecologa dell’Ospedale G.B. Grassi Elisabetta Canitano, “contro” il Socialista Gualtieri, Ministro dell’Economia del Governo in carica. A Livorno, invece, è particolarmente sviluppato il Fronte della Gioventù Comunista, ovvero la giovanile del Partito Comunista di Marco Rizzo. Questi due movimenti, sono gli unici che vanno in TV. Un appoggio indiretto a questo Governo era venuto solo da Rifondazione Comunista, da cui direttamente o indirettamente tutti costoro escono fuori (i primi a uscire furono il Partito dei Comunisti Italiani di Cossutta, che ci ha lasciati, e del Ministro Diliberto, che si è estinto, come del resto il Partito stesso del “glorioso” come si dice in gergo Armando Cossutta, che ci ha lasciati): il Segretario Maurizio Acerbo si era dimostrato favorevole, subito rimbrottato dal Segretario del Partito Comunista dei Lavoratori Marco Ferrando sino a quando l’intera “Sinistra Radicale” non si è ricompattata nel “no” a questo Governo.

In realtà sarebbe opportuno segnalare come Rifondazione Comunista si sia alleata a Sinistra Italiana, alle scorse europee, nella medesima lista, e che quest’ultima Sinistra sia al Governo, assieme ad Articolo 1, con Ministri e Sottosegretari. Ovviamente per la gente comune tutti costoro (sino ad Articolo 1, che pure è nell’orbita “PD”) passano ancora per Comunisti. Il PD si è tolto questa nomea col Renzismo e non sembrerebbe intenzionato a tornare sui suoi passi, ma, allo stesso tempo, si pensa di tornare al Socialismo. Ovvero?

In vista di una simile ipotesi che ancora non si realizza per assenza di senso compiuto, sarebbe opportuno chiarire dei punti. Tutta l’orbita a Sinistra del PD (da Articolo 1 sino alla Sinistra più totale) si rifà al “Socialismo del XXI Secolo”, agli incontri di “Porto Alegre”, al “martirio” di Carlo Giuliani, perché no. A un mondo che si è dato una sua struttura tra 2000 e 2001 in risposta alla cosiddetta “Guerra del Kossovo” del 1999 nella quale un Occidente (Unione Europea trainata da Gran Bretagna di Tony Blair e Stati Uniti di Bill Clinton) che vedeva forze Socialdemocratiche al potere di fatto “ovunque” ridisegnò la mappa USA del 1945 allargandola all’Est post-sovietico, stando comunque alle famose “regole del gioco” tanto sbandierate da Matteo Renzi recentemente, vale a dire ai principi di Libertà, Eguaglianza e Democrazia più o meno sostanziale. E questo dopo svariati decenni al ribasso a partire dal 1979 (Controrivoluzione iraniana ed elezione del “papa polacco” Giovanni Paolo II, vero artefice della cosiddetta “caduta del Comunismo”) e, naturalmente, del 1989, con la Caduta del Muro di Berlino, ma anche del 1999. Tre “9” in cui il pugile del Socialismo le prese di santa ragione. Ma poi, reagì, come si ricorda chiunque abbia tra i 30 e i 40 anni.

Ma, dovunque questo sistema, in questa gara tra i Socialdemocratici (cosiddetto Centrosinistra) e i Socialisti del XXI Secolo (cosiddetta Sinistra Radicale) avrebbe potuto portare, non si può prescindere dal rammentare che immediatamente subito dopo, l’11 settembre (data emblematica) del 2001 il mondo è stato travolto dalla cosiddetta “Guerra al Terrore” e in tutt’altre faccende affaccendato, ahimé. Si è fatto così largo una diversa narrazione che ha portato sino Trump, Salvini e Bolsonaro (e giù discendendo) e vedremo a cosa condurrà nel Mondo, una narrazione a mio avviso nefasta che mette in discussione l’ordine del 1945 non per mutarlo, ma per abbatterlo (questo, sempre a mio modesto avviso) ma che sta già risultando perdente in Italia (in realtà, caso a dir poco isolato nel Globo occidentale) .La verità è che questo caso di Resistenza è talmente isolato - tutti lo sanno, e nessuno lo scrive – che una evoluzione “socialista” del PD, come e quanto un contenitore “unico” della Sinistra Radicale, se non esperimenti ancora più futuristici, non potranno mai vedere la luce in Italia senza una vittoria di Bernie Sanders a Washington e, soprattutto, a New York. Un altro pianeta.
Lorenzo Proia