Torino. N'drangheta appalti pubblici, cadono le accuse per mafia.
Indagini dei carabinieri, da cui emergono infiltrazioni di stampo mafioso negli appalti pubblici del Torinese, però cadono le accuse per mafia nel processo San Michele.
Torino. N'drangheta appalti pubblici, cadono le accuse per mafia.
Torino 18 Luglio, il caso di Vincenzo Donato accusato di collusione con l''ndrangheta nel processo San Michele, riguardo alla bancarotta delle sue aziende, è stato prosciolto dall'accusa dell'aggravante mafiosa.
Il 16 Luglio durante l'udienza alla corte d'appello di Torino, è emerso un fatto agghiacciante, infatti secondo l'avvocato della difesa sarebbe stato lo Stato a fare fallire le società.
Il processo San Michele, nasce da un'indagine dei carabinieri che risale al 2014, terminata con una serie di arresti.
Dall'indagine era emersa l'infiltrazione a stampo mafioso negli appalti pubblici del Torinese (incluse le opere per il Tav in Valle di Susa).
Conseguentemente le nove società del settore edile, facenti capo a Donato, furono sequestrate e confiscate.
Nel 2016 vennero così dichiarate fallite.
Nel frattempo Donato veniva condannato, a tre anni e mezzo di carcere, senza aggravanti mafiose, in un processo parallelo, come specifica l'avvocato del condannato : "E' logico che uno Stato che sequestra un bene per restituirlo alla collettività, lo lasci fallire nel giro di un paio d'anni per tutelare esclusivamente i creditori?".
L'accusa di bancarotta sarebbe legata al fatto che Donato, all'epoca in cui si occupava delle aziende, avrebbe finanziato società che non potevano, e non avrebbero mai potuto restituire i fondi.
L'avvocato sottolinea che le aggravanti mafiose non sono state applicate su richiesta della stessa procura.