Storie vere di Macerata, una "piccola" provincia d'Italia

Le vicende di una piccola città come Macerata capoluogo di provincia delle Marche mettono in evidenza la profonda crisi della politica

Storie vere di Macerata, una "piccola" provincia d'Italia

La crisi che sta vivendo la politica, e la mancanza di una adeguata classe dirigente in tutti i partiti, ha lasciato spazio in una cittadina di provincia quale è quella di Macerata nelle Marche ad una trasversalità oramai manifesta rivelatasi determinante per la vittoria di uno dei  candidati Sindaci, oltretutto non nativo e non residente nella città.

Tutto ciò oramai  è esplicativo  del perché in questa piccola città   non  vi sia una opposizione a fare da argine come la migliore democrazia richiede e, come è notorio, quando viene a mancare l’opposizione ne viene leso il suo principio cardine.

Ne è dimostrazione il fatto che le richieste più strampalate, oltretutto in piena pandemia e in una città dove oggi si registrano contagi da covid19 altissimi,  arrivano proprio dalle fila delle opposizioni, precisamente dal PD, richieste poi, benevolmente raccolte dal primo cittadino a mezzo stampa, nello specifico,  la costruzione di una pista da sci stile Copenaghen per guardare al futuroE CHE SARA' ALL'ORDINE DEL GIORNO DEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE 29 MARZO 2021, si, è tutto vero non è Fantasylandia.

Tutto ciò accade in una città a mezz’ora dalle montagne - come il terremoto del 2016 bene testimonia -, dove ancora oggi, nel 2021, a voler scendere nel dettaglio, vi si arriva con il TRENO A GASOLIO,  dove la manutenzione delle sue strade necessita di un prioritario intervento e, magari ancora prima di tutto ciò, necessita di un’opera che sia cavalcavia e/o, sottopasso  in una delle sue vie di accesso  principali per  evitare il passaggio a livello che blocca il traffico ad ogni passaggio del treno ... a gasolio ….

Questo è il primo dei bizzarri episodi al quale ne sono succeduti altri in pochissimi giorni e, dei quali sono stati spettatori i maceratesi, come l'altro,  la partecipazione grazie a suggerimenti pervenuti da parte dell’opposizione, a bandi di gara per il restyling della città, progetti piuttosto ambiziosi da far impallidire persino Renzo Piano, seguiti da dovuti  ringraziamenti sempre a mezzo stampa, da parte dell’assessore della maggioranza,  sia  ai professionisti dell’opposizione che, allo stesso  figlio con il quale ne condivide lo studio professionale ….che dire, è tutto davvero singolare....

L’ultimo poi, della serie,  riguarda invece la scelta di questa attuale Amministrazione comunale di centrodestra, ricaduta su di  un locale in disuso da anni e di proprietà di un privato, meglio identificato  come una BANCA,  da utilizzare “a titolo gratuito cosi sembrerebbe” per la somministrazione dei vaccini, tutto ciò, dopo aver ABBATTUTO il CENTRO FIERE, l’unico posto idoneo e a disposizione della cittadinanza.

Va sottolineato che tale scelta è avvenuta senza il doveroso passaggio in Assise, considerato l'argomento di non poco conto. 

Ovviamente tutto questo avviene con il benestare sempre  a mezzo stampa  dell' “opposizione”, forse,   non tenendo conto che quella struttura essendo appunto in disuso da anni e per  l’uso “sanitario” che se ne dovrà fare necessiterà di interventi di ristrutturazione che se non sono a carico dell'Istituto di Credito, saranno a carico dei maceratesi e, forse, non tenendo neanche conto che, si potevano magari interpellare anche altri privati che avrebbero avuto a cuore la questione vaccini e, chissà magari avrebbero messo a disposizione locali in una posizione logisticamente più agevole per la comunità.

Certo che se  fossi stata segretario di un partito e, soprattutto segretario di quel partito, la Lega che ha in quota il primo cittadino mi sarei iniziata a preoccupare intanto, di una vittoria cosi schiacciante e al primo turno, poi, di cosi tanto dinamismo da parte delle opposizioni che sono più propositive che "oppositive", forse il covid19 fa anche miracoli. L'incognita su chi avrà veramente vinto le elezioni comunali a Macerata però rimane,  come resta, al pari di una scrittura eseguita con inchiostro indelebile quello che è  il risultato della politica del populismo