Santoro si pente - Berlusconi con la mafia non c’entra

Santoro: Berlusconi e Dell’Utri con la mafia non c’entrano

Santoro si pente - Berlusconi con la mafia non c’entra
Michele Santoro - Berlusconi con la mafia non c'entra

Come ormai la storia recente insegna, spesso è emerso che il Cav Silvio Berlusconi è stato vittima di attacchi e complotti spesso gratuiti. Nel ribadirlo c'è un professionista che di certo non è mai stato dalla parte di Berlusconi. Di fatto Michele Santoro non è più quello che cantava Bella ciao in tv, non è più quello che col pugno chiuso aderiva all’invito della Procura di Milano che declamava “resistere, resistere, resistere”. In altre parole per lui Silvio Berlusconi non è più il nemico numero uno.

Ne parla in una lunga intervista con il direttore di Libero Pietro Senaldi, che prende spunto dal libro Nient’ altro che la verità (Marsilio, 19 euro), un saggio-inchiesta nato dagli incontri con Maurizio Avola, ottanta omicidi sulle spalle, artificiere della bomba che uccise il pm Paolo Borsellino e autore con il boss tuttora latitante Matteo Messina Denaro dell’assassinio del giudice Antonino Scopelliti. “Incontrarlo – confessa Santoro – mi ha fatto capire che dovevo iniziare un percorso di autocritica”.

Santoro: Berlusconi e Dell’Utri con la mafia non c’entrano

Tra i pentimenti di Santoro anche le puntate con il figlio del sindaco Ciancimino che puntava l’indice contro Berlusconi. Un teatrino televisivo che comunque giustifica così: “Ma io sono un narratore, non un magistrato, e vuoi mettere la potenza del racconto del figlio di un mafioso di quella grandezza?”. A quale verità giornalistica, se non giudiziaria, sei arrivato?, gli chiede Senaldi. E lui: “Che né Berlusconi né Marcello Dell’Utri abbiano potuto ordinare a Cosa Nostra le stragi. Ma che Cosa Nostra ha valutato politicamente che con l’arrivo al potere del leader di Forza Italia si sarebbero creati equilibri a lei favorevoli. E a quel punto le stragi sono finite”.

I magistrati si scannano tra loro perché non possono più prendersela con Berlusconi”

E con la fine dell’era berlusconiana è finita anche la compattezza della magistratura. Una tesi molto interessante, quella di Santoro. La seconda Repubblica – dice – è stata caratterizzata dalla lotta tra i giudici e Berlusconi. “La magistratura, che sembrava protagonista durante gli anni del Cavaliere, si è disintegrata non appena lui è venuto meno. Ha perso il suo profilo corporativo e i giudici hanno cominciato a scannarsi”. Toccando in questi ultimi mesi il punto più basso, dopo le rivelazioni di Palamara che hanno scoperchiato il calderone dei veleni.

La sinistra non può battere Salvini con Enrico Letta”

Oggi il nemico numero uno del fronte progressista è Matteo Salvini ma l’antisalvinismo, mette in guardia Santoro, non è facile come la battaglia contro Berlusconi. “Salvini mette la sinistra dinanzi ai suoi limiti più di quanto non faceva Berlusconi. Silvio potevi attaccarlo sulla giustizia, sui conflitti di interesse, sulle donne. Salvini lo devi battere sulla politica e per farlo ti serve una visione del mondo che alla sinistra manca”. E che manca anche, sottolinea, a Enrico Letta.

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