Sanità Toscana. Non è ‘roba nostra da tarallucci e vino’

Cioni, persona d’azione, statista e non sfascista, invita a “darsi una mossa”.

Sanità Toscana. Non è ‘roba nostra da tarallucci e vino’
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Sanità Toscana. Non è ‘roba nostra da tarallucci e vino’

Graziano Cioni non è uno qualunque. Ex di diverse importanti incarichi istituzionali (incluso senatore), non è un “pischellino” che spara sulla sanità per egoismo o sentito dire. Immagino che avrà posato molto le parole prima di attaccare (sì attaccare) il presidente toscano Eugenio Giani cogliendo, a nostro avviso, nel segno: basta girare la Toscana a suon di slogan, occorre che Giani sia esecutivo sulle carenze della Sanità. (1)
Giani gli risponde (“caro Graziano...”) dicendo che il sistema toscano è uno dei migliori in Italia… dimentico delle “figuracce” fatte nel recente passato proprio in tema di vaccinazioni… la modestia non lo coinvolge come avviene per l’arroganza.
Cioni, persona d’azione, statista e non sfascista, invita a “darsi una mossa”.
Eugenio va a trovare Graziano (già l’uso dei nomi invece dei cognomi dà un pessimo quadro da “tarallucci e vino”), con tanto di codazzo mediatico pre e post. Tutto risolto? Forse il caso specifico, ma non era quello il problema sollevato. Cioni ha messo il dito sulla piaga e Giani ha confermato che la piaga esiste, soprattutto per come lui presidente sta gestendo il difficile incarico affidatogli dagli elettori: fumo e poco arrosto.
Giani è così anche per la vicenda Mps che vorrebbe, in nome di una toscanità da far pagare al contribuente, fosse una banca ancor più statale di quanto già non lo sia. Toscanità che forse può andar bene per i tagli dei nastri, ma non per rimediar alle otto ore di attesa in barella del paziente Cioni.
I nodi verranno al pettine e ci auguriamo che non siano più tali. Grazie Graziano Cioni.