Roberta Ragusa: una condanna e tanti misteri
A 8 anni dalla scomparsa nuovi elementi fanno richiedere la revisione del processo contro il marito
A 8 anni dalla scomparsa nuovi elementi fanno richiedere la revisione del processo contro il marito
Roberta Ragusa: una condanna e tanti misteri
Roberta Ragusa: una condanna definitiva per un caso ancora avvolto nel mistero. A riportare alla luce la vicenda della 45enne, che secondo l’accusa sarebbe stata uccisa dal marito ma il cui cadavere non è stato mai trovato, è la richiesta di revisione del processo da parte dell’avvocato Enrico Di Martino coadiuvato dalla criminologa Anna Vagli. Secondo gli esperti, ci sarebbero almeno due nuove piste investigative mai vagliate prima su cui concentrare l’attenzione. Questi, in sintesi i fatti: otto anni fa, a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio i luminosi occhi azzurri di Roberta si chiudono per sempre. Immediata e unica pista da seguire quella che conduce al marito, Antonio Logli, attualmente in carcere, condannato per il reato di omicidio e distruzione di cadavere dopo tre sentenze del tribunale. La storia è di quelle classiche: una comune infedeltà coniugale che la bellissima donna non ce la fa più a sopportare. Da tempo Antonio, intrattiene una relazione con l’allora 27enne Sara Calzolaio, amica di famiglia nonché babysitter dei due figli della coppia, Alessia e Daniele. Mentre si appresta a chiudere un’ordinaria giornata di lavoro, compilando la lista della spesa per l’indomani Roberta viene uccisa. Facile è incriminare Logli, che nonostante le tre sentenze, il processo indiziario e le ripetute dichiarazioni della propria innocenza, ha a suo svantaggio elementi tanto pesanti che lo inchiodano. Tutto inizia quando Sara - la donna per cui secondo la sentenza Antonio ha ucciso – viene chiamata a collaborare in casa Logli per accudire i ragazzi, diventando poi collaboratrice dell’autoscuola ‘Futura', che Roberta gestisce insieme ai suoceri. Entrata a far parte della famiglia, guadagnata la fiducia di tutti i componenti, la ragazza instaura presto un rapporto ‘speciale’ con il capofamiglia mentre nel centro termale toscano iniziano a circolare voci non proprio benevole. Si dice, addirittura, che Sara vagheggi in un futuro non lontano il matrimonio don Logli. Tale desiderio però mal si concilia con la presenza di Roberta, che non accetta passivamente tale stato di cose. Non intende farsi da parte in silenzio. E, oltre alla fine del rapporto con il marito pensa anche ai beni di famiglia, in primo luogo la casa, l'autoscuola, le proprietà. Ė tutto nelle mani di Roberta che sicuramente, dato il suo carattere dignitoso e tenace non intende lasciare campo libero al terzo incomodo arrivato in casa come un’amica e collaboratrice e rivelatasi poi una rivale. Secondo quanto ricostruito dai giudici fu per poter vivere una nuova vita con la giovanissima amante, senza affrontare le conseguenze finanziarie di un divorzio dalla donna con cui aveva intrecciato beni e interessi che Logli uccise. Tutto combacia in questa storia e orienta verso la colpevolezza di Logli: movente, indizi, mancanza di alibi. Anzi, in quella infernale notte è emerso che il marito infedele si era rifugiato in un luogo nascosto dell’appartamento, per la quotidiana chiamata all’amante, durata circa 40 minuti. Sembra che proprio la scoperta della conversazione clandestina provochi la violenta reazione di Roberta, scatenando una violenta lite dal tragico esito. Ma molto condiziona l'assenza del cadavere – che per anni ha alimentato il mistero – insieme a numerosi presunti avvistamenti della donna in varie parti d’Italia. E non è soltanto Antonio Logli a proclamare la sua innocenza, a condanna definitiva conclamata. Sono gli stessi figli Alessia e Daniele a non essersi mai convinti della responsabilità del padre nel delitto. In questi giorni, all’attenzione dei media è arrivata Alessia, 18enne che ha vinto un concorso di bellezza e ha ricordato con grande affetto la mamma. A testimoniare lo speciale legame che la univa a lei, si è fatta tatuare il nome ‘Roberta' sulla pelle e lo esibisce con orgoglio nei servizi fotografici legati alla competizione. Una iniziativa che, sostiene la ragazza, la mamma avrebbe condiviso in pieno. Daniele, invece ha mantenuto un asciutto riserbo, sia sui social che in tv. A otto anni dalla scomparsa, anche l’affezionata cugina Maria Ragusa, che per lei si è battuta al processo insieme all'avvocato Nicodemo Gentile, ricorda Roberta con una foto su Facebook corredata da numerosi commenti: ‘Roberta sempre nel cuore'. Anche e ancora di più dopo otto anni. Eppure, per comprendere i fatti realmente accaduti in quella casa non lontana da Pisa, sarebbero necessarie ulteriori indagini, almeno per appurare dove possa essere finito il cadavere, se questo esiste.
Michel Maritato